The degree thesis talks about the introduction of models other than the traditional ones (such as curvy and disabled models) in the fashion world. The first chapter talks about the birth of the model and goes up to today’s influencers focusing the attention of stylists and photographers. Later, the second chapter is dedicated to the new models, that is, the one considered different and, for this reason, inappropriate for catwalks or magazines. The third chapter examines the economic part of fashion that because some fashion houses have taken advantage of the inclusion of new models to escape their economic failure. Finally, the last chapter deals with the sociological and cultural aspects that influence the world.
Il tema della tesi tratta della moda in particolare dell’introduzione delle modelle “diverse” dalle tradizionali, ovvero modelle curvy, disabili, con una bellezza diversa dalla classica, da ciò che siamo abituati a vedere in passerella o nelle riviste. Lo scopo è quello di dimostrare che nonostante si parli di inclusione, nelle passerelle e in altri metodi comunicativi, non si è raggiunto il 100%, ma addirittura per alcune maison è solo una tecnica per superare delle crisi finanziare o evitare certe discussioni sul body scaming. Nel primo capitolo si parte dalla nascita della figura della modella e della sua standardizzazione, specialmente della forma fisica. Dopo di che ho introdotto, anche, la visione dei fotografi e dei stilisti dell’epoca sul come vedevano le indossatrici e le fotomodelle, e quale era la loro idea di femminilità. Per concludere il capitolo ho parlato delle nuove modelle di oggi che sono un “all-in”, ossia si occupano di tutti i campi comunicativi: passerelle, riviste, televisione, radio, programmi televisivi, musica, cinema e sopratutto social; infatti esse sono le influencer. Nel secondo capitolo parlo delle nuove modelle dedicando un sotto-capitolo alle modelle curvy e un altro alle modelle disabili, per finire con un capitolo in cui discuto su come sono oggi veramente le passerelle e quindi se si vede o no il cambiamento, se c’è un’inclusione effettiva di tutte le bellezze del mondo. Nel terzo capitolo viene esaminata la parte economica che c’è dietro ad un brand, in modo particolare come alcune case di moda abbiano “sfruttato” l’introduzione di modelle diverse solo per uscire da un periodo in deficit o altre maison hanno solo voluto allargare i confini delle vendite mirando a nuovi clienti. Nell’ultimo capitolo c’è la parte più sociologica e culturale, quella da cui parte tutta la nostra conoscenza e influenza del mondo. Infatti viene nominata, anche, la scuola perché ultimamente si sento sempre di più atti di bullismo o cyberbullismo verso persone con un fisico considerato “malato”, “brutto”, “diverso”, ecc. … per ricollegarmi all’istruzione che noi riceviamo riguardo al nostro corpo e quale è il corpo ideale. Concludo riprendendo il titolo e sostenendo la diversità e l’inclusione di tutti i generi di modelli possibili esistenti, ma sopratutto l’amore che si ha nei confronti del proprio corpo e del essere noi stessi.
“Benvenuta realtà. Una moda che celebra l’uguaglianza nella sua diversità”
ANTOHE, ALESSIA
2020/2021
Abstract
Il tema della tesi tratta della moda in particolare dell’introduzione delle modelle “diverse” dalle tradizionali, ovvero modelle curvy, disabili, con una bellezza diversa dalla classica, da ciò che siamo abituati a vedere in passerella o nelle riviste. Lo scopo è quello di dimostrare che nonostante si parli di inclusione, nelle passerelle e in altri metodi comunicativi, non si è raggiunto il 100%, ma addirittura per alcune maison è solo una tecnica per superare delle crisi finanziare o evitare certe discussioni sul body scaming. Nel primo capitolo si parte dalla nascita della figura della modella e della sua standardizzazione, specialmente della forma fisica. Dopo di che ho introdotto, anche, la visione dei fotografi e dei stilisti dell’epoca sul come vedevano le indossatrici e le fotomodelle, e quale era la loro idea di femminilità. Per concludere il capitolo ho parlato delle nuove modelle di oggi che sono un “all-in”, ossia si occupano di tutti i campi comunicativi: passerelle, riviste, televisione, radio, programmi televisivi, musica, cinema e sopratutto social; infatti esse sono le influencer. Nel secondo capitolo parlo delle nuove modelle dedicando un sotto-capitolo alle modelle curvy e un altro alle modelle disabili, per finire con un capitolo in cui discuto su come sono oggi veramente le passerelle e quindi se si vede o no il cambiamento, se c’è un’inclusione effettiva di tutte le bellezze del mondo. Nel terzo capitolo viene esaminata la parte economica che c’è dietro ad un brand, in modo particolare come alcune case di moda abbiano “sfruttato” l’introduzione di modelle diverse solo per uscire da un periodo in deficit o altre maison hanno solo voluto allargare i confini delle vendite mirando a nuovi clienti. Nell’ultimo capitolo c’è la parte più sociologica e culturale, quella da cui parte tutta la nostra conoscenza e influenza del mondo. Infatti viene nominata, anche, la scuola perché ultimamente si sento sempre di più atti di bullismo o cyberbullismo verso persone con un fisico considerato “malato”, “brutto”, “diverso”, ecc. … per ricollegarmi all’istruzione che noi riceviamo riguardo al nostro corpo e quale è il corpo ideale. Concludo riprendendo il titolo e sostenendo la diversità e l’inclusione di tutti i generi di modelli possibili esistenti, ma sopratutto l’amore che si ha nei confronti del proprio corpo e del essere noi stessi.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
896081_alessiaantohetesi.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
3.83 MB
Formato
Adobe PDF
|
3.83 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/136868