L’autismo e i disturbi dello spettro autistico sono disturbi neurobiologici ad alta comples¬sità, sono abbastanza frequenti e si sviluppano in età pediatrica. Questi sono presenti in tutti i gruppi etnici e sociali, hanno generalmente un andamento cronico e compromettono la ca-pacità di interagire e comunicare con gli altri interferendo così con gli aspetti tipici della persona; spesso sono associati a comportamenti ripetitivi e rigidità di pensiero. Si può fare una diagnosi a partire dai due/tre anni, anche se si possono individuare dei segnali già a par-tire dai primi mesi di vita. L’autismo è caratterizzato da una compromissione qualitativa dell’interazione sociale, della comunicazione, da interessi e attività ripetitive, ristrette e ste-reotipate. Negli ultimi anni gli studiosi hanno lavorato molto sul problema dei segni di indi-viduazione precoce dei bambini a rischio di autismo. Le persone che hanno quotidianamente a che fare con il bambino sono le prime ad accorgersi che c’è qualcosa che non va nel suo comportamento. Gli educatori e i medici hanno il dovere di prestare attenzione alle dinami-che interazionali del bambino e al bambino stesso, però sapere a memoria l’elenco dei pos-sibili segnali dell’autismo non basta, è necessario avere capacità di attenzione per individua-re correttamente i questi segnali. Per una diagnosi precoce, quindi, è importante conoscere le tappe dello sviluppo normale del bambino, così da poter individuare correttamente even-tuali comportamenti e atteggiamenti che potrebbero indicare la presenze di un disturbo del-lo spettro autistico. I professionisti che operano in ambienti dove i bambini crescono con i coetanei (servizi educativi) hanno la possibilità di osservare situazioni in cui potrebbero ma-nifestarsi i disturbi dello spettro autistico, possono osservare i bambini in situazioni di gioco con i coetanei, situazioni legate all’alimentazione, situazioni ricche di stimoli sensoriali. Os-servare i bambini in ambienti e situazioni naturali può essere più semplice e meno faticoso rispetto a situazioni e ambienti creati appositamente. Questo fa sì che quando si sospetta che un bambino sia autistico si crei una collaborazione tra gli educatori, la famiglia e gli specialisti per capire se i sospetti sono fondati. Se i sospetti vengono confermati si procede con la diagnosi. Dopo la diagnosi gli educatori possono mettere in atto interventi a livello educativo, collaborando con la famiglia e gli specialisti per aiutare il bambino a migliorare le sue capacità adattive.

Il ruolo dei servizi educativi nell'individuazione precoce e diagnosi dell'autismo

COMBA, ASJA
2021/2022

Abstract

L’autismo e i disturbi dello spettro autistico sono disturbi neurobiologici ad alta comples¬sità, sono abbastanza frequenti e si sviluppano in età pediatrica. Questi sono presenti in tutti i gruppi etnici e sociali, hanno generalmente un andamento cronico e compromettono la ca-pacità di interagire e comunicare con gli altri interferendo così con gli aspetti tipici della persona; spesso sono associati a comportamenti ripetitivi e rigidità di pensiero. Si può fare una diagnosi a partire dai due/tre anni, anche se si possono individuare dei segnali già a par-tire dai primi mesi di vita. L’autismo è caratterizzato da una compromissione qualitativa dell’interazione sociale, della comunicazione, da interessi e attività ripetitive, ristrette e ste-reotipate. Negli ultimi anni gli studiosi hanno lavorato molto sul problema dei segni di indi-viduazione precoce dei bambini a rischio di autismo. Le persone che hanno quotidianamente a che fare con il bambino sono le prime ad accorgersi che c’è qualcosa che non va nel suo comportamento. Gli educatori e i medici hanno il dovere di prestare attenzione alle dinami-che interazionali del bambino e al bambino stesso, però sapere a memoria l’elenco dei pos-sibili segnali dell’autismo non basta, è necessario avere capacità di attenzione per individua-re correttamente i questi segnali. Per una diagnosi precoce, quindi, è importante conoscere le tappe dello sviluppo normale del bambino, così da poter individuare correttamente even-tuali comportamenti e atteggiamenti che potrebbero indicare la presenze di un disturbo del-lo spettro autistico. I professionisti che operano in ambienti dove i bambini crescono con i coetanei (servizi educativi) hanno la possibilità di osservare situazioni in cui potrebbero ma-nifestarsi i disturbi dello spettro autistico, possono osservare i bambini in situazioni di gioco con i coetanei, situazioni legate all’alimentazione, situazioni ricche di stimoli sensoriali. Os-servare i bambini in ambienti e situazioni naturali può essere più semplice e meno faticoso rispetto a situazioni e ambienti creati appositamente. Questo fa sì che quando si sospetta che un bambino sia autistico si crei una collaborazione tra gli educatori, la famiglia e gli specialisti per capire se i sospetti sono fondati. Se i sospetti vengono confermati si procede con la diagnosi. Dopo la diagnosi gli educatori possono mettere in atto interventi a livello educativo, collaborando con la famiglia e gli specialisti per aiutare il bambino a migliorare le sue capacità adattive.
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