Il doping è un fenomeno diffuso a livello globale che interessa differenti tipologie di sport su più livelli di competizioni agonistiche. Si tratta dell’uso di sostanze, o l’adozione di pratiche mediche non sorrette da motivazioni sanitarie, volte a potenziare e migliorare le prestazioni degli atleti. Nonostante questo fenomeno sia di antica origine, in quanto sin dalle Olimpiadi del 776 a.c. vi è traccia dell’impiego di alcune sostanze di origine naturale proprio a tal fine, la sua disciplina e il suo contrasto è di recente attuazione. Infatti, solo nella seconda metà del secolo scorso vi è stata una reazione unitaria da pare degli Organi sia Nazionali che internazionali, che ha condotto alla fondazione, avvenuta nel 1999, dell’Agenzia Mondiale Antidoping (WADA), ancora oggi deputata al coordinamento della lotta e del contrasto al doping. Il doping, però, non è solamente questo, dal momento che nel tempo si è diffusa sempre più l’idea da parte di alcune Nazioni di poter strumentalizzare tale pratica quale metodo di affermazione del potere statale nell’ambito di competizioni sportive riconosciute a livello internazionale. È, ad esempio, il caso che si è verificato recentemente in Russia e in Cina, Paesi che, mediante un meccanismo strutturato di dopaggio degli atleti, riuscivano ad alterare i risultati e affermare il proprio primato in importanti competizioni, come i Giochi Olimpici. Questa pratica è ancora molto diffusa e in continuo divenire, tanto da portare l’ordinamento a dover tenere costantemente aggiornato il catalogo delle sostanze dopanti (“The Prohibed List”). Si tratta, purtroppo, di una prassi che ha risvolti estremamente negativi sugli atleti che vi sono sottoposti, non solo da un punto di vista fisico, ove le statistiche ufficiali registrano un ingente numero di effetti collaterali, ma anche da un punto di vista psicologico, tema cui, ancora oggi, non viene data la giusta attenzione e non viene fornito il giusto appoggio agli sportivi.

Il doping: una pratica che va oltre lo sport.

GABACCIA, STEFANIA
2021/2022

Abstract

Il doping è un fenomeno diffuso a livello globale che interessa differenti tipologie di sport su più livelli di competizioni agonistiche. Si tratta dell’uso di sostanze, o l’adozione di pratiche mediche non sorrette da motivazioni sanitarie, volte a potenziare e migliorare le prestazioni degli atleti. Nonostante questo fenomeno sia di antica origine, in quanto sin dalle Olimpiadi del 776 a.c. vi è traccia dell’impiego di alcune sostanze di origine naturale proprio a tal fine, la sua disciplina e il suo contrasto è di recente attuazione. Infatti, solo nella seconda metà del secolo scorso vi è stata una reazione unitaria da pare degli Organi sia Nazionali che internazionali, che ha condotto alla fondazione, avvenuta nel 1999, dell’Agenzia Mondiale Antidoping (WADA), ancora oggi deputata al coordinamento della lotta e del contrasto al doping. Il doping, però, non è solamente questo, dal momento che nel tempo si è diffusa sempre più l’idea da parte di alcune Nazioni di poter strumentalizzare tale pratica quale metodo di affermazione del potere statale nell’ambito di competizioni sportive riconosciute a livello internazionale. È, ad esempio, il caso che si è verificato recentemente in Russia e in Cina, Paesi che, mediante un meccanismo strutturato di dopaggio degli atleti, riuscivano ad alterare i risultati e affermare il proprio primato in importanti competizioni, come i Giochi Olimpici. Questa pratica è ancora molto diffusa e in continuo divenire, tanto da portare l’ordinamento a dover tenere costantemente aggiornato il catalogo delle sostanze dopanti (“The Prohibed List”). Si tratta, purtroppo, di una prassi che ha risvolti estremamente negativi sugli atleti che vi sono sottoposti, non solo da un punto di vista fisico, ove le statistiche ufficiali registrano un ingente numero di effetti collaterali, ma anche da un punto di vista psicologico, tema cui, ancora oggi, non viene data la giusta attenzione e non viene fornito il giusto appoggio agli sportivi.
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