In the common imagination, the cicatrix is associated with a superficial injury to the skin and consequently to something unaesthetic. However, those who follow patients in the health and kinesiology path are fully aware of the implications of unhealed cicatrixes that invade the subcutaneous layers and often relate to posture pathologies as well. In the evolution of the healing process of a cicatrix, precise phases follow one another, such as: coagulation and haemostasis, inflammation, proliferation and remodelling of the wound. The healing process can be affected by various factors including those structural and genetic that prevent a physiological closure of the wound. In particular, keloids and, according to more and more recent data found among the population, are fibroproliferative disorders in which the cicatrix tissue reproduces itself excessively and causes fibrosis. The outcomes of a cicatrix are not only found on the skin, as this is directly in communication with the underlying connective layer, defined as “fascia”. The normal flow of the tissues allows the harmony of the lymphatic and vascular system, which can suffer interruptions instead, as a result of the tissue trauma suffered in which the layers adhere to each other by compacting, limiting and blocking the elasticity of the parts. The treatment for the adhesions -thus formed- is certainly the manual one, that favours the detachment of the tissues and (combined with the kinesiological protocols of fascial stretching) allows free movement also in the muscle fascia. Regaining free myofascial movement leads to the recovery of postural imbalances that have weakened the physiological symmetry overtime.

Nell’immaginario comune la cicatrice si associa ad una ingiuria superficiale della pelle con conseguente aspetto antiestetico. Tuttavia, chi si occupa di soggetti che hanno affrontato un percorso sanitario e chinesiologico, è ben conscio delle implicazioni che le cicatrici non trattate procurano agli strati sottocutanei, e sovente esse si associano anche ad alterazioni di tipo posturale. Nell’evolversi del processo di guarigione di una cicatrice si susseguono precise fasi, quali: la coagulazione e l’emostasi, l’infiammazione, la proliferazione e il rimodellamento della ferita. Il processo di cicatrizzazione può però risentire di vari fattori, ivi compresi quelli strutturali e genetici, che di fatto impediscono la fisiologica chiusura della ferita. In particolare i cheloidi e le cicatrici ipertrofiche, secondo dati recenti sempre più riscontrabili tra la popolazione, rappresentano dei veri disturbi fibroproliferativi, in cui il tessuto si riproduce in maniera eccessiva determinando una condizione fibrotica. Gli esiti di una cicatrice non si riscontrano però soltanto a livello cutaneo, poiché quest’ultimo è direttamente in comunicazione con lo strato connettivale sottostante meglio definito come fascia. Di norma lo scorrimento dei tessuti deve consentire l’armonia del sistema linfatico e vascolare. Queste due strutture possono tuttavia subire interruzioni a seguito di un trauma tissutale, in cui gli strati aderiscono tra loro, compattandosi, limitando e bloccandone l’elasticità. Il trattamento di elezione per il trattamento delle aderenze rimane sicuramente quello manuale, poiché in grado di facilitare lo scollamento dei tessuti. L’abbinamento della tecnica ai protocolli chinesiologici di allungamento, permette di liberare il movimento anche a livello della fascia muscolare. Il riappropriarsi della cinematica miofasciale consente pertanto il recupero di eventuali squilibri posturali, che nel tempo hanno indebolito la fisiologica simmetria.

Squilibri posturali e cicatrici

BENATI, CLAUDIA
2021/2022

Abstract

Nell’immaginario comune la cicatrice si associa ad una ingiuria superficiale della pelle con conseguente aspetto antiestetico. Tuttavia, chi si occupa di soggetti che hanno affrontato un percorso sanitario e chinesiologico, è ben conscio delle implicazioni che le cicatrici non trattate procurano agli strati sottocutanei, e sovente esse si associano anche ad alterazioni di tipo posturale. Nell’evolversi del processo di guarigione di una cicatrice si susseguono precise fasi, quali: la coagulazione e l’emostasi, l’infiammazione, la proliferazione e il rimodellamento della ferita. Il processo di cicatrizzazione può però risentire di vari fattori, ivi compresi quelli strutturali e genetici, che di fatto impediscono la fisiologica chiusura della ferita. In particolare i cheloidi e le cicatrici ipertrofiche, secondo dati recenti sempre più riscontrabili tra la popolazione, rappresentano dei veri disturbi fibroproliferativi, in cui il tessuto si riproduce in maniera eccessiva determinando una condizione fibrotica. Gli esiti di una cicatrice non si riscontrano però soltanto a livello cutaneo, poiché quest’ultimo è direttamente in comunicazione con lo strato connettivale sottostante meglio definito come fascia. Di norma lo scorrimento dei tessuti deve consentire l’armonia del sistema linfatico e vascolare. Queste due strutture possono tuttavia subire interruzioni a seguito di un trauma tissutale, in cui gli strati aderiscono tra loro, compattandosi, limitando e bloccandone l’elasticità. Il trattamento di elezione per il trattamento delle aderenze rimane sicuramente quello manuale, poiché in grado di facilitare lo scollamento dei tessuti. L’abbinamento della tecnica ai protocolli chinesiologici di allungamento, permette di liberare il movimento anche a livello della fascia muscolare. Il riappropriarsi della cinematica miofasciale consente pertanto il recupero di eventuali squilibri posturali, che nel tempo hanno indebolito la fisiologica simmetria.
ITA
In the common imagination, the cicatrix is associated with a superficial injury to the skin and consequently to something unaesthetic. However, those who follow patients in the health and kinesiology path are fully aware of the implications of unhealed cicatrixes that invade the subcutaneous layers and often relate to posture pathologies as well. In the evolution of the healing process of a cicatrix, precise phases follow one another, such as: coagulation and haemostasis, inflammation, proliferation and remodelling of the wound. The healing process can be affected by various factors including those structural and genetic that prevent a physiological closure of the wound. In particular, keloids and, according to more and more recent data found among the population, are fibroproliferative disorders in which the cicatrix tissue reproduces itself excessively and causes fibrosis. The outcomes of a cicatrix are not only found on the skin, as this is directly in communication with the underlying connective layer, defined as “fascia”. The normal flow of the tissues allows the harmony of the lymphatic and vascular system, which can suffer interruptions instead, as a result of the tissue trauma suffered in which the layers adhere to each other by compacting, limiting and blocking the elasticity of the parts. The treatment for the adhesions -thus formed- is certainly the manual one, that favours the detachment of the tissues and (combined with the kinesiological protocols of fascial stretching) allows free movement also in the muscle fascia. Regaining free myofascial movement leads to the recovery of postural imbalances that have weakened the physiological symmetry overtime.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/136423