In letteratura è possibile rintracciare diversi casi di artisti che, in seguito a lesioni cerebrali dovute principalmente ad ictus, hanno sviluppato sintomi da negligenza spaziale unilaterale. Queste persone, avendo abilità artistiche superiori alla media della popolazione, ci permettono di osservare in modo insolito i sintomi del neglect sia analizzando le loro performance nei test diagnostici sia confrontando le loro produzioni artistiche pre e post-lesione. Osservare questi casi peculiari può essere di grande utilitàper tentare di comprendere meglio questa sindrome. Il primo caso che verrà trattato è quello del grande regista italiano Federico Fellini che, in seguito ad un ictus all’emisfero destro, soffrì di neglect per un periodo e fu accuratamente analizzato da due Neuropsicologi. La consapevolezza del disturbo da parte di Fellini rende questo caso quasi unico all’interno della letteratura, in quanto nessuno dei normali pazienti è consapevole dei propri deficit. Saranno poi analizzati gli altri casi di artisti, più o meno celebri, presenti in letteratura, osservando le differenze che si possono notare tra le loro opere pre e post-lesione e anche il recupero, molto spesso solo parziale, delle loro abilità dopo un certo periodo di tempo. Per alcuni di questi artisti è stata documentata inoltre una dissociazione tra i risultati ai test diagnostici di copiatura o bisezione di linee, in cui risultavano assolutamente patologici, e le loro produzioni a memoria, che invece davano risultati nella norma. Infine, si nota, nella maggior parte dei casi trattati, un forte impatto emotivo in seguito alla diagnosi, caratterizzato da forte depressione, umore molto negativo e frustrazione dovuto sia alla diagnosi infausta in sé ma anche al timore di non essere più in grado di dipingere come un tempo. Ci si chiede, quindi, se questi sentimenti ostacolino o, al contrario, favoriscano la riabilitazione. Infine, si discuterà della possibilità di riabilitazione delle competenze artistiche, che nella maggior parte dei casi vengono in parte recuperate. Tuttavia, molto spesso quello che avviene non è un completo ritorno alle abilità precedenti la lesione, ma solo una compensazione del disturbo che non resta inosservata all’interno delle opere. Facendo riferimento al caso di Krystyna Habura (pittrice polacca che in seguito ad un ictus non si sentiva più in grado di dipingere come prima e fu sottoposta ad una terapia innovativa per recuperare completamente le sue abilità) si riflette sull’importanza della riabilitazione in soggetti “talentuosi”.
Il Neglect e l'Esperienza Artistica
TIBALDI, FEDERICO
2021/2022
Abstract
In letteratura è possibile rintracciare diversi casi di artisti che, in seguito a lesioni cerebrali dovute principalmente ad ictus, hanno sviluppato sintomi da negligenza spaziale unilaterale. Queste persone, avendo abilità artistiche superiori alla media della popolazione, ci permettono di osservare in modo insolito i sintomi del neglect sia analizzando le loro performance nei test diagnostici sia confrontando le loro produzioni artistiche pre e post-lesione. Osservare questi casi peculiari può essere di grande utilitàper tentare di comprendere meglio questa sindrome. Il primo caso che verrà trattato è quello del grande regista italiano Federico Fellini che, in seguito ad un ictus all’emisfero destro, soffrì di neglect per un periodo e fu accuratamente analizzato da due Neuropsicologi. La consapevolezza del disturbo da parte di Fellini rende questo caso quasi unico all’interno della letteratura, in quanto nessuno dei normali pazienti è consapevole dei propri deficit. Saranno poi analizzati gli altri casi di artisti, più o meno celebri, presenti in letteratura, osservando le differenze che si possono notare tra le loro opere pre e post-lesione e anche il recupero, molto spesso solo parziale, delle loro abilità dopo un certo periodo di tempo. Per alcuni di questi artisti è stata documentata inoltre una dissociazione tra i risultati ai test diagnostici di copiatura o bisezione di linee, in cui risultavano assolutamente patologici, e le loro produzioni a memoria, che invece davano risultati nella norma. Infine, si nota, nella maggior parte dei casi trattati, un forte impatto emotivo in seguito alla diagnosi, caratterizzato da forte depressione, umore molto negativo e frustrazione dovuto sia alla diagnosi infausta in sé ma anche al timore di non essere più in grado di dipingere come un tempo. Ci si chiede, quindi, se questi sentimenti ostacolino o, al contrario, favoriscano la riabilitazione. Infine, si discuterà della possibilità di riabilitazione delle competenze artistiche, che nella maggior parte dei casi vengono in parte recuperate. Tuttavia, molto spesso quello che avviene non è un completo ritorno alle abilità precedenti la lesione, ma solo una compensazione del disturbo che non resta inosservata all’interno delle opere. Facendo riferimento al caso di Krystyna Habura (pittrice polacca che in seguito ad un ictus non si sentiva più in grado di dipingere come prima e fu sottoposta ad una terapia innovativa per recuperare completamente le sue abilità) si riflette sull’importanza della riabilitazione in soggetti “talentuosi”.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/136058