La tesi vorrebbe mettere in evidenza le complessità che emergono quando un’assistente sociale lavora per la tutela di un minorenne di una famiglia di origine nigeriana. Negli ultimi anni il fenomeno dell’immigrazione è evoluto e i motivi della partenza dal Paese di provenienza sono diversificati. Giunti in Italia, e dopo aver trovato una stabilità a livello giuridico, formare una famiglia diventa un obiettivo prioritario per ricreare il legame famigliare di cui sentono molto la mancanza. Nel conseguire questo obiettivo spesso non viene predisposto un progetto adeguato e non viene tenuto conto della capacità di provvedere per la prole. Di conseguenza la neo-famiglia si trova di fronte a diverse difficoltà. In Nigeria, il ruolo dell’assistente sociale non è molto chiaro, mentre in Italia si è consolidata l’idea dell’assistente sociale che assiste i bisognosi prevalentemente negli aspetti economici. Quando si parla di protezione e tutela soprattutto del minore, in molte situazioni non viene accettato il ruolo dell’assistente sociale e spesso non si riesce a far comprendere fino in fondo la situazione. I motivi di questa incomprensione sono diversi, a titolo esemplificativo la difficoltà della lingua, la differenza culturale e l’organizzazione politica innescano notevoli fraintendimenti e frizioni sociali a volte complesse da colmare. Grazie anche a diverse interviste condotte con alcuni professionisti, si pone in evidenzia alcune strategie che l’assistente sociale può agire per facilitare il suo compito. Nella tesi si affrontano, oltremodo, alcuni argomenti legati all’immigrazione come l’integrazione dello straniero nel Paese di arrivo e la necessità della persona straniera di mantenersi ancorato alla sua identità; si affronta il tema dell'Intercultura e dell’inclusione sociale come un arricchimento bidirezionale.
L'ASSISTENTE SOCIALE E LE FAMIGLIE DI ORIGINE NIGERIANA: LE COMPLESSITA' NELLA TUTELA DEI MINORENNI
AKANDE, COMFORT
2020/2021
Abstract
La tesi vorrebbe mettere in evidenza le complessità che emergono quando un’assistente sociale lavora per la tutela di un minorenne di una famiglia di origine nigeriana. Negli ultimi anni il fenomeno dell’immigrazione è evoluto e i motivi della partenza dal Paese di provenienza sono diversificati. Giunti in Italia, e dopo aver trovato una stabilità a livello giuridico, formare una famiglia diventa un obiettivo prioritario per ricreare il legame famigliare di cui sentono molto la mancanza. Nel conseguire questo obiettivo spesso non viene predisposto un progetto adeguato e non viene tenuto conto della capacità di provvedere per la prole. Di conseguenza la neo-famiglia si trova di fronte a diverse difficoltà. In Nigeria, il ruolo dell’assistente sociale non è molto chiaro, mentre in Italia si è consolidata l’idea dell’assistente sociale che assiste i bisognosi prevalentemente negli aspetti economici. Quando si parla di protezione e tutela soprattutto del minore, in molte situazioni non viene accettato il ruolo dell’assistente sociale e spesso non si riesce a far comprendere fino in fondo la situazione. I motivi di questa incomprensione sono diversi, a titolo esemplificativo la difficoltà della lingua, la differenza culturale e l’organizzazione politica innescano notevoli fraintendimenti e frizioni sociali a volte complesse da colmare. Grazie anche a diverse interviste condotte con alcuni professionisti, si pone in evidenzia alcune strategie che l’assistente sociale può agire per facilitare il suo compito. Nella tesi si affrontano, oltremodo, alcuni argomenti legati all’immigrazione come l’integrazione dello straniero nel Paese di arrivo e la necessità della persona straniera di mantenersi ancorato alla sua identità; si affronta il tema dell'Intercultura e dell’inclusione sociale come un arricchimento bidirezionale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/136718