Spasticity is a frequent and non-negligible primary complication of childhood cerebral palsy, causing pain, an increased likelihood of secondary damage and negatively affecting children's quality of life. Its management is still problematic and depends on the characteristics of the individual patient. There are many options currently available for the treatment of spasticity, both systemic and focal pharmacological and surgical. Among them, neuromuscular blockade with Botulinum Toxin has become the most frequently used choice, as it opens up new therapeutic windows in terms of neuromotor treatment. However, this method is not exempt from possible undesirable effects, such as excessive inhibition of muscular activity, the gradual attenuation of beneficial effects over time until they are completely eliminated and pain at the moment of inoculation. It has been hypothesised that shockwave therapy (or ESWT), which has been successfully used in urology and orthopaedics for the last 20 years, may also have beneficial effects in the treatment of spasticity. Shock Waves are acoustic waves characterised by high peak pressure, short duration and rapid rise in pressure. They can be radial or focal, differing in shape and ability to penetrate tissue. The hypothesis of an alternative intervention for the treatment of spasticity using ESWT is gaining increasing acceptance among practitioners. The simple, non-invasive and abundantly repeatable nature of the administration, in combination with less restrictive criteria for the reversibility of the effects and the apparent paucity of unwanted complications, are at the heart of this new therapeutic proposal. In everyday practice, however, shock wave treatment still enjoys very limited consideration. The confusion in the literature justifies the discussion regarding both the clinical efficacy of the treatment in terms of rehabilitation, and the significance of the results that can be obtained from it in relation to those found with the traditional use of Botulinum Toxin, to which Shock Waves are compared in terms of similarity of therapeutic effects. The aim of this paper is to analyse the efficacy of shock wave therapy in combination with subsequent intensive neuropsychomotor treatment in a case series of patients followed at the “Ambulatorio spasticità” of the O.I.R.M., who performed at least two cycles of Shock Wave Therapy from July 2019 to September 2022, in combination with intensive neuromotor treatment. Comparison with the patients' referring therapists showed that the main outcomes observed were: achievement of higher ROM values, lower muscle stiffness, maintenance of baseline ROMs. The analysis showed that the longest lasting effects were closely related to the duration of the intensive neuromotor treatment performed. The longest lasting effects were, in fact, observed in patients who underwent an intensive neuromotor treatment of approximately 2.5 to 3 months, adhering as closely as possible to the indication recommended by the professionals of the “Ambulatorio spasticità”.
La spasticità rappresenta una complicanza primaria frequente e non trascurabile delle Paralisi Cerebrali Infantili, essendo causa di dolore e di un’aumentata probabilità di incorrere in danni secondari ed influenzando negativamente la qualità di vita dei bambini. La sua gestione è tutt’ora problematica ed imprescindibile dalle caratteristiche del singolo paziente. Le opzioni attualmente disponibili per il trattamento sono molteplici, sia di natura farmacologica sistemica e focale, sia di natura chirurgica. Tra di esse il blocco neuromuscolare con Tossina Botulinica è divenuta la scelta più frequentemente utilizzata, in quanto consente di aprire nuove finestre terapeutiche dal punto di vista del trattamento neuromotorio. Tale metodica non è, però, esente da possibili effetti indesiderati, quali un’eccessiva inibizione dell’attività muscolare, la progressiva attenuazione degli effetti benefici nel tempo fino al loro completo annullamento e il dolore al momento dell’inoculazione. È stato ipotizzato che la terapia con Onde d’Urto (o ESWT), utilizzata con successo negli ultimi 20 anni in ambito urologico ed ortopedico, possa avere dei risvolti vantaggiosi anche nel trattamento della spasticità. Le Onde d’Urto sono onde acustiche caratterizzate da un’elevata pressione di picco, breve durata e rapido innalzamento della pressione. Possono essere radiali o focalizzate, differendo a seconda della forma e della capacità di penetrazione nei tessuti. L’ipotesi di un intervento alternativo per il trattamento della spasticità tramite l’utilizzo della ESWT sta riscontrando crescente approvazione tra i professionisti del settore. La natura semplice, non invasiva ed abbondantemente ripetibile della somministrazione, in associazione a criteri d’elezione meno ristretti per la reversibilità degli effetti e l’apparente esiguità di complicanze indesiderate, sono il fulcro di questa nuova proposta terapeutica. Tuttavia, nella pratica quotidiana il trattamento con Onde d’Urto gode ancora di una considerazione molto limitata. La confusione presente in letteratura giustifica la discussione riguardo sia l’efficacia clinica del trattamento in termini riabilitativi, sia la significatività dei risultati da esso conseguibili in rapporto a quelli invece riscontrati con il tradizionale uso della Tossina Botulinica, alla quale le Onde d’Urto vengono paragonate per somiglianza degli effetti terapeutici. Lo scopo di questo elaborato è di analizzare l’efficacia della terapia con Onde d’Urto in associazione al successivo trattamento neuropsicomotorio intensivo in una casistica di pazienti seguiti presso l’”Ambulatorio spasticità” dell’O.I.R.M. che hanno eseguito almeno due cicli di terapia con Onde d’Urto da luglio 2019 a settembre 2022, in associazione a trattamento neuromotorio intensivo. Dal confronto con i terapisti di riferimento dei pazienti è emerso che i principali outcome osservati sono stati: raggiungimento di valori maggiori di ROM, minor rigidità muscolare, mantenimento dei ROM di partenza. Dall’analisi risulta che i periodi più duraturi di mantenimento degli effetti sono strettamente collegati alla durata del trattamento neuromotorio intensivo eseguito. Gli effetti più duraturi si sono, infatti, osservati nei pazienti che hanno effettuato un trattamento neuromotorio intensivo di circa 2,5/3 mesi, aderendo il più possibile all’indicazione raccomandata dalle professioniste dell’”Ambulatorio spasticità”.
