Con il seguente elaborato, incentrato sull’opera “Il mondo come volontà e rappresentazione” , si intende proporre una disamina accurata della filosofia di Schopenhauer, per poi spostare il focus della trattazione sul rapporto di quest’ultima con le antichissime speculazioni orientali. La suddetta filosofia si pone in contrasto con la letteratura tedesca contemporanea - in particolare con il pensiero idealista - e si propone come compimento della filosofia Kantiana, l’ultima, sostiene Schopenhauer, ad aver avuto la verità come solo obiettivo. Così il fenomeno kantiano, l’intero mondo sensibile, non sarebbe altro che rappresentazione di un unico e solo noumeno, la volontà; e queste due realtà coesisterebbero in modo totalmente reciproco, dipendente ed indissolubile. Schopenhauer strappa così il velo di Maya, espressione utilizzata per indicare l’illusione erronea dell’uomo per cui il mondo possa essere solo rappresentazione. È chiaro, infatti, che oltre alla rappresentazione ci debba essere ben altro, di natura toto genere diversa da quest’ultima. Si tratta di un impulso prepotente, la volontà -Wille zum Leben- che porta con se’ grandi conseguenze, in particolar modo dal punto di vista etico. Essa infatti implica in se’ stessa sofferenza. Vi è dunque un modo per attenuare la volontà - e di conseguenza la sofferenza e il dolore - irreprimibile di per se’? Dopo aver analizzato le vie per la liberazione prese in considerazione da Schopenhauer stesso, salvo poi considerarle insufficienti per una vera e propria redenzione dallo strazio della vita, la mia dissertazione volge ora lo sguardo verso l’innovativa soluzione del filosofo: l’ascesi sembra essere l’unica via per atrofizzare la volontà e giungere alla noluntas, acquietando così il dolore. L’idea di ascesi non è affatto nuova se si guarda alle antichissime speculazioni orientali, fonte di grande importanza per l’autore stesso. Si apre allora un’analisi delle fonti schopenhaueriane, guidata dall’intento di mostrare l’originalità di questa scelta ma anche i suoi limiti.
Schopenhauer e lo sguardo alla sapienza orientale. L'ascesi come soluzione al pessimismo cosmico
PAVAN, MARTINA
2020/2021
Abstract
Con il seguente elaborato, incentrato sull’opera “Il mondo come volontà e rappresentazione” , si intende proporre una disamina accurata della filosofia di Schopenhauer, per poi spostare il focus della trattazione sul rapporto di quest’ultima con le antichissime speculazioni orientali. La suddetta filosofia si pone in contrasto con la letteratura tedesca contemporanea - in particolare con il pensiero idealista - e si propone come compimento della filosofia Kantiana, l’ultima, sostiene Schopenhauer, ad aver avuto la verità come solo obiettivo. Così il fenomeno kantiano, l’intero mondo sensibile, non sarebbe altro che rappresentazione di un unico e solo noumeno, la volontà; e queste due realtà coesisterebbero in modo totalmente reciproco, dipendente ed indissolubile. Schopenhauer strappa così il velo di Maya, espressione utilizzata per indicare l’illusione erronea dell’uomo per cui il mondo possa essere solo rappresentazione. È chiaro, infatti, che oltre alla rappresentazione ci debba essere ben altro, di natura toto genere diversa da quest’ultima. Si tratta di un impulso prepotente, la volontà -Wille zum Leben- che porta con se’ grandi conseguenze, in particolar modo dal punto di vista etico. Essa infatti implica in se’ stessa sofferenza. Vi è dunque un modo per attenuare la volontà - e di conseguenza la sofferenza e il dolore - irreprimibile di per se’? Dopo aver analizzato le vie per la liberazione prese in considerazione da Schopenhauer stesso, salvo poi considerarle insufficienti per una vera e propria redenzione dallo strazio della vita, la mia dissertazione volge ora lo sguardo verso l’innovativa soluzione del filosofo: l’ascesi sembra essere l’unica via per atrofizzare la volontà e giungere alla noluntas, acquietando così il dolore. L’idea di ascesi non è affatto nuova se si guarda alle antichissime speculazioni orientali, fonte di grande importanza per l’autore stesso. Si apre allora un’analisi delle fonti schopenhaueriane, guidata dall’intento di mostrare l’originalità di questa scelta ma anche i suoi limiti.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
897200_tesi.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
1.21 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.21 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/136907