Il fenomeno dell’auto elettrica sia in Italia e soprattutto a livello mondo, sta trasformando profondamente il mercato automobilistico con ciò attirando sul tema una crescente attenzione da parte delle case automobilistiche e del mercato di riferimento. Negli ultimi anni infatti, una sempre più stringente legislazione di settore, che impone ai car’s makers il rispetto dei limiti delle emissioni di C02, e la crescente sensibilizzazione sui temi della sostenibilità e degli impatti ambientali, hanno imposto di fatto, ai principali costruttori automobilistici di investire sempre di più nella ricerca e nello sviluppo di prodotti elettrici o elettrificati, proprio al fine di garantire il rispetto delle normative di settore che impongono limiti alle emissioni inquinati e conseguentemente evitare le pesanti sanzioni nel caso di superamento di detti limiti. Ovviamente, lo sviluppo di questi nuovi prodotti si scontra con una serie di limitazioni sia di carattere tecnico che logistico-infrastrutturale delle economie di riferimento, oltre ad imporre un cambiamento culturale da parte degli utenti, come conseguenza. In primo luogo, infatti, la produzione di auto elettriche risulta al momento estremamente più costosa rispetto alla produzione di un’autovettura termica tradizionale principalmente in ragione delle componenti tecniche di alimentazioni quali le batterie e la loro dimensione; in secondo luogo l’arretratezza delle infrastrutture logistiche/organizzative, in particolare in Italia, impediscono di fatto la diffusione in larga scala dei prodotti di mobilità elettrica. Quindi l’espansione del mercato delle auto elettriche ed elettrificate deve scontare in primis questi ostacoli di carattere tecnico-logistico- organizzativo prima di poter esprimere appieno tutte le potenzialità di tale nuovo fenomeno. Sul punto però non tutte le case automobilistiche sono concordi nelle prospettive di sviluppo del mercato. Ad esempio, il grande capo di Toyota, Akio Toyoda, ha dichiarato qualche settimana fa, che produrre auto elettriche non migliorerà l’ambiente, anzi lo peggiorerà perché il loro contributo alla riduzione della CO2 è “sopravvalutato”. E ha aggiunto che dal punto di vista economico le auto a batteria costituiscono un rischio per le Case. Di segno analogo le dichiarazioni dei numeri uno di PSA, Carlos Tavares, e del gruppo Bosch, Volkmar Denner. Quest’ultimo ha condannato la sbrigativa demonizzazione del diesel e ha minacciato di dover ridimensionare la manodopera dei suoi stabilimenti, compreso quello pugliese, se i politici non gestiranno con attenzione la transizione all’elettrico e ha commentato: “l’elettrico è green solo se l’energia adoperata per la carica deriva da fonti veramente rinnovabili”. Queste importanti e significative prese di posizione verso l’auto a batteria non hanno modificato tuttavia il consenso mediatico di stampa, di governi e di opinione pubblica disposti a tutto pur di non perdere quote di mercato, di soddisfare ogni richiesta dei clienti e, soprattutto, di non dover pagare pesanti sanzioni per sforamento dei limiti di emissione di CO2 (una media di 95 grammi/km per l’intera flotta). In sostanza le elettriche pur perdendo di fatto gran parte del proprio scopo quando hanno pacchi di batteria molto grandi perché le emissioni di CO2 nel ciclo di vita risultano comunque elevate, da diversi studi risulta che pacchi batteria inferiori a 40-50 kWh possono dare benefici in gran parte dell’Europa.

IL MERCATO ELETTRICO NEL SETTORE AUTOMOTIVE

JURA, ALESSANDRO
2021/2022

Abstract

Il fenomeno dell’auto elettrica sia in Italia e soprattutto a livello mondo, sta trasformando profondamente il mercato automobilistico con ciò attirando sul tema una crescente attenzione da parte delle case automobilistiche e del mercato di riferimento. Negli ultimi anni infatti, una sempre più stringente legislazione di settore, che impone ai car’s makers il rispetto dei limiti delle emissioni di C02, e la crescente sensibilizzazione sui temi della sostenibilità e degli impatti ambientali, hanno imposto di fatto, ai principali costruttori automobilistici di investire sempre di più nella ricerca e nello sviluppo di prodotti elettrici o elettrificati, proprio al fine di garantire il rispetto delle normative di settore che impongono limiti alle emissioni inquinati e conseguentemente evitare le pesanti sanzioni nel caso di superamento di detti limiti. Ovviamente, lo sviluppo di questi nuovi prodotti si scontra con una serie di limitazioni sia di carattere tecnico che logistico-infrastrutturale delle economie di riferimento, oltre ad imporre un cambiamento culturale da parte degli utenti, come conseguenza. In primo luogo, infatti, la produzione di auto elettriche risulta al momento estremamente più costosa rispetto alla produzione di un’autovettura termica tradizionale principalmente in ragione delle componenti tecniche di alimentazioni quali le batterie e la loro dimensione; in secondo luogo l’arretratezza delle infrastrutture logistiche/organizzative, in particolare in Italia, impediscono di fatto la diffusione in larga scala dei prodotti di mobilità elettrica. Quindi l’espansione del mercato delle auto elettriche ed elettrificate deve scontare in primis questi ostacoli di carattere tecnico-logistico- organizzativo prima di poter esprimere appieno tutte le potenzialità di tale nuovo fenomeno. Sul punto però non tutte le case automobilistiche sono concordi nelle prospettive di sviluppo del mercato. Ad esempio, il grande capo di Toyota, Akio Toyoda, ha dichiarato qualche settimana fa, che produrre auto elettriche non migliorerà l’ambiente, anzi lo peggiorerà perché il loro contributo alla riduzione della CO2 è “sopravvalutato”. E ha aggiunto che dal punto di vista economico le auto a batteria costituiscono un rischio per le Case. Di segno analogo le dichiarazioni dei numeri uno di PSA, Carlos Tavares, e del gruppo Bosch, Volkmar Denner. Quest’ultimo ha condannato la sbrigativa demonizzazione del diesel e ha minacciato di dover ridimensionare la manodopera dei suoi stabilimenti, compreso quello pugliese, se i politici non gestiranno con attenzione la transizione all’elettrico e ha commentato: “l’elettrico è green solo se l’energia adoperata per la carica deriva da fonti veramente rinnovabili”. Queste importanti e significative prese di posizione verso l’auto a batteria non hanno modificato tuttavia il consenso mediatico di stampa, di governi e di opinione pubblica disposti a tutto pur di non perdere quote di mercato, di soddisfare ogni richiesta dei clienti e, soprattutto, di non dover pagare pesanti sanzioni per sforamento dei limiti di emissione di CO2 (una media di 95 grammi/km per l’intera flotta). In sostanza le elettriche pur perdendo di fatto gran parte del proprio scopo quando hanno pacchi di batteria molto grandi perché le emissioni di CO2 nel ciclo di vita risultano comunque elevate, da diversi studi risulta che pacchi batteria inferiori a 40-50 kWh possono dare benefici in gran parte dell’Europa.
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