Nella mia tesi vorrei analizzare il movimento di Non una di meno, ponendo un focus particolare sulla giornata di sciopero nazionale produttivo e riproduttivo dell’8 marzo. Il punto di partenza della mia analisi è, dunque, lo sciopero dell’8 marzo. Ho scelto di focalizzare e far ruotare la mia analisi attorno a questa giornata perché, nella logica del movimento, lo sciopero è inteso come una forma di mobilitazione molto potente, sia per la logica dei numeri, sia per la logica del danno e per il grande peso simbolico che questa giornata porta con sé. Vorrei iniziare la mia analisi cercando di capire dove si inserisce ideologicamente Non Una di Meno all’interno del panorama dei movimenti sociali e come questa ideologia viene espressa nello sciopero. Per compiere questa analisi farò riferimento al piano femminista contro la violenza di genere sulle donne “Abbiamo un piano” e ai diversi articoli scritti in merito dal movimento stesso. Gli articoli a cui faccio riferimento sono specificatamente quelli che spiegano il concetto di femminismo intersezionale, attraverso cui Non una Di Meno ha posto le basi per un nuovo tipo di femminismo. Dopo questa analisi iniziale, focalizzata soprattutto sull’aspetto ideologico, vorrei soffermarmi su un altro aspetto del movimento, cioè su come questo si sia diversificato nei diversi territori in cui è presente. Non Una di Meno, infatti, è un movimento nazionale, presente in tutte le regioni italiane. Quello che vorrei analizzare più a fondo, è il rapporto tra lotta a livello nazionale e lotta a livello locale, cioè quali sono le rivendicazioni del movimento decise all’interno delle assemblee nazionali e quelle invece specifiche, legate ad un preciso contesto locale. Vorrei poi soffermarmi su come queste lotte, che si sviluppano appunto su diversi piani, si amalgamano e si legano nelle piazze durante la giornata di sciopero dell’8 marzo. Per compiere questo tipo di analisi farò riferimento a due città in particolare, Verona e Torino. Ho deciso di focalizzarmi su queste due città perché credo siano due casi di studio interessanti da analizzare. A Verona, infatti, è stata portata avanti una dura lotta contro il Family Day nel 2019 e per l’aborto libero, sicuro e gratuito, dopo che la giunta comunale approvò una mozione per proclamare Verona “città per la vita” e finanziare associazioni “pro vita” di stampo cattolico. Per quanto riguarda Torino, invece, trovo che sia interessante perché la lotta territoriale si basa su una lotta ambientalista e contro le grandi opere, più specificatamente contro la Tav. A Torino, infatti, è molto presente l’ecofemminismo per questo motivo. Dopo aver compiuto questo tipo di analisi, mi concentrerò sulle logiche d’azione messe in atto dal movimento di Non Una di Meno, partendo dall’8 marzo 2017 per arrivare a quello del 2021. Ho deciso di prendere in considerazione diversi anni sia perché il movimento è giovane, in quanto nasce nel 2016, sia perché negli ultimi due anni, 2020 e 2021, a causa della pandemia ancora in atto, il movimento ha dovuto reinventarsi, per riuscire a costruire uno sciopero che non fosse lo sciopero dove venissero messe in atto le logiche d’azione tradizionali, ma che rispettasse le nuove regole imposte, ad esempio contro gli assembramenti. Non una di meno, infatti, ha dovuto inventarsi nuovi repertori d’azione, che potessero coniugare il vivere durante una pandemia e la logica del danno e dei numeri , che comunque non devono perdersi nella logica di f

Non Una Di Meno, Nuovi Femminismi e Sciopero Femminista.

ZARRI, GRETA
2020/2021

Abstract

Nella mia tesi vorrei analizzare il movimento di Non una di meno, ponendo un focus particolare sulla giornata di sciopero nazionale produttivo e riproduttivo dell’8 marzo. Il punto di partenza della mia analisi è, dunque, lo sciopero dell’8 marzo. Ho scelto di focalizzare e far ruotare la mia analisi attorno a questa giornata perché, nella logica del movimento, lo sciopero è inteso come una forma di mobilitazione molto potente, sia per la logica dei numeri, sia per la logica del danno e per il grande peso simbolico che questa giornata porta con sé. Vorrei iniziare la mia analisi cercando di capire dove si inserisce ideologicamente Non Una di Meno all’interno del panorama dei movimenti sociali e come questa ideologia viene espressa nello sciopero. Per compiere questa analisi farò riferimento al piano femminista contro la violenza di genere sulle donne “Abbiamo un piano” e ai diversi articoli scritti in merito dal movimento stesso. Gli articoli a cui faccio riferimento sono specificatamente quelli che spiegano il concetto di femminismo intersezionale, attraverso cui Non una Di Meno ha posto le basi per un nuovo tipo di femminismo. Dopo questa analisi iniziale, focalizzata soprattutto sull’aspetto ideologico, vorrei soffermarmi su un altro aspetto del movimento, cioè su come questo si sia diversificato nei diversi territori in cui è presente. Non Una di Meno, infatti, è un movimento nazionale, presente in tutte le regioni italiane. Quello che vorrei analizzare più a fondo, è il rapporto tra lotta a livello nazionale e lotta a livello locale, cioè quali sono le rivendicazioni del movimento decise all’interno delle assemblee nazionali e quelle invece specifiche, legate ad un preciso contesto locale. Vorrei poi soffermarmi su come queste lotte, che si sviluppano appunto su diversi piani, si amalgamano e si legano nelle piazze durante la giornata di sciopero dell’8 marzo. Per compiere questo tipo di analisi farò riferimento a due città in particolare, Verona e Torino. Ho deciso di focalizzarmi su queste due città perché credo siano due casi di studio interessanti da analizzare. A Verona, infatti, è stata portata avanti una dura lotta contro il Family Day nel 2019 e per l’aborto libero, sicuro e gratuito, dopo che la giunta comunale approvò una mozione per proclamare Verona “città per la vita” e finanziare associazioni “pro vita” di stampo cattolico. Per quanto riguarda Torino, invece, trovo che sia interessante perché la lotta territoriale si basa su una lotta ambientalista e contro le grandi opere, più specificatamente contro la Tav. A Torino, infatti, è molto presente l’ecofemminismo per questo motivo. Dopo aver compiuto questo tipo di analisi, mi concentrerò sulle logiche d’azione messe in atto dal movimento di Non Una di Meno, partendo dall’8 marzo 2017 per arrivare a quello del 2021. Ho deciso di prendere in considerazione diversi anni sia perché il movimento è giovane, in quanto nasce nel 2016, sia perché negli ultimi due anni, 2020 e 2021, a causa della pandemia ancora in atto, il movimento ha dovuto reinventarsi, per riuscire a costruire uno sciopero che non fosse lo sciopero dove venissero messe in atto le logiche d’azione tradizionali, ma che rispettasse le nuove regole imposte, ad esempio contro gli assembramenti. Non una di meno, infatti, ha dovuto inventarsi nuovi repertori d’azione, che potessero coniugare il vivere durante una pandemia e la logica del danno e dei numeri , che comunque non devono perdersi nella logica di f
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