The question that prompted me to investigate the subject of this paper stems from my personal experience, and it is: “Can swimming, in its various forms, somehow influence the evolution of scoliosis in an adolescent subject?”. To answer the question, I thought it appropriate to divide the work into two parts: one describing the pathology, and another one in search of information that supported or disproved my thesis. I then proceeded to collect information: to illustrate what scoliosis was, to understand what approaches and methodologies were currently used to deal with the disease and to research the actual correlations between the practice of motor activity in water and scoliosis. To do this, the primary sources were: the guidelines of the International Scientific Society on Orthopedic Scoliosis and Rehabilitation Treatment (SOSORT), and the publications of the Italian Spine Science Institute (ISICO). In addition, to complete the paper, I searched for useful scientific articles through the PubMed database. From this research it emerges that the motor activity carried out in water mobilizes and induces the activation of the musculoskeletal system in a harmonious way and without excessive loads. This means that swimming may be advisable as an adjunct for “lighter” pathologies compared to scoliosis, such as mild discopathies and general back pain. On the other hand, degenerative pathologies affecting the spine require specific treatments and swimming should not be considered as a substitute for such treatments. On the contrary, in the presence of scoliosis it can even be harmful. The studies examined also show that the practice of swimming at a competitive level is associated with problems of the spine and back pain, losing the protective effect that the same activity can provide when practiced less intensely.

La domanda che mi ha spinto ad approfondire l’argomento di questo elaborato nasce dalla mia esperienza personale, ed è: ”Il nuoto, nelle sue varie forme, può in qualche modo influire nell’evoluzione di una scoliosi in un soggetto adolescente?”. Per rispondere alla domanda ho ritenuto opportuno suddividere il lavoro in due parti: una descrittiva della patologia, e un’altra volta alla ricerca di informazioni che supportassero o smentissero la mia tesi. Ho proceduto quindi col raccogliere informazioni: per illustrare che cosa fosse la scoliosi, per comprendere quali approcci e metodologie fossero attualmente utilizzati per affrontare la patologia e per ricercare le effettive correlazioni tra la pratica dell’attività motoria in acqua e la scoliosi. Per fare ciò, le fonti primarie sono state: le linee guida della Società Scientifica Internazionale sulla Scoliosi Ortopedica e per il Trattamento Riabilitativo (SOSORT), e le pubblicazioni dell’ Istituto Scientifico Italiano Colonna Vertebrale (ISICO). Inoltre, a completamento dell’elaborato, ho ricercato articoli scientifici utili tramite la banca dati PubMed. Da questa ricerca emerge che l’attività motoria svolta in acqua mobilizza e induce l’attivazione dell’apparato muscolo-scheletrico in modo armonico e senza eccessivi carichi. Ciò fa sì che il nuoto possa essere consigliabile come coadiuvante per patologie più “leggere” rispetto alla scoliosi, come lievi discopatie e generici mal di schiena. D’altra parte, le patologie degenerative che affliggono la colonna vertebrale necessitano di cure specifiche e il nuoto non deve essere considerato come sostituto di tali cure, anzi, in presenza di scoliosi può rivelarsi persino dannoso. Dagli studi presi in esame risulta inoltre che la pratica del nuoto a livello agonistico è associata a problematiche del rachide e mal di schiena, perdendo l’effetto protettivo che la stessa attività può fornire quando praticata in modo meno intenso.

Correlazione tra la scoliosi e l’attività motoria svolta in acqua

CUENI, PASCAL
2020/2021

Abstract

La domanda che mi ha spinto ad approfondire l’argomento di questo elaborato nasce dalla mia esperienza personale, ed è: ”Il nuoto, nelle sue varie forme, può in qualche modo influire nell’evoluzione di una scoliosi in un soggetto adolescente?”. Per rispondere alla domanda ho ritenuto opportuno suddividere il lavoro in due parti: una descrittiva della patologia, e un’altra volta alla ricerca di informazioni che supportassero o smentissero la mia tesi. Ho proceduto quindi col raccogliere informazioni: per illustrare che cosa fosse la scoliosi, per comprendere quali approcci e metodologie fossero attualmente utilizzati per affrontare la patologia e per ricercare le effettive correlazioni tra la pratica dell’attività motoria in acqua e la scoliosi. Per fare ciò, le fonti primarie sono state: le linee guida della Società Scientifica Internazionale sulla Scoliosi Ortopedica e per il Trattamento Riabilitativo (SOSORT), e le pubblicazioni dell’ Istituto Scientifico Italiano Colonna Vertebrale (ISICO). Inoltre, a completamento dell’elaborato, ho ricercato articoli scientifici utili tramite la banca dati PubMed. Da questa ricerca emerge che l’attività motoria svolta in acqua mobilizza e induce l’attivazione dell’apparato muscolo-scheletrico in modo armonico e senza eccessivi carichi. Ciò fa sì che il nuoto possa essere consigliabile come coadiuvante per patologie più “leggere” rispetto alla scoliosi, come lievi discopatie e generici mal di schiena. D’altra parte, le patologie degenerative che affliggono la colonna vertebrale necessitano di cure specifiche e il nuoto non deve essere considerato come sostituto di tali cure, anzi, in presenza di scoliosi può rivelarsi persino dannoso. Dagli studi presi in esame risulta inoltre che la pratica del nuoto a livello agonistico è associata a problematiche del rachide e mal di schiena, perdendo l’effetto protettivo che la stessa attività può fornire quando praticata in modo meno intenso.
ITA
The question that prompted me to investigate the subject of this paper stems from my personal experience, and it is: “Can swimming, in its various forms, somehow influence the evolution of scoliosis in an adolescent subject?”. To answer the question, I thought it appropriate to divide the work into two parts: one describing the pathology, and another one in search of information that supported or disproved my thesis. I then proceeded to collect information: to illustrate what scoliosis was, to understand what approaches and methodologies were currently used to deal with the disease and to research the actual correlations between the practice of motor activity in water and scoliosis. To do this, the primary sources were: the guidelines of the International Scientific Society on Orthopedic Scoliosis and Rehabilitation Treatment (SOSORT), and the publications of the Italian Spine Science Institute (ISICO). In addition, to complete the paper, I searched for useful scientific articles through the PubMed database. From this research it emerges that the motor activity carried out in water mobilizes and induces the activation of the musculoskeletal system in a harmonious way and without excessive loads. This means that swimming may be advisable as an adjunct for “lighter” pathologies compared to scoliosis, such as mild discopathies and general back pain. On the other hand, degenerative pathologies affecting the spine require specific treatments and swimming should not be considered as a substitute for such treatments. On the contrary, in the presence of scoliosis it can even be harmful. The studies examined also show that the practice of swimming at a competitive level is associated with problems of the spine and back pain, losing the protective effect that the same activity can provide when practiced less intensely.
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