This thesis aims to analyse how the inclusion of deaf children through play is addressed in the age group from zero to six years. To this end, the theoretical aspects of deafness, inclusion and play were analysed separately, investigating how deafness can be related to inclusion through play. With regard to the latter topic, an attempt was also made to have a practical response by observing the play activities of infants in some educational services originally created for the purpose of educating the deaf, such as: the "Padre Antonio Loreti" kindergarten of the “Istituto dei Sordi di Torino”, the nursery school "Il cavallino a dondolo" and the kindergarten "Al cinema!" of the educational hub of “Fondazione Gualandi a favore dei sordi” in Bologna. The theoretical analysis of deafness as a whole has highlighted how important an early diagnosis is in order not to generate delays in language acquisition and therefore in communication with the outside world. In the presence of confirmed deafness, there are essentially two approaches: the first which aims to restore hearing using external instruments such as hearing aids and cochlear implants, while the second consists in using sign language to communicate. Although sign language is considered to be the native language of deaf signers, like spoken Italian for a hearing person, the topic of the evolutionary stages of language was also analysed. Once the salient aspects of deafness had been identified, an attempt was made to detail the the fundamental theme of the thesis, namely "Can play promote inclusion between deaf and hearing children?". This was done, initially on a theoretical level, dealing with inclusion and play in its various forms. Then, the aforementioned theoretical foundations were supported by practical examples observed during visits to the educational services mentioned above. The moments of play observed during the visits made it possible to understand how important it is for the educator, respecting the times and needs of each individual, to create the best environment in which to enhance the peculiarities of each child. In conclusion to the thesis, a brief mention was made regarding the history, organization and values that guide the services of the “Istituto dei Sordi di Torino” and the “Fondazione Gualandi” in order to better understand the environment in which I was able to observe how inclusive play can be.

La presente tesi si pone l’obiettivo di analizzare come viene affrontata l’inclusione dei bambini sordi attraverso il gioco nella fascia di età da zero a sei anni. A tale scopo, si sono analizzati separatamente gli aspetti teorici della sordità, dell’inclusione e del gioco, approfondendo come la sordità si può relazionare tramite il gioco con l’inclusione. In merito a quest’ultimo tema, si è cercato di avere un riscontro anche nella pratica osservando le attività di gioco degli infanti presso alcuni servizi educativi nati originariamente allo scopo di educare i sordi, quali: la scuola dell’infanzia “Padre Antonio Loreti” dell’Istituto dei Sordi di Torino, il nido d’infanzia “Il cavallino a dondolo” e la scuola dell’infanzia “Al cinema!” del polo educativo della Fondazione “Gualandi a favore dei sordi” di Bologna. L’analisi dal punto di vista teorico della sordità nel suo complesso ha evidenziato quanto sia importante una diagnosi precoce al fine di non generare ritardi di acquisizione del linguaggio e quindi di comunicazione con il mondo esterno. In presenza di sordità confermata, vi sono essenzialmente due approcci: il primo che punta a ripristinare l’udito mediante strumenti esterni come protesi acustiche ed impianti cocleari, il secondo consiste nell’impiegare la lingua dei segni per comunicare. Siccome la lingua dei segni è considerata come la lingua madre dei sordi segnanti al pari dell’italiano parlato per un udente, si è anche analizzato il tema delle tappe evolutive del linguaggio. Una volta individuati gli aspetti salienti della sordità, si è cercato di particolarizzare la trattazione verso il tema fondamentale della tesi, ovvero “Il gioco può favorire l’inclusione tra bambini sordi e udenti?”. Questo è stato fatto, inizialmente a livello teorico, trattando l’inclusione ed il gioco nelle sue varie forme. Poi, le suddette basi teoriche sono state supportate da esempi pratici osservati durante le visite presso i servizi educativi citati in precedenza. I momenti di gioco osservati durante le visite hanno permesso di comprendere quanto sia importante che l’educatore, rispettando i tempi e i bisogni di ogni individuo, crei il migliore ambiente dove poter valorizzare le peculiarità di ogni bambino. A conclusione della tesi è stato fatto un breve cenno per quanto riguarda la storia, l’organizzazione e i valori che guidano i servizi dell’Istituto dei Sordi di Torino e della Fondazione Gualandi al fine di comprendere meglio gli ambienti nei quali ho avuto modo di osservare quanto il gioco sia inclusivo.

Il gioco può favorire l'inclusione tra bambini sordi e udenti?

