Da diversi anni, l’immunoterapia rappresenta un approccio terapeutico in oncologia. Ha come principio di base metodi che sfruttano la risposta immunitaria del nostro organismo per combattere lo sviluppo e la crescita dei tumori. Le opzioni terapeutiche utilizzate comprendono il blocco dei checkpoint immunitari (ICI), il trasferimento adottivo di cellule ingegnerizzate (ACT) e i vaccini contro il cancro. Le diverse immunoterapie hanno riscontrato notevoli successi in una grande varietà di contesti e in pazienti con malattie precedentemente refrattarie alle terapie. Pur tuttavia rimangono dei limiti: l’eventuale bassa efficacia del trattamento, l’elevata tossicità, i sistemi di somministrazione inefficienti e lo sviluppo della resistenza dato dal microambiente tumorale (TME) ostile e, non ultimi, gli alti costi. Le terapie CAR-T hanno rivoluzionato il trattamento del cancro ematologico ma spesso falliscono, soprattutto nei tumori solidi. Il fallimento in questi tumori è dato dall’eterogeneità degli stessi, dal TME altamente immunosoppressivo e dalla scarsa capacità di infiltrazione delle cellule CAR-T. Attualmente, per migliorarne l’efficacia, l’ingegnieria CAR-T è progredita alla 4° generazione, nella quale si aggiungono citochine o combinazioni di esse con i loro rispettivi recettori. E’già noto come alcune citochine, quali IL-2, IL-7, IL-12 e IL-15, siano molto efficaci come elementi costituitivi delle cellule CAR-T di quarta generazione. Si è studiato, quindi, l’impiego di altre citochine o di combinazioni delle stesse nelle cellule CAR-T nel tentativo di raggiungere una migliore efficacia terapeutica. L’attenzione si è focalizzata in particolar modo sulla chemochina IP-10 sulla quale già diversi studi di ricerca sul cancro avevano dimostrato la sua efficacia nella soppressione dei tumori o nel rallentamento della loro progressione grazie alla generazione di risposte immunitarie antitumorali. Sono stati quindi condotti altri studi clinici ed esperimenti in vitro per verificare la potenziale efficacia di IP-10 anche nei confronti delle cellule CAR-T e tra questi, lo studio della pubblicazione da me elaborata. IP-10 ha dimostrato grande efficacia nella proliferazione delle cellule CAR-T anche dopo stimolazione con cellule tumorali bersaglio, nell’aumento della capacità citotossica anche a bassi rapporti effettore:bersaglio e nel promuovere la chemiotassi di cellule CAR-T CD8+. In sintesi, questo potenziale clinico di IP-10 nell’immunoterapia con cellule CAR-T è oggetto di ulteriori studi per valutarne l’efficacia e gli eventuali sviluppi futuri in pratica clinica.
CAR-T con IP-10 come nuovo approccio immunoterapico per la cura delle neoplasie ematologiche
CIANCIO, CECILIA MARIA
2021/2022
Abstract
Da diversi anni, l’immunoterapia rappresenta un approccio terapeutico in oncologia. Ha come principio di base metodi che sfruttano la risposta immunitaria del nostro organismo per combattere lo sviluppo e la crescita dei tumori. Le opzioni terapeutiche utilizzate comprendono il blocco dei checkpoint immunitari (ICI), il trasferimento adottivo di cellule ingegnerizzate (ACT) e i vaccini contro il cancro. Le diverse immunoterapie hanno riscontrato notevoli successi in una grande varietà di contesti e in pazienti con malattie precedentemente refrattarie alle terapie. Pur tuttavia rimangono dei limiti: l’eventuale bassa efficacia del trattamento, l’elevata tossicità, i sistemi di somministrazione inefficienti e lo sviluppo della resistenza dato dal microambiente tumorale (TME) ostile e, non ultimi, gli alti costi. Le terapie CAR-T hanno rivoluzionato il trattamento del cancro ematologico ma spesso falliscono, soprattutto nei tumori solidi. Il fallimento in questi tumori è dato dall’eterogeneità degli stessi, dal TME altamente immunosoppressivo e dalla scarsa capacità di infiltrazione delle cellule CAR-T. Attualmente, per migliorarne l’efficacia, l’ingegnieria CAR-T è progredita alla 4° generazione, nella quale si aggiungono citochine o combinazioni di esse con i loro rispettivi recettori. E’già noto come alcune citochine, quali IL-2, IL-7, IL-12 e IL-15, siano molto efficaci come elementi costituitivi delle cellule CAR-T di quarta generazione. Si è studiato, quindi, l’impiego di altre citochine o di combinazioni delle stesse nelle cellule CAR-T nel tentativo di raggiungere una migliore efficacia terapeutica. L’attenzione si è focalizzata in particolar modo sulla chemochina IP-10 sulla quale già diversi studi di ricerca sul cancro avevano dimostrato la sua efficacia nella soppressione dei tumori o nel rallentamento della loro progressione grazie alla generazione di risposte immunitarie antitumorali. Sono stati quindi condotti altri studi clinici ed esperimenti in vitro per verificare la potenziale efficacia di IP-10 anche nei confronti delle cellule CAR-T e tra questi, lo studio della pubblicazione da me elaborata. IP-10 ha dimostrato grande efficacia nella proliferazione delle cellule CAR-T anche dopo stimolazione con cellule tumorali bersaglio, nell’aumento della capacità citotossica anche a bassi rapporti effettore:bersaglio e nel promuovere la chemiotassi di cellule CAR-T CD8+. In sintesi, questo potenziale clinico di IP-10 nell’immunoterapia con cellule CAR-T è oggetto di ulteriori studi per valutarne l’efficacia e gli eventuali sviluppi futuri in pratica clinica.File | Dimensione | Formato | |
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