Analisi retrospettiva dal 2019 al 2022 di una casistica di soggetti con PCI trattati con onde d’urto e intervento neuropsicomotorio.
RINAUDO, PAOLA
2021/2022
Abstract
La spasticità rappresenta una complicanza primaria frequente e non trascurabile delle Paralisi Cerebrali Infantili, essendo causa di dolore e di un’aumentata probabilità di incorrere in danni secondari ed influenzando negativamente la qualità di vita dei bambini. La sua gestione è tutt’ora problematica ed imprescindibile dalle caratteristiche del singolo paziente. Le opzioni attualmente disponibili per il trattamento sono molteplici, sia di natura farmacologica sistemica e focale, sia di natura chirurgica. Tra di esse il blocco neuromuscolare con Tossina Botulinica è divenuta la scelta più frequentemente utilizzata, in quanto consente di aprire nuove finestre terapeutiche dal punto di vista del trattamento neuromotorio. Tale metodica non è, però, esente da possibili effetti indesiderati, quali un’eccessiva inibizione dell’attività muscolare, la progressiva attenuazione degli effetti benefici nel tempo fino al loro completo annullamento e il dolore al momento dell’inoculazione. È stato ipotizzato che la terapia con Onde d’Urto (o ESWT), utilizzata con successo negli ultimi 20 anni in ambito urologico ed ortopedico, possa avere dei risvolti vantaggiosi anche nel trattamento della spasticità. Le Onde d’Urto sono onde acustiche caratterizzate da un’elevata pressione di picco, breve durata e rapido innalzamento della pressione. Possono essere radiali o focalizzate, differendo a seconda della forma e della capacità di penetrazione nei tessuti. L’ipotesi di un intervento alternativo per il trattamento della spasticità tramite l’utilizzo della ESWT sta riscontrando crescente approvazione tra i professionisti del settore. La natura semplice, non invasiva ed abbondantemente ripetibile della somministrazione, in associazione a criteri d’elezione meno ristretti per la reversibilità degli effetti e l’apparente esiguità di complicanze indesiderate, sono il fulcro di questa nuova proposta terapeutica. Tuttavia, nella pratica quotidiana il trattamento con Onde d’Urto gode ancora di una considerazione molto limitata. La confusione presente in letteratura giustifica la discussione riguardo sia l’efficacia clinica del trattamento in termini riabilitativi, sia la significatività dei risultati da esso conseguibili in rapporto a quelli invece riscontrati con il tradizionale uso della Tossina Botulinica, alla quale le Onde d’Urto vengono paragonate per somiglianza degli effetti terapeutici. Lo scopo di questo elaborato è di analizzare l’efficacia della terapia con Onde d’Urto in associazione al successivo trattamento neuropsicomotorio intensivo in una casistica di pazienti seguiti presso l’”Ambulatorio spasticità” dell’O.I.R.M. che hanno eseguito almeno due cicli di terapia con Onde d’Urto da luglio 2019 a settembre 2022, in associazione a trattamento neuromotorio intensivo. Dal confronto con i terapisti di riferimento dei pazienti è emerso che i principali outcome osservati sono stati: raggiungimento di valori maggiori di ROM, minor rigidità muscolare, mantenimento dei ROM di partenza. Dall’analisi risulta che i periodi più duraturi di mantenimento degli effetti sono strettamente collegati alla durata del trattamento neuromotorio intensivo eseguito. Gli effetti più duraturi si sono, infatti, osservati nei pazienti che hanno effettuato un trattamento neuromotorio intensivo di circa 2,5/3 mesi, aderendo il più possibile all’indicazione raccomandata dalle professioniste dell’”Ambulatorio spasticità”.File | Dimensione | Formato | |
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