Aleksandr Dugin e Vladimir Putin sono tra le personalità russe più note della Russia contemporanea. Il primo, di professione filosofo, è stato definito dalla stampa internazionale in svariati modi: dal filosofo più pericoloso del mondo, al Rasputin o ideologo di Putin. Riguardo quest'ultimo, presidente della Russia, quasi ininterrottamente da più di vent'anni, ha riportato il suo paese al centro della scena internazionale con la sua politica risoluta e che punta alla ricostituzione della "Grande Russia" all'interno di un mondo multipolare. Attraverso il confronto delle idee filosofiche di Dugin e l'agire politico di Putin, abbiamo cercato di capire se esse corrispondessero e se effettivamente potessimo considerare il filosofo russo l'ideologo del presidente. Per confrontare le due personalità, abbiamo descritto, in sintesi, il pensiero di Dugin ed in particolare nel primo capitolo, la sua riflessione filosofica sui logoi, strumento rivoluzionario, a suo parere, per comprendere le civiltà, partendo dall'analisi delle prime società indoeuropee, passando attraverso il Medioevo, per arrivare infine alle società moderne contemporanee. Ed è proprio quest'ultima epoca della civilizzazione umana, la modernità, l'oggetto delle critiche più dure da parte di Dugin. Egli infatti ritiene, semplificando, che molti dei mali dell'umanità siano proprio causati dal suo sistema di valori che ha generato le tre principali teorie politiche moderne a noi note: liberalismo, comunismo e fascismo. Nel secondo capitolo viene, a questo proposito, illustrata, proprio in contrapposizione a questo sistema ideologico, la Quarta Teoria Politica, con la quale egli intende proporre, non solo un' idea filosofica, ma un'alternativa pratica in particolare al liberalismo, basata su un rifiuto radicale dell'individualismo e dei principi cardine della modernità, che caratterizzano i paesi occidentali, i quali, secondo Dugin, cercano attraverso la leadership statunitense di diffonderli a livello mondiale. Nel terzo capitolo abbiamo descritto l'ascesa di Putin sulla scena politica russa e cosa essa abbia rappresentato sia in politica interna, attraverso la lotta agli oligarchi e la centralizzazione del potere, che in politica estera riaffermando la presenza russa non solo nello spazio ex sovietico, ma anche nell'arena internazionale. Lo abbiamo fatto mettendo a confronto le sue scelte politiche con le idee e le teorie di Dugin cercando di mettere in evidenza le assonanze e le divergenze tra i due punti di vista.

Aleksandr Dugin e Vladimir Putin: filosofia e politica a confronto.

NOVO, STEFANO GIANCARLO
2021/2022

Abstract

Aleksandr Dugin e Vladimir Putin sono tra le personalità russe più note della Russia contemporanea. Il primo, di professione filosofo, è stato definito dalla stampa internazionale in svariati modi: dal filosofo più pericoloso del mondo, al Rasputin o ideologo di Putin. Riguardo quest'ultimo, presidente della Russia, quasi ininterrottamente da più di vent'anni, ha riportato il suo paese al centro della scena internazionale con la sua politica risoluta e che punta alla ricostituzione della "Grande Russia" all'interno di un mondo multipolare. Attraverso il confronto delle idee filosofiche di Dugin e l'agire politico di Putin, abbiamo cercato di capire se esse corrispondessero e se effettivamente potessimo considerare il filosofo russo l'ideologo del presidente. Per confrontare le due personalità, abbiamo descritto, in sintesi, il pensiero di Dugin ed in particolare nel primo capitolo, la sua riflessione filosofica sui logoi, strumento rivoluzionario, a suo parere, per comprendere le civiltà, partendo dall'analisi delle prime società indoeuropee, passando attraverso il Medioevo, per arrivare infine alle società moderne contemporanee. Ed è proprio quest'ultima epoca della civilizzazione umana, la modernità, l'oggetto delle critiche più dure da parte di Dugin. Egli infatti ritiene, semplificando, che molti dei mali dell'umanità siano proprio causati dal suo sistema di valori che ha generato le tre principali teorie politiche moderne a noi note: liberalismo, comunismo e fascismo. Nel secondo capitolo viene, a questo proposito, illustrata, proprio in contrapposizione a questo sistema ideologico, la Quarta Teoria Politica, con la quale egli intende proporre, non solo un' idea filosofica, ma un'alternativa pratica in particolare al liberalismo, basata su un rifiuto radicale dell'individualismo e dei principi cardine della modernità, che caratterizzano i paesi occidentali, i quali, secondo Dugin, cercano attraverso la leadership statunitense di diffonderli a livello mondiale. Nel terzo capitolo abbiamo descritto l'ascesa di Putin sulla scena politica russa e cosa essa abbia rappresentato sia in politica interna, attraverso la lotta agli oligarchi e la centralizzazione del potere, che in politica estera riaffermando la presenza russa non solo nello spazio ex sovietico, ma anche nell'arena internazionale. Lo abbiamo fatto mettendo a confronto le sue scelte politiche con le idee e le teorie di Dugin cercando di mettere in evidenza le assonanze e le divergenze tra i due punti di vista.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/136785