Lo scopo di questo elaborato è stato di analizzare in quali termini l’attività fisica possa avere un impatto nella prevenzione e nel trattamento della malattia di Alzheimer. Attraverso la ricerca scientifica sono state delineate le caratteristiche fisiopatologiche della malattia, il suo sviluppo, la sua diagnosi e il modo in cui si può intervenire nella sua prevenzione e nel suo trattamento. In ambito preventivo, l’attività fisica e l’esercizio fisico vengono considerati interventi di tipo non farmacologico che proteggono l’encefalo dal deterioramento cognitivo tramite la riduzione delle placche di beta-amiloide nell’ippocampo e, insieme alla combinazione di più interventi sui fattori protettivi, migliorano le funzioni cognitive riducendo il rischio di sviluppare la malattia. Nell’ambito del trattamento, i programmi di esercizio e terapia fisica migliorano l’equilibrio, la deambulazione e la fluidità verbale nei soggetti malati di Alzheimer, mentre gli interventi di tipo coreografico migliorano a livello fisico la mobilità funzionale e a livello neuropsicologico la memoria di riconoscimento verbale e l’orientamento spaziale. In base alle evidenze scientifiche presentate nell’elaborato appare impostante l’inserimento dell’attività fisica nella routine quotidiana sia dei soggetti in salute che con patologie.
L'attività fisica nella prevenzione e nel trattamento della malattia di Alzheimer
FICCO, MIRIAM
2021/2022
Abstract
Lo scopo di questo elaborato è stato di analizzare in quali termini l’attività fisica possa avere un impatto nella prevenzione e nel trattamento della malattia di Alzheimer. Attraverso la ricerca scientifica sono state delineate le caratteristiche fisiopatologiche della malattia, il suo sviluppo, la sua diagnosi e il modo in cui si può intervenire nella sua prevenzione e nel suo trattamento. In ambito preventivo, l’attività fisica e l’esercizio fisico vengono considerati interventi di tipo non farmacologico che proteggono l’encefalo dal deterioramento cognitivo tramite la riduzione delle placche di beta-amiloide nell’ippocampo e, insieme alla combinazione di più interventi sui fattori protettivi, migliorano le funzioni cognitive riducendo il rischio di sviluppare la malattia. Nell’ambito del trattamento, i programmi di esercizio e terapia fisica migliorano l’equilibrio, la deambulazione e la fluidità verbale nei soggetti malati di Alzheimer, mentre gli interventi di tipo coreografico migliorano a livello fisico la mobilità funzionale e a livello neuropsicologico la memoria di riconoscimento verbale e l’orientamento spaziale. In base alle evidenze scientifiche presentate nell’elaborato appare impostante l’inserimento dell’attività fisica nella routine quotidiana sia dei soggetti in salute che con patologie.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/137182