MOTRASSINI, CHIARA
2021/2022

Abstract

La presente tesi si pone l’obiettivo di analizzare come viene affrontata l’inclusione dei bambini sordi attraverso il gioco nella fascia di età da zero a sei anni. A tale scopo, si sono analizzati separatamente gli aspetti teorici della sordità, dell’inclusione e del gioco, approfondendo come la sordità si può relazionare tramite il gioco con l’inclusione. In merito a quest’ultimo tema, si è cercato di avere un riscontro anche nella pratica osservando le attività di gioco degli infanti presso alcuni servizi educativi nati originariamente allo scopo di educare i sordi, quali: la scuola dell’infanzia “Padre Antonio Loreti” dell’Istituto dei Sordi di Torino, il nido d’infanzia “Il cavallino a dondolo” e la scuola dell’infanzia “Al cinema!” del polo educativo della Fondazione “Gualandi a favore dei sordi” di Bologna. L’analisi dal punto di vista teorico della sordità nel suo complesso ha evidenziato quanto sia importante una diagnosi precoce al fine di non generare ritardi di acquisizione del linguaggio e quindi di comunicazione con il mondo esterno. In presenza di sordità confermata, vi sono essenzialmente due approcci: il primo che punta a ripristinare l’udito mediante strumenti esterni come protesi acustiche ed impianti cocleari, il secondo consiste nell’impiegare la lingua dei segni per comunicare. Siccome la lingua dei segni è considerata come la lingua madre dei sordi segnanti al pari dell’italiano parlato per un udente, si è anche analizzato il tema delle tappe evolutive del linguaggio. Una volta individuati gli aspetti salienti della sordità, si è cercato di particolarizzare la trattazione verso il tema fondamentale della tesi, ovvero “Il gioco può favorire l’inclusione tra bambini sordi e udenti?”. Questo è stato fatto, inizialmente a livello teorico, trattando l’inclusione ed il gioco nelle sue varie forme. Poi, le suddette basi teoriche sono state supportate da esempi pratici osservati durante le visite presso i servizi educativi citati in precedenza. I momenti di gioco osservati durante le visite hanno permesso di comprendere quanto sia importante che l’educatore, rispettando i tempi e i bisogni di ogni individuo, crei il migliore ambiente dove poter valorizzare le peculiarità di ogni bambino. A conclusione della tesi è stato fatto un breve cenno per quanto riguarda la storia, l’organizzazione e i valori che guidano i servizi dell’Istituto dei Sordi di Torino e della Fondazione Gualandi al fine di comprendere meglio gli ambienti nei quali ho avuto modo di osservare quanto il gioco sia inclusivo.
ITA
This thesis aims to analyse how the inclusion of deaf children through play is addressed in the age group from zero to six years. To this end, the theoretical aspects of deafness, inclusion and play were analysed separately, investigating how deafness can be related to inclusion through play. With regard to the latter topic, an attempt was also made to have a practical response by observing the play activities of infants in some educational services originally created for the purpose of educating the deaf, such as: the "Padre Antonio Loreti" kindergarten of the “Istituto dei Sordi di Torino”, the nursery school "Il cavallino a dondolo" and the kindergarten "Al cinema!" of the educational hub of “Fondazione Gualandi a favore dei sordi” in Bologna. The theoretical analysis of deafness as a whole has highlighted how important an early diagnosis is in order not to generate delays in language acquisition and therefore in communication with the outside world. In the presence of confirmed deafness, there are essentially two approaches: the first which aims to restore hearing using external instruments such as hearing aids and cochlear implants, while the second consists in using sign language to communicate. Although sign language is considered to be the native language of deaf signers, like spoken Italian for a hearing person, the topic of the evolutionary stages of language was also analysed. Once the salient aspects of deafness had been identified, an attempt was made to detail the the fundamental theme of the thesis, namely "Can play promote inclusion between deaf and hearing children?". This was done, initially on a theoretical level, dealing with inclusion and play in its various forms. Then, the aforementioned theoretical foundations were supported by practical examples observed during visits to the educational services mentioned above. The moments of play observed during the visits made it possible to understand how important it is for the educator, respecting the times and needs of each individual, to create the best environment in which to enhance the peculiarities of each child. In conclusion to the thesis, a brief mention was made regarding the history, organization and values that guide the services of the “Istituto dei Sordi di Torino” and the “Fondazione Gualandi” in order to better understand the environment in which I was able to observe how inclusive play can be.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/135624