Il suicidio in adolescenza e le conseguenze della pandemia di Covid-19. Una ricerca tra gli educatori professionali dei servizi residenziali per minori a Torino.

The following paper deals with the analysis of the development of self-destructive thoughts in adolescents, particularly in the context of residential educational services and the intervention of professional educators to treat and prevent the issue. Often, in ages crucial for development, behaviors that might be life-threatening will occur that more likely than not hide attempts to cope with unbearable anguish. By ruining their lives, adolescents make apparent their inability to face frustrations without avoiding psychic pain, which is perceived as unbearable. The concept of suicide is connected with the image of death that the adolescent progressively works out in their path towards growth and by facing it, kids become aware of the value of life and of their capacity for autonomy. Even in recent decades in which cases of deaths by suicide have been steadily decreasing, the WHO highlights that this phenomenon still represents the second cause of deaths among young people between the ages of 15 and 29, with self-harm affecting around 1 teenager in 5 in Europe. Furthermore, the restrictive measures imposed by the Covid-19 pandemic have significantly impacted the mental health of adolescends, leading to an increase in calls for help in the case of the most severe forms of psychopathology. Through a bibliographic review, the paper seeks to examine the difficulties that adolescents have to face during this extremely delicate phase of their lives, the onset of self-destructive thoughts and behaviours and their related manifestations. Subsequently, the risk and protective factors will be explained, the causes that lead to the development of suicidal behaviours in adolescents, the forms of preventions that are being used and the methods of treatment applied by professional educators towards a minor that develops this kind of ideation. The paper will also delve into the role of the educator in the context of vulnerable youth in the post-pandemic period, and related modes of action will also be explored, examining what possible changes this profession might have undergone. The self-destructive ideations of young people living in residential services will be addressed, along with the strategies employed for the treatment of adolescents exhibiting suicidal thoughts and behaviours in this specific context. In addition, the network of professionals who intervene in educational work with a minor at risk will be described. In the final part of the paper, the results of an interview administered to 18 professional educators who work in communities for minors in the Turin area will be presented, focusing on the strategies applied by the professionals to identify, treat and prevent suicidal behaviours. Tapping into their experiences, the inteviewees will show what the signals given by adolescents who manifest self-destructive thoughts are, the methods of action to be implemented, the professional figures outside the service that should be involved in the treatment, and how to include the family in the process. In addition to that, the paper will also analyse to what extent the Covid-19 pandemic and the isolation and social distancing that came with it have affected the psychological well-being of adolescents, and how much these restrictions have affected the educator's work with these recipients.

Il seguente elaborato ha per oggetto l’analisi dello sviluppo di pensieri anticonservativi negli adolescenti, in particolare nel contesto dei servizi educativi residenziali e l’intervento dell’educatore professionale per trattare e prevenire il fenomeno. Spesso, nell’età evolutiva, si verificano comportamenti che mettono a rischio la vita dietro ai quali, spesso si cela il tentativo di fronteggiare un’angoscia insopportabile. Mettendo a repentaglio la vita, gli adolescenti denunciano l’incapacità di affrontare le frustrazioni evitando il dolore psichico, percepito come insostenibile. Il concetto di suicidio è connesso con l’immagine della morte che l’adolescente progressivamente elabora nel percorso di crescita e confrontandosi con essa, i ragazzi prendono coscienza del valore della vita e della loro capacità di autonomia. Anche negli ultimi decenni i casi di morte per suicidio risultano in costante calo, l’OMS evidenzia che questo fenomeno rappresenta ancora la seconda causa di morte tra i giovani di età compresa dai 15 ai 29 anni e l’autolesionismo colpisce in Europa circa 1 adolescente su 5. Inoltre, le misure restrittive imposte dalla pandemia di Covid-19 hanno influito significativamente sulla salute mentale degli adolescenti portando a un aumento delle richieste di aiuto per le forme più gravi di psicopatologia. Nell’elaborato, attraverso una rassegna bibliografica, verranno esaminate le difficoltà che l’adolescente deve affrontare in questa fase delicata della propria vita, l’insorgenza di pensieri e comportamenti anticonservativi nei e le relative manifestazioni. Successivamente saranno esposti i fattori di rischio e protettivi, le cause dello sviluppo di comportamenti suicidari negli adolescenti, le forme di prevenzione utilizzate e le modalità di trattamento agite dall’educatore professionale nei confronti di un minore che esprima questa tipologia di ideazione. Si approfondirà il ruolo dell’educatore a contatto con ragazzi fragili nel periodo post-pandemia e le relative modalità d’azione, esaminando quali possibili cambiamenti abbia subìto questa professione. Si affronterà l’ideazione anticonservativa nei giovani che abitano in servizi residenziali e le strategie utilizzate per il trattamento delle condotte suicidarie degli adolescenti in questo contesto specifico. Inoltre, si descriverà la rete di professionisti che intervengono nel lavoro educativo con un minorenne a rischio. Nella parte finale dell’elaborato si presenteranno i risultati di un’intervista somministrata a 18 educatori professionali che lavorano in comunità per minori sul territorio torinese, incentrata sulle strategie applicate dal professionista per individuare, trattare e prevenire i comportamenti suicidari. Gli intervistati esporranno, secondo la propria esperienza, quali siano i segnali agiti dagli adolescenti che manifestino pensieri autodistruttivi, le modalità d’azione da attuare, le figure professionali esterne al servizio da coinvolgere nel trattamento e come includere, la famiglia. Inoltre, sarà analizzato in quale misura la pandemia di Covid-19, il relativo isolamento e distanziamento sociale abbiano inciso sul benessere psichico degli adolescenti e quanto tali restrizioni abbiano condizionato il lavoro dell’educatore con questa specifica utenza.