L’obiettivo di questo elaborato è stato quello di valutare il ruolo del capitale intellettuale come fattore chiave al raggiungimento di un vantaggio competitivo sostenibile per l’organizzazione. In primis, si è definito che cosa si intende per capitale intellettuale, ovvero la risultante di un processo di interazione tra le risorse immateriali e le altre risorse aziendali. L’intellectual capital è costituito da tre elementi che sono: capitale umano, capitale strutturale e capitale relazionale. La teoria della “resourced-based view” identifica come fonte del “competitive advantage” la disponibilità da parte dell’azienda di risorse con le caratteristiche uniche di incertezza e immobilità. Tali attributi rendono il vantaggio competitivo sostenibile nel lungo termine e quindi capace di resistere all’azione di erosione e di imitazione da parte dei competitors. Il capitale intellettuale, quindi, comprendendo anche le suddette caratteristiche, risulta indispensabile per il raggiungimento e il mantenimento, da parte dell’organizzazione, del vantaggio competitivo. Sono stati analizzati due casi specifici di aziende con visioni agli antipodi per quanto riguarda l’utilizzo del capitale intellettuale come fonte del vantaggio competitivo sostenibile. Il primo caso analizzato è quello di un’azienda americana che rappresenta uno dei principali player del settore automotive mondiale, ovvero la Ford. La strategia aziendale era chiaramente rivolta alla massimizzazione della produzione, riducendo gli operai a semplici “macchinari” facenti parte della catena di montaggio. Ford portò avanti una politica a favore dei dipendenti solo in ambito salariale, dove aumentò del doppio la retribuzione agli operai per cercare di evitare un aumento incontrollabile e ingestibile del turnover aziendale. Il secondo caso analizzato è quello di un’azienda italiana radicata sul territorio piemontese, la Olivetti. La strategia aziendale di questa realtà veniva tradotta in azioni concrete tramite due direttrici fondamentali che orientavano l’operato di Adriano Olivetti nella ricerca del superamento o della mitigazione delle criticità legate all’organizzazione tayloristica della produzione. La prima direttrice è sicuramente la ricerca di un sistema produttivo alternativo alla catena di montaggio per rendere meno alienante e più vario il lavoro dell’operaio. La seconda direttrice è il costante aiuto rivolto agli operai tramite gli interventi sociali, come la creazione di asili nido per i figli dei dipendenti e di biblioteche. Si può dire che la Olivetti guidata da Adriano Olivetti sia l’esempio perfetto di come il capitale intellettuale possa generare il vantaggio competitivo più duraturo e forte nel tempo. In conclusione, si mettono a confronto le due realtà appena citate considerandole esempi di diverso utilizzo del capitale intellettuale al fine del raggiungimento del vantaggio competitivo. Infine viene posta l’attenzione sul mutato contesto socio-culturale e sulla necessità da parte delle aziende di ricercare nuove strategie al fine di valorizzare sempre più il capitale intellettuale.
Il capitale intellettuale quale vera base del vantaggio competitivo sostenibile.
MAGGIORA, EUGENIO
2021/2022
Abstract
L’obiettivo di questo elaborato è stato quello di valutare il ruolo del capitale intellettuale come fattore chiave al raggiungimento di un vantaggio competitivo sostenibile per l’organizzazione. In primis, si è definito che cosa si intende per capitale intellettuale, ovvero la risultante di un processo di interazione tra le risorse immateriali e le altre risorse aziendali. L’intellectual capital è costituito da tre elementi che sono: capitale umano, capitale strutturale e capitale relazionale. La teoria della “resourced-based view” identifica come fonte del “competitive advantage” la disponibilità da parte dell’azienda di risorse con le caratteristiche uniche di incertezza e immobilità. Tali attributi rendono il vantaggio competitivo sostenibile nel lungo termine e quindi capace di resistere all’azione di erosione e di imitazione da parte dei competitors. Il capitale intellettuale, quindi, comprendendo anche le suddette caratteristiche, risulta indispensabile per il raggiungimento e il mantenimento, da parte dell’organizzazione, del vantaggio competitivo. Sono stati analizzati due casi specifici di aziende con visioni agli antipodi per quanto riguarda l’utilizzo del capitale intellettuale come fonte del vantaggio competitivo sostenibile. Il primo caso analizzato è quello di un’azienda americana che rappresenta uno dei principali player del settore automotive mondiale, ovvero la Ford. La strategia aziendale era chiaramente rivolta alla massimizzazione della produzione, riducendo gli operai a semplici “macchinari” facenti parte della catena di montaggio. Ford portò avanti una politica a favore dei dipendenti solo in ambito salariale, dove aumentò del doppio la retribuzione agli operai per cercare di evitare un aumento incontrollabile e ingestibile del turnover aziendale. Il secondo caso analizzato è quello di un’azienda italiana radicata sul territorio piemontese, la Olivetti. La strategia aziendale di questa realtà veniva tradotta in azioni concrete tramite due direttrici fondamentali che orientavano l’operato di Adriano Olivetti nella ricerca del superamento o della mitigazione delle criticità legate all’organizzazione tayloristica della produzione. La prima direttrice è sicuramente la ricerca di un sistema produttivo alternativo alla catena di montaggio per rendere meno alienante e più vario il lavoro dell’operaio. La seconda direttrice è il costante aiuto rivolto agli operai tramite gli interventi sociali, come la creazione di asili nido per i figli dei dipendenti e di biblioteche. Si può dire che la Olivetti guidata da Adriano Olivetti sia l’esempio perfetto di come il capitale intellettuale possa generare il vantaggio competitivo più duraturo e forte nel tempo. In conclusione, si mettono a confronto le due realtà appena citate considerandole esempi di diverso utilizzo del capitale intellettuale al fine del raggiungimento del vantaggio competitivo. Infine viene posta l’attenzione sul mutato contesto socio-culturale e sulla necessità da parte delle aziende di ricercare nuove strategie al fine di valorizzare sempre più il capitale intellettuale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/135892