Il radon (222Rn) è un gas nobile radioattivo di origine naturale, prodotto dal decadimento dell’uranio 238 ed essendo inodore, incolore ed insapore, è molto difficile da individuare e da quantificare. Il radon fa parte della catena di decadimento dell’uranio 238 (definito radionuclide primordiale). Da questa stessa catena si originano, per effetto del decadimento, altri radionuclidi prodotti del radon, definiti figli a vita breve: polonio 218, piombo 214, bismuto 214, polonio 214, piombo 210, bismuto 210, polonio 210 e piombo 206. Il Po-218 e il Po-214 sono i più rilevanti perché in grado di sprigionare radiazioni ionizzanti di tipo alfa. L’uranio 238, così come il radon 222 possono trovarsi, in modo totalmente naturale, in moltissimi sottosuoli. Essendo il radon un elemento gassoso, tende a liberarsi dal terreno con il rischio di accumularsi negli ambienti confinati. Il terreno è quindi la fonte principale da cui si sprigiona il radon e per questo, i locali maggiormente a diretto contatto con il suolo, come: cantine, taverne, scantinati, garage, ecc. sono più soggetti alla sua presenza. Quando veniamo esposti al radon inalandolo, i suoi prodotti di decadimento si attaccano alle pareti interne dell’apparato bronchiale e decadendo sprigionano radiazioni ionizzanti, producendo danni alle cellule bronco-polmonari che col tempo aumentano il rischio di sviluppare cancro ai polmoni. Il D.Lgs 101/2020 va a stabilire un livello di riferimento, fissato a 300 Bq/m3 che è la concentrazione di attività radon al di sopra del quale non è appropriato consentire le esposizioni, ed è valido sia per i luoghi di lavoro che per le abitazioni private. Obiettivo: contribuire alla conoscenza delle tematiche che vedono protagoniste il radon e la salute pubblica con un’attenta analisi del rischio. In particolare, è stato analizzato un caso studio concreto in un luogo di lavoro, considerato anche ambiente “sensibile”, in quanto scuola dell’infanzia. Materiali e metodi: la scuola esaminata è situata in un ambiente particolarmente ricco dal punto di vista delle concentrazioni di radon. Avvalendoci di strumenti di misura attivi e passivi, tramite un monitoraggio ad hoc e una successiva elaborazione dei dati, si è cercato in prima battuta di proporre soluzioni economiche e che potessero essere attuate nel più breve tempo possibile, come: il potenziamento del ricambio d’aria e l’efficientamento degli scambiatori d’aria già posti in opera a seguito di un intervento edilizio rivolto esclusivamente al risparmio energetico (cappotto), ma senza attenzione all’aspetto del radon. Seppur siano state installate correttamente le misure correttive proposte, che hanno condotto ad un’effettiva riduzione delle concentrazioni di radon, il loro mantenimento nel tempo si è rivelato un aspetto particolarmente critico. In uno degli ultimi sopralluoghi effettuati per ritirare gli strumenti di misurazione attiva, ci siamo infatti trovati di fronte ad uno scorretto utilizzo delle centraline di comando della ventola a vetro, con il selettore dell’accensione/spegnimento impostato su OFF. Discussione: Ciò che emerge da questo studio è quindi l’importanza, non solo di attuare le corrette azioni correttive associate alla problematica del radon indoor, ma anche la consapevolezza di dover mantenere nel tempo le azioni di risanamento implementate.

L'esposizione ambientale al gas Radon dei lavoratori, in ambienti sensibili

ROMANATO, ALESSANDRO
2020/2021

Abstract

Il radon (222Rn) è un gas nobile radioattivo di origine naturale, prodotto dal decadimento dell’uranio 238 ed essendo inodore, incolore ed insapore, è molto difficile da individuare e da quantificare. Il radon fa parte della catena di decadimento dell’uranio 238 (definito radionuclide primordiale). Da questa stessa catena si originano, per effetto del decadimento, altri radionuclidi prodotti del radon, definiti figli a vita breve: polonio 218, piombo 214, bismuto 214, polonio 214, piombo 210, bismuto 210, polonio 210 e piombo 206. Il Po-218 e il Po-214 sono i più rilevanti perché in grado di sprigionare radiazioni ionizzanti di tipo alfa. L’uranio 238, così come il radon 222 possono trovarsi, in modo totalmente naturale, in moltissimi sottosuoli. Essendo il radon un elemento gassoso, tende a liberarsi dal terreno con il rischio di accumularsi negli ambienti confinati. Il terreno è quindi la fonte principale da cui si sprigiona il radon e per questo, i locali maggiormente a diretto contatto con il suolo, come: cantine, taverne, scantinati, garage, ecc. sono più soggetti alla sua presenza. Quando veniamo esposti al radon inalandolo, i suoi prodotti di decadimento si attaccano alle pareti interne dell’apparato bronchiale e decadendo sprigionano radiazioni ionizzanti, producendo danni alle cellule bronco-polmonari che col tempo aumentano il rischio di sviluppare cancro ai polmoni. Il D.Lgs 101/2020 va a stabilire un livello di riferimento, fissato a 300 Bq/m3 che è la concentrazione di attività radon al di sopra del quale non è appropriato consentire le esposizioni, ed è valido sia per i luoghi di lavoro che per le abitazioni private. Obiettivo: contribuire alla conoscenza delle tematiche che vedono protagoniste il radon e la salute pubblica con un’attenta analisi del rischio. In particolare, è stato analizzato un caso studio concreto in un luogo di lavoro, considerato anche ambiente “sensibile”, in quanto scuola dell’infanzia. Materiali e metodi: la scuola esaminata è situata in un ambiente particolarmente ricco dal punto di vista delle concentrazioni di radon. Avvalendoci di strumenti di misura attivi e passivi, tramite un monitoraggio ad hoc e una successiva elaborazione dei dati, si è cercato in prima battuta di proporre soluzioni economiche e che potessero essere attuate nel più breve tempo possibile, come: il potenziamento del ricambio d’aria e l’efficientamento degli scambiatori d’aria già posti in opera a seguito di un intervento edilizio rivolto esclusivamente al risparmio energetico (cappotto), ma senza attenzione all’aspetto del radon. Seppur siano state installate correttamente le misure correttive proposte, che hanno condotto ad un’effettiva riduzione delle concentrazioni di radon, il loro mantenimento nel tempo si è rivelato un aspetto particolarmente critico. In uno degli ultimi sopralluoghi effettuati per ritirare gli strumenti di misurazione attiva, ci siamo infatti trovati di fronte ad uno scorretto utilizzo delle centraline di comando della ventola a vetro, con il selettore dell’accensione/spegnimento impostato su OFF. Discussione: Ciò che emerge da questo studio è quindi l’importanza, non solo di attuare le corrette azioni correttive associate alla problematica del radon indoor, ma anche la consapevolezza di dover mantenere nel tempo le azioni di risanamento implementate.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/136584