Alfredo D’Andrade restauratore. Un itinerario attraverso alcune opere tra Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria.

The purpose of this paper was to outline the figure of Alfredo D'Andrade as a scholar and restorer who enabled the preservation of some Italian monuments and buildings. D'Andrade was supposed to carry on the family business, but, during an apprenticeship in Genoa, he showed great passion for monuments and architecture. He, therefore, abandoned the path his father wanted him to take and pursued his art dreams. In his restoration work, he uses a method in which he takes the original building as a model and gives it new value according to the taste of the time and functional needs, without completely detaching himself from its history. The protagonists of his first restoration works were the castles of Rivara, where he began to gain fieldwork, but over time he started working on restoring many buildings in Piedmont, Liguria, and Valle d'Aosta. Among them, the ones people know best are the Borgo medioevale e la Rocca, where he recreated some of the characteristics of 15th-century Piedmontese castles and the medieval lifestyle and architecture by creating a village all around the fortress; Palazzo Madama, a restoration that became famous for his use of a design setting that allowed him to bring back to light the different historical periods, starting from the Roman era, that characterized the structure, and to revive the façade designed by Juvarra; the Sacra di San Michele, which was in decline when d'Andrade was called in for his restoration, and for this reason, a first survey and then a long renovation phase was carried out. He also finished some projects that had been left unfinished. Other works mentioned in this paper are the castle of Pavone, which had been purchased by the D'Andrade family and, so, the restorer could freely work in the field, involving for the first time his son Ruy; the castle of Fénis, whose painting fascinated D'Andrade on his first visit and it was that which encouraged him to start the restoration work; and finally the church of Santo Stefano in Genoa, where the restorer did not directly participate but was only the mind behind all restoration work. The result reveals how important D'Andrade was for the preservation of buildings that have become urban symbols or are simply still objects of historical and cultural study.

Con questo elaborato si è voluta delineare la figura di Alfredo D’Andrade come studioso e restauratore che ha permesso la conservazione di monumenti e edifici nel territorio italiano. D’Andrade era destinato a continuare l’attività commerciale di famiglia, ma durante un tirocinio a Genova ha mostrato grande passione per il monumento e l’architettura. Ha abbandonato quindi la strada che il padre voleva che intraprendesse e ha inseguito i suoi sogni d’arte. Nella sua opera di restauro, utilizza un metodo di realizzazione, in cui prende come modello il manufatto originario e gli dà nuovo valore seguendo il gusto dell’epoca e le esigenze funzionali, senza distaccarsi completamente dalla sua storia. I protagonisti delle sue prime opere di restauro sono stati i castelli di Rivara, dove ha iniziato a fare esperienza nel campo, ma con il tempo è stato chiamato a restaurare tantissimi edifici in Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. Tra i più noti ci sono: il Borgo medioevale e la Rocca, dove ha rievocato alcune caratteristiche dei castelli piemontesi del XV secolo e lo stile di vita e l’architettura medioevali con la realizzazione di un borgo tutto intorno alla rocca; Palazzo Madama, restauro diventato famoso per l’utilizzo di un’impostazione progettuale che gli ha permesso di andare a far riemergere i diversi periodi storici, a partire dall’epoca romana, che hanno caratterizzato la struttura e a far rivivere la facciata realizzata da Juvarra; la Sacra di San Michele, la quale era reduce di un declino quando d’Andrade verrà chiamato per il suo restauro, e per questo è stata realizzata prima un’opera di rilevamento e poi una lunga fase di ristrutturazione, terminando anche alcuni progetti lasciati inconclusi. Altre opere citate sono il castello di Pavone, il quale era stato acquistato dalla famiglia D’Andrade e questo ha permesso al restauratore di avere piena libertà nel settore, coinvolgendo per la prima volta anche suo figlio Ruy; il castello di Fénis, la cui pittura ha affascinato D’Andrade durante la prima visita ed è stata proprio lei ad invogliare l’uomo ad iniziare l’opera di restauro; infine la chiesa di Santo Stefano in Genova, in cui il restauratore non ha partecipato sul campo, ma è stata solo la mente che ha elaborato ogni attività di restauro. Il risultato ottenuto rivela come D’Andrade sia stato importante per la tutela di edifici che sono diventati simboli urbani o sono semplicemente ancora oggi oggetti di studi storici e culturali.