La letteratura e la musica mantengono da sempre un legame profondissimo. Come sostiene Giovanni Comotti nel suo saggio La Musica nella Cultura Greca e Romana, infatti, nella società greca – specialmente nel periodo arcaico – esse venivano identificate nella sola parola mousiké (l’arte delle Muse). Questa technè comprendeva anche la danza e veniva usualmente praticata in rituali di grande importanza sociale. In essi il movimento, la musica e le parole erano gli strumenti che l’aedo utilizzava per interagire con gli altri membri del suo clan, la cui partecipazione era attiva e sentita. Solo qualche secolo dopo l’arte dei suoni e quella delle parole si sarebbero separate. Le tracce della loro parentela, però, sono visibili tanto nella storia della musica quanto in quella della letteratura. Un’enumerazione completa degli incontri di queste due espressioni artistiche dalla loro scissione a oggi sarebbe forse impossibile da ricostruire, ma restringendo il campo d’indagine alla letteratura del Novecento si possono trovare esempi illustri. Thomas Mann, Thomas Bernhard e Julio Cortàzar sono tre autori che condividono la passione per la musica, alla quale hanno rispettivamente dedicato i romanzi Doctor Faustus e Il Soccombente ed il racconto Il Persecutore. Nei tre testi, gli scrittori presentano come protagonisti tre musicisti, ognuno ispirato a una figura realmente esistita. Nonostante le analogie riscontrabili nelle opere siano molteplici, particolarmente rilevante è il rapporto dei protagonisti con il proprio strumento musicale. Nei tre libri lo strumento rappresenta l’oggetto tramite il quale i protagonisti raggiungono l’affermazione o la distruzione della propria persona. Per questa ragione, si potrebbe sostenere che essi riflettano sullo strumento musicale la loro personalità. Esso quindi rende esplicita, materiale, la loro condizione psichica. L’interesse della trattazione è quello di studiare la relazione strumento-musicista presente in Mann, Bernhard e Cortázar in quanto oggettificazione della psicologia dei protagonisti. La tesi si divide pertanto in tre capitoli, ciascuno dedicato a una delle tre opere prese in esame, nei quali questo particolare aspetto verrà analizzato sulla base delle informazioni fornite dall'opera stessa e dalla bibliografia critica scelta.
Il ruolo dello strumento in tre testi musicali: una comparazione in Cortázar, Bernhard e Mann.
CARLUCCI, FRANCESCO
2020/2021
Abstract
La letteratura e la musica mantengono da sempre un legame profondissimo. Come sostiene Giovanni Comotti nel suo saggio La Musica nella Cultura Greca e Romana, infatti, nella società greca – specialmente nel periodo arcaico – esse venivano identificate nella sola parola mousiké (l’arte delle Muse). Questa technè comprendeva anche la danza e veniva usualmente praticata in rituali di grande importanza sociale. In essi il movimento, la musica e le parole erano gli strumenti che l’aedo utilizzava per interagire con gli altri membri del suo clan, la cui partecipazione era attiva e sentita. Solo qualche secolo dopo l’arte dei suoni e quella delle parole si sarebbero separate. Le tracce della loro parentela, però, sono visibili tanto nella storia della musica quanto in quella della letteratura. Un’enumerazione completa degli incontri di queste due espressioni artistiche dalla loro scissione a oggi sarebbe forse impossibile da ricostruire, ma restringendo il campo d’indagine alla letteratura del Novecento si possono trovare esempi illustri. Thomas Mann, Thomas Bernhard e Julio Cortàzar sono tre autori che condividono la passione per la musica, alla quale hanno rispettivamente dedicato i romanzi Doctor Faustus e Il Soccombente ed il racconto Il Persecutore. Nei tre testi, gli scrittori presentano come protagonisti tre musicisti, ognuno ispirato a una figura realmente esistita. Nonostante le analogie riscontrabili nelle opere siano molteplici, particolarmente rilevante è il rapporto dei protagonisti con il proprio strumento musicale. Nei tre libri lo strumento rappresenta l’oggetto tramite il quale i protagonisti raggiungono l’affermazione o la distruzione della propria persona. Per questa ragione, si potrebbe sostenere che essi riflettano sullo strumento musicale la loro personalità. Esso quindi rende esplicita, materiale, la loro condizione psichica. L’interesse della trattazione è quello di studiare la relazione strumento-musicista presente in Mann, Bernhard e Cortázar in quanto oggettificazione della psicologia dei protagonisti. La tesi si divide pertanto in tre capitoli, ciascuno dedicato a una delle tre opere prese in esame, nei quali questo particolare aspetto verrà analizzato sulla base delle informazioni fornite dall'opera stessa e dalla bibliografia critica scelta. File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/136890