The main issue of the paper is youth. The concept is really difficult to define because it is socially constructed. It means that the ideas related to youth vary according historical and sociocultural context. Because of this it is hard to establish a worldwide definition of youth and considering the sociocultural context is crucial when talking about this issue. However, it’s possible to consider youth as a process of a steady empowerment which takes place between childhood and the independence typical of adulthood. It’s a period of transition characterised in which young people can try new experiences and create their educational background, founding themselves in a situation of both independence in some fields and dependence on their families. In the Roman world and during the Middle Age, youth was considered as a preparatory period in order to acquire adult roles, in which young people were deeply subordinated to their father, whereas during the pre-industrial era, youth starts to be recognised as an age separated from the others and with its own features. A new dynamic idea of youth is emerging and it’s characterised by the refusal of all-embracing patterns and the focus on a multicentric model of success, instead of been interpreted as a waiting phase before wedding. Youth has been extended and it’s no longer considered as a preparatory period through the overcoming of the five steps, which are socially expected, pre-defined and non-reversible. Nowadays, those stages are becoming even more desynchronized, reversible and can be postponed. Prolongation of youth and procrastination of taking on adult responsibility and autonomy are emblematic in Italy, a country where the majority of young people is still living with their families even if they are economically independent, creating a particular Italian model of transition based on the tendency of “long family”. This tendency is due not only to structural problems such as a flexible labour market and the extension of curriculum, but can be explained also by considering cultural variables like the lack of a strong culture of housing independence and the important role of support of the family during the process of transition to adulthood, because of the lack of institutional tools. According to this situation, making an Erasmus can provide an opportunity to promote the acquisition of independence and access to adult roles? The second part of the work tries to answer to this research question, by analysing the effects that living a limited period abroad can have on the Italian model of transition. Ten Erasmus students have been interviewed in order to explore their experiences and their own ideas about independence, according to different variables such as gender, context of origin and background.
L’elaborato si focalizza intorno alla figura del giovane. Il concetto di giovinezza è socialmente costruito, per cui varia in relazione all’epoca storica e al contesto sociale di riferimento. Ciò implica la difficoltà di creare una definizione universalmente valida e la necessità di considerare il contesto socioculturale e storico per ottenere una fondata storia sociale dei giovani. Tuttavia, la giovinezza può considerarsi come un processo di progressiva emancipazione che si colloca tra la dipendenza infantile e l’autonomia dell’età adulta, un’età di passaggio caratterizzata da formazione, sperimentazione e autonomia controbilanciate da una condizione di dipendenza in altre sfere della vita. Se nel mondo romano e nel Medioevo, la giovinezza è intesa come un periodo funzionale all’acquisizione dei ruoli adulti, caratterizzato da una condizione di subordinazione al pater familias che esercita un forte controllo sui figli, il riconoscimento della giovinezza come un’età a sé e dotata di caratteristiche proprie comincia durante il periodo preindustriale. Anche se per la costituzione dei giovani come gruppo sociale riconosciuto bisognerà aspettare il Sessantotto, si assiste fin da ora al declino della visione della giovinezza come una fase di statica attesa in vista del matrimonio, sostituita da una concezione dinamica che configura la gioventù come un periodo di formazione caratterizzato dal rifiuto di modelli totalizzanti e dall’apertura a pluralità e sperimentazione, compatibile con un modello di realizzazione policentrico. In questo contesto, la durata della gioventù si estende e non è più intesa come propedeutica al raggiungimento dello status adulto attraverso il superamento delle cinque tappe socialmente attese, predefinite nell’ordine e irreversibili. Nel mondo moderno, si assiste alla desincronizzazione delle soglie, che diventano reversibili e posticipabili. I giovani rinviano alcune decisioni anticipandone altre, assumendo i ruoli di adulti pur non essendo completamente indipendenti. Il processo di rallentamento dell’assunzione dei ruoli adulti è visibile soprattutto in Italia, dove è in atto la tendenza alla famiglia lunga. La permanenza dei giovani nella famiglia d’origine è protratta nel tempo in una condizione di moratoria psicosociale, un momento di sospensione in cui è possibile sperimentarsi. Le cause che spingono i giovani a procrastinare il superamento delle soglie di passaggio sono legate tanto a fattori strutturali come la flessibilità lavorativa e l’allungamento dei percorsi formativi, quanto a variabili culturali come la presenza di una debole cultura dell’autonomia abitativa e il ruolo della famiglia nella transizione in assenza di sostegno istituzionale. In questo contesto svolgere un periodo di mobilità all’estero all’interno del progetto Erasmus, può facilitare l’acquisizione dell’autonomia, favorendo l’accesso ai ruoli adulti? È questa la domanda di ricerca a cui la seconda parte dell’elaborato tenta di rispondere attraverso la disamina della letteratura esistente e la realizzazione di dieci interviste realizzate con soggetti che hanno svolto l’Erasmus e orientate a cogliere l’esperienza vissuta. Particolare enfasi è stata posta sulle percezioni del singolo riguardo al tema dell’autonomia, la vita in famiglia e gli effetti che un distacco temporaneo può avere sul singolo percorso di transizione, considerando variabili quali il genere, il contesto di provenienza e il background.
