Le PMI (micro, piccole e medie imprese) sono al centro del panorama italiano aziendale non finanziario e rappresentano la struttura portante dell’intero sistema produttivo nazionale. La Commissione Europea definisce le PMI come realtà aziendali con meno di 250 dipendenti, un fatturato annuo che non supera i 50 milioni di euro ed un totale di bilancio annuo non eccedenti i 43 milioni di euro. Per capire l’importanza ed il peso delle PMI sul territorio italiano, facciamo ricorso ai dati. Nel 2019, prima della crisi pandemica da covid-19, le imprese attive in Italia nell’industria e nei servizi di mercato erano (4.337.379) 4,4 milioni di unità. Di queste, 4.183.867 unità erano microimprese (quelle con meno di 10 addetti) e rappresentavano il 95,6% delle imprese attive, il 43,1% degli addetti e il 30% del valore aggiunto realizzato. Le piccole e medie imprese (quelle con 10-149 addetti) erano 189.356 unità (4,33%), assorbendo il 34% degli addetti e contribuendo per il 38% alla creazione di valore aggiunto. Per questi motivi, le PMI hanno tutte le carte in regola per poter dare uno slancio allo sviluppo economico e territoriale del nostro Paese, aumentando la propria produttività e crescendo dal punto di vista dimensionale. Stando a quanto riportato nello SBA (Small Business Act for Europe), l’accesso ai finanziamenti è il secondo problema in ordine di importanza per le singole PMI. Le cause di questo razionamento del credito sono riconducibili alle caratteristiche classiche delle PMI. Innanzitutto, esse hanno a disposizione una quantità limitata di capitale da dare in garanzia agli istituti bancari; inoltre, sono ritenute, per natura, non brillanti dal punto di vista informativo (ad esempio perché redigono il bilancio in forma molto semplificata) e quindi si viene a creare il fenomeno dell’asimmetria informativa (selezione avversa e azzardo morale), rendendo le PMI di conseguenza molto più rischiose. Questo si fonde al grave problema dei crediti deteriorati dell’intero settore bancario europeo, i quali hanno un impatto fortemente negativo sulla redditività delle banche e sulla loro capacità di erogare prestiti.
I FINANZIAMENTI PER LE P.M.I. E LE DIFFICOLTA’ DI ACCESSO AL CREDITO
TROCINO, ANTONIO
2021/2022
Abstract
Le PMI (micro, piccole e medie imprese) sono al centro del panorama italiano aziendale non finanziario e rappresentano la struttura portante dell’intero sistema produttivo nazionale. La Commissione Europea definisce le PMI come realtà aziendali con meno di 250 dipendenti, un fatturato annuo che non supera i 50 milioni di euro ed un totale di bilancio annuo non eccedenti i 43 milioni di euro. Per capire l’importanza ed il peso delle PMI sul territorio italiano, facciamo ricorso ai dati. Nel 2019, prima della crisi pandemica da covid-19, le imprese attive in Italia nell’industria e nei servizi di mercato erano (4.337.379) 4,4 milioni di unità. Di queste, 4.183.867 unità erano microimprese (quelle con meno di 10 addetti) e rappresentavano il 95,6% delle imprese attive, il 43,1% degli addetti e il 30% del valore aggiunto realizzato. Le piccole e medie imprese (quelle con 10-149 addetti) erano 189.356 unità (4,33%), assorbendo il 34% degli addetti e contribuendo per il 38% alla creazione di valore aggiunto. Per questi motivi, le PMI hanno tutte le carte in regola per poter dare uno slancio allo sviluppo economico e territoriale del nostro Paese, aumentando la propria produttività e crescendo dal punto di vista dimensionale. Stando a quanto riportato nello SBA (Small Business Act for Europe), l’accesso ai finanziamenti è il secondo problema in ordine di importanza per le singole PMI. Le cause di questo razionamento del credito sono riconducibili alle caratteristiche classiche delle PMI. Innanzitutto, esse hanno a disposizione una quantità limitata di capitale da dare in garanzia agli istituti bancari; inoltre, sono ritenute, per natura, non brillanti dal punto di vista informativo (ad esempio perché redigono il bilancio in forma molto semplificata) e quindi si viene a creare il fenomeno dell’asimmetria informativa (selezione avversa e azzardo morale), rendendo le PMI di conseguenza molto più rischiose. Questo si fonde al grave problema dei crediti deteriorati dell’intero settore bancario europeo, i quali hanno un impatto fortemente negativo sulla redditività delle banche e sulla loro capacità di erogare prestiti.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/137244