In Europa la lince eurasiatica è considerata in buono stato di conservazione, non è a rischio di estinzione e risulta nella categoria <<Rischio minimo>> (Least concern, LC) della Lista Rossa della IUCN. La sua conservazione è di grande interesse a scala europea. La lince appartiene all’ordine dei carnivori e la sua alimentazione è basata principalmente su prede come la lepre (Leprus europaeus) e il capriolo (Capreolus capreolus), raramente utilizza anche altri ungulati selvatici. A riguardo si sono condotti studi specifici sul calo della dimensione della popolazione del capriolo dovuta alla reintroduzione della lince in alcune aree del Nord Europa come la Norvegia e la Svezia. La riproduzione della lince avviene verso tardo inverno/inizio primavera e la gestazione dura circa 70 giorni. Nonostante siano animali prevalentemente notturni, il loro modello di vita non è basato sulle condizioni di luce ma sull’attività giornaliera della loro principale preda. Nel continente europeo la distribuzione di questo felino varia in base alle condizioni ambientali quali: la copertura forestale, le reti stradali, i campi coltivati e gli insediamenti antropici. Da alcuni studi è emerso che le aree più disturbate dall’uomo sono evitate dall’animale ed inoltre si è notata l’esistenza di un trade off tra abbondanza di preda ed evitamento dell’attività umana. Attualmente le più grandi popolazioni di lince si trovano a Nord e Ovest Europa, nell’area degli stati Scandinavi e Baltici. In Europa sono stimati un totale di 9000 - 10000 individui presenti, in uno studio condotto dagli anni 2006 a 2011, distribuiti in quasi tutti gli stati europei. Purtroppo molte delle metapopolazioni di lince eurasiatica tra cui quella dei Balcani, dei Carpazi e in Spagna, soffrono di incroci tra consanguinei dovuti ad un bassa dimensione di popolazione. Ciò causa la diminuzione della variabilità genetica e la restrizione del pool genetico di queste popolazioni. La sottospecie Lynx pardinus è quella che ha subito più perdita a livello genetico. Si trova solo in due specifiche aree della penisola iberica, Donana e Andujar a sud della Spagna. Il suo coefficiente di inbreeding è altrettanto alto a causa di una drastica diminuzione di individui e all’aumento dell’isolamento della specie nel corso del secolo. Grazie all’applicazione dei piani di conservazione, aiutati da programmi di reintroduzione della specie o di rafforzamento numerico, per esempio in Pomerania (Polonia) e in Svizzera Centrale, si è assistito all’aumento demografico della popolazione e la sua diffusione nel territorio circostante. In base ai risultati ottenuti è stato possibile avanzare dei suggerimenti per i futuri piani di reintroduzione e per l’attuale controllo delle specie ripristinate, analizzando le risposte ai vari cambiamenti ambientali e alle alterazioni antropiche. Purtroppo è molto probabile che per un’effettiva conservazione della specie a lungo termine, sarà ancora necessario l’intervento umano (come ad esempio nella reintroduzione degli individui o nella creazione di corridoi), nonostante risultino aree idonee alla presenza della lince in quasi tutta Europa (solitamente corrispondenti a zone con alta densità forestale). Azioni di conservazione a lungo termine sono quindi ancora necessarie per assistere ad un’espansione della popolazione di lince nel continente europeo.

Minacce e Soluzioni per la Conservazione della Lince in Europa

FERRANTE, LUCREZIA
2021/2022

Abstract

In Europa la lince eurasiatica è considerata in buono stato di conservazione, non è a rischio di estinzione e risulta nella categoria <> (Least concern, LC) della Lista Rossa della IUCN. La sua conservazione è di grande interesse a scala europea. La lince appartiene all’ordine dei carnivori e la sua alimentazione è basata principalmente su prede come la lepre (Leprus europaeus) e il capriolo (Capreolus capreolus), raramente utilizza anche altri ungulati selvatici. A riguardo si sono condotti studi specifici sul calo della dimensione della popolazione del capriolo dovuta alla reintroduzione della lince in alcune aree del Nord Europa come la Norvegia e la Svezia. La riproduzione della lince avviene verso tardo inverno/inizio primavera e la gestazione dura circa 70 giorni. Nonostante siano animali prevalentemente notturni, il loro modello di vita non è basato sulle condizioni di luce ma sull’attività giornaliera della loro principale preda. Nel continente europeo la distribuzione di questo felino varia in base alle condizioni ambientali quali: la copertura forestale, le reti stradali, i campi coltivati e gli insediamenti antropici. Da alcuni studi è emerso che le aree più disturbate dall’uomo sono evitate dall’animale ed inoltre si è notata l’esistenza di un trade off tra abbondanza di preda ed evitamento dell’attività umana. Attualmente le più grandi popolazioni di lince si trovano a Nord e Ovest Europa, nell’area degli stati Scandinavi e Baltici. In Europa sono stimati un totale di 9000 - 10000 individui presenti, in uno studio condotto dagli anni 2006 a 2011, distribuiti in quasi tutti gli stati europei. Purtroppo molte delle metapopolazioni di lince eurasiatica tra cui quella dei Balcani, dei Carpazi e in Spagna, soffrono di incroci tra consanguinei dovuti ad un bassa dimensione di popolazione. Ciò causa la diminuzione della variabilità genetica e la restrizione del pool genetico di queste popolazioni. La sottospecie Lynx pardinus è quella che ha subito più perdita a livello genetico. Si trova solo in due specifiche aree della penisola iberica, Donana e Andujar a sud della Spagna. Il suo coefficiente di inbreeding è altrettanto alto a causa di una drastica diminuzione di individui e all’aumento dell’isolamento della specie nel corso del secolo. Grazie all’applicazione dei piani di conservazione, aiutati da programmi di reintroduzione della specie o di rafforzamento numerico, per esempio in Pomerania (Polonia) e in Svizzera Centrale, si è assistito all’aumento demografico della popolazione e la sua diffusione nel territorio circostante. In base ai risultati ottenuti è stato possibile avanzare dei suggerimenti per i futuri piani di reintroduzione e per l’attuale controllo delle specie ripristinate, analizzando le risposte ai vari cambiamenti ambientali e alle alterazioni antropiche. Purtroppo è molto probabile che per un’effettiva conservazione della specie a lungo termine, sarà ancora necessario l’intervento umano (come ad esempio nella reintroduzione degli individui o nella creazione di corridoi), nonostante risultino aree idonee alla presenza della lince in quasi tutta Europa (solitamente corrispondenti a zone con alta densità forestale). Azioni di conservazione a lungo termine sono quindi ancora necessarie per assistere ad un’espansione della popolazione di lince nel continente europeo.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/136443