Analisi degli effetti dell’esperienza Erasmus nel contesto italiano di transizione all’età adulta
BUTERA, GIULIA
2020/2021
Abstract
L’elaborato si focalizza intorno alla figura del giovane. Il concetto di giovinezza è socialmente costruito, per cui varia in relazione all’epoca storica e al contesto sociale di riferimento. Ciò implica la difficoltà di creare una definizione universalmente valida e la necessità di considerare il contesto socioculturale e storico per ottenere una fondata storia sociale dei giovani. Tuttavia, la giovinezza può considerarsi come un processo di progressiva emancipazione che si colloca tra la dipendenza infantile e l’autonomia dell’età adulta, un’età di passaggio caratterizzata da formazione, sperimentazione e autonomia controbilanciate da una condizione di dipendenza in altre sfere della vita. Se nel mondo romano e nel Medioevo, la giovinezza è intesa come un periodo funzionale all’acquisizione dei ruoli adulti, caratterizzato da una condizione di subordinazione al pater familias che esercita un forte controllo sui figli, il riconoscimento della giovinezza come un’età a sé e dotata di caratteristiche proprie comincia durante il periodo preindustriale. Anche se per la costituzione dei giovani come gruppo sociale riconosciuto bisognerà aspettare il Sessantotto, si assiste fin da ora al declino della visione della giovinezza come una fase di statica attesa in vista del matrimonio, sostituita da una concezione dinamica che configura la gioventù come un periodo di formazione caratterizzato dal rifiuto di modelli totalizzanti e dall’apertura a pluralità e sperimentazione, compatibile con un modello di realizzazione policentrico. In questo contesto, la durata della gioventù si estende e non è più intesa come propedeutica al raggiungimento dello status adulto attraverso il superamento delle cinque tappe socialmente attese, predefinite nell’ordine e irreversibili. Nel mondo moderno, si assiste alla desincronizzazione delle soglie, che diventano reversibili e posticipabili. I giovani rinviano alcune decisioni anticipandone altre, assumendo i ruoli di adulti pur non essendo completamente indipendenti. Il processo di rallentamento dell’assunzione dei ruoli adulti è visibile soprattutto in Italia, dove è in atto la tendenza alla famiglia lunga. La permanenza dei giovani nella famiglia d’origine è protratta nel tempo in una condizione di moratoria psicosociale, un momento di sospensione in cui è possibile sperimentarsi. Le cause che spingono i giovani a procrastinare il superamento delle soglie di passaggio sono legate tanto a fattori strutturali come la flessibilità lavorativa e l’allungamento dei percorsi formativi, quanto a variabili culturali come la presenza di una debole cultura dell’autonomia abitativa e il ruolo della famiglia nella transizione in assenza di sostegno istituzionale. In questo contesto svolgere un periodo di mobilità all’estero all’interno del progetto Erasmus, può facilitare l’acquisizione dell’autonomia, favorendo l’accesso ai ruoli adulti? È questa la domanda di ricerca a cui la seconda parte dell’elaborato tenta di rispondere attraverso la disamina della letteratura esistente e la realizzazione di dieci interviste realizzate con soggetti che hanno svolto l’Erasmus e orientate a cogliere l’esperienza vissuta. Particolare enfasi è stata posta sulle percezioni del singolo riguardo al tema dell’autonomia, la vita in famiglia e gli effetti che un distacco temporaneo può avere sul singolo percorso di transizione, considerando variabili quali il genere, il contesto di provenienza e il background.File | Dimensione | Formato | |
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