La toxoplasmosi è una malattia infettiva che fa parte del complesso TORCH causata dal parassita Toxoplasma gondii, protozoo a localizzazione intracellulare obbligata. Il parassita compie il suo ciclo riproduttivo sessuato all’interno delle cellule intestinali del gatto, che ne rappresenta l’ospite definitivo, mentre nell’uomo e negli altri vertebrati a sangue caldo, che sono soltanto ospiti occasionali, prosegue il ciclo riproduttivo in maniera asessuata. Il gatto si infetta ingerendo carne di roditori e uccelli contenente cisti del parassita, mentre la trasmissione all’uomo avviene prevalentemente tramite ingestione. Modalità di trasmissione all’uomo meno frequenti sono la via transplacentare (materno-fetale) tramite canale del parto, via trasfusionale, via transcutanea e post-trapianto di organi infetti. È inoltre diffusa la trasmissione verticale (materno-fetale) che può verificarsi a seguito dell’infezione contratta dalla gestante che risulterà generalmente asintomatica, a differenza del feto che potrà incorrere nell’infezione congenita con gravi problemi e in alcuni casi anche alla morte. Probabilità di trasmissione al feto ed epoca gestazionale sono direttamente proporzionali: con l’avanzare della gravidanza la probabilità di trasmissione al feto aumenta. I rischi per il feto sono, invece, inversamente proporzionali all’epoca gestazionale: con l’avanzare della gravidanza i rischi di danni al feto diminuiscono drasticamente. La manifestazione della toxoplasmosi nel neonato è imprevedibile, sul piano clinico si possono osservare tre situazioni: toxoplasmosi silente in cui l’infezione è asintomatica (85% dei casi), può durare tutta la vita o evolvere con la comparsa di lesioni tardive anche durante l’adolescenza; grandi malformazioni con interessamento neurologico, idrocefalo, alterazioni del tono muscolare (rara); e infine toxoplasmosi congenita con espressione clinica caratterizzata dalla presenza di calcificazioni cerebrali o di lesioni come corioretinite, cecità e strabismo. La prevenzione primaria si basa sulle norme igienico-alimentari e sull’educazione sanitaria, quest’ultima ha lo scopo di informare la popolazione riguardo le norme preventive e i fattori di rischio. Alcune delle norme igienico-alimentari sono: cuocere bene la carne, evitare carni crude conservate, evitare latte non pastorizzato, evitare di bere acqua potenzialmente contaminata, lavare bene frutta e verdura, alimentare il gatto con cibi cotti e in scatola e far cambiare la lettiera a qualcun altro, se questo non è possibile indossare i guanti e lavare bene le mani. La prevenzione secondaria si basa principalmente su test di screening effettuati sulle gestanti con lo scopo di identificare o escludere la presenza del parassita Toxoplasma gondii. I test di I livello sono test sierologici di screening in cui vengono ricercate le IgM e le IgG, e si dividono in test di screening prenatale e test di screening neonatale. I test di II livello sono importanti per effettuare ulteriori indagini quando è presente un sospetto di infezione recente o in atto in gravidanza. Nel caso in cui siano già state individuate le IgM nel test di I livello, si procede alla conferma di un’eventuale infezione tramite un unico prelievo sottoposto a dosaggio delle IgA specifiche e test di avidità delle IgG per risalire al periodo d’infezione. La percentuale di avidità delle IgG sarà tanto più bassa, tanto più recente sarà l’infezione. Per poter accertare la positività alla toxoplasmosi del feto si ricorre a un test di III livello in cui le gestanti vengono sottoposte a Toxo-PCR sul liquido amniotico prelevato con amniocentesi che consente di individuare il DNA del parassita. I programmi di prevenzione sono quindi essenziali e dovrebbero essere conosciuti da tutta la popolazione.

Prevenzione della toxoplasmosi in gravidanza

FINIZIO, FRANCESCA
2021/2022

Abstract

La toxoplasmosi è una malattia infettiva che fa parte del complesso TORCH causata dal parassita Toxoplasma gondii, protozoo a localizzazione intracellulare obbligata. Il parassita compie il suo ciclo riproduttivo sessuato all’interno delle cellule intestinali del gatto, che ne rappresenta l’ospite definitivo, mentre nell’uomo e negli altri vertebrati a sangue caldo, che sono soltanto ospiti occasionali, prosegue il ciclo riproduttivo in maniera asessuata. Il gatto si infetta ingerendo carne di roditori e uccelli contenente cisti del parassita, mentre la trasmissione all’uomo avviene prevalentemente tramite ingestione. Modalità di trasmissione all’uomo meno frequenti sono la via transplacentare (materno-fetale) tramite canale del parto, via trasfusionale, via transcutanea e post-trapianto di organi infetti. È inoltre diffusa la trasmissione verticale (materno-fetale) che può verificarsi a seguito dell’infezione contratta dalla gestante che risulterà generalmente asintomatica, a differenza del feto che potrà incorrere nell’infezione congenita con gravi problemi e in alcuni casi anche alla morte. Probabilità di trasmissione al feto ed epoca gestazionale sono direttamente proporzionali: con l’avanzare della gravidanza la probabilità di trasmissione al feto aumenta. I rischi per il feto sono, invece, inversamente proporzionali all’epoca gestazionale: con l’avanzare della gravidanza i rischi di danni al feto diminuiscono drasticamente. La manifestazione della toxoplasmosi nel neonato è imprevedibile, sul piano clinico si possono osservare tre situazioni: toxoplasmosi silente in cui l’infezione è asintomatica (85% dei casi), può durare tutta la vita o evolvere con la comparsa di lesioni tardive anche durante l’adolescenza; grandi malformazioni con interessamento neurologico, idrocefalo, alterazioni del tono muscolare (rara); e infine toxoplasmosi congenita con espressione clinica caratterizzata dalla presenza di calcificazioni cerebrali o di lesioni come corioretinite, cecità e strabismo. La prevenzione primaria si basa sulle norme igienico-alimentari e sull’educazione sanitaria, quest’ultima ha lo scopo di informare la popolazione riguardo le norme preventive e i fattori di rischio. Alcune delle norme igienico-alimentari sono: cuocere bene la carne, evitare carni crude conservate, evitare latte non pastorizzato, evitare di bere acqua potenzialmente contaminata, lavare bene frutta e verdura, alimentare il gatto con cibi cotti e in scatola e far cambiare la lettiera a qualcun altro, se questo non è possibile indossare i guanti e lavare bene le mani. La prevenzione secondaria si basa principalmente su test di screening effettuati sulle gestanti con lo scopo di identificare o escludere la presenza del parassita Toxoplasma gondii. I test di I livello sono test sierologici di screening in cui vengono ricercate le IgM e le IgG, e si dividono in test di screening prenatale e test di screening neonatale. I test di II livello sono importanti per effettuare ulteriori indagini quando è presente un sospetto di infezione recente o in atto in gravidanza. Nel caso in cui siano già state individuate le IgM nel test di I livello, si procede alla conferma di un’eventuale infezione tramite un unico prelievo sottoposto a dosaggio delle IgA specifiche e test di avidità delle IgG per risalire al periodo d’infezione. La percentuale di avidità delle IgG sarà tanto più bassa, tanto più recente sarà l’infezione. Per poter accertare la positività alla toxoplasmosi del feto si ricorre a un test di III livello in cui le gestanti vengono sottoposte a Toxo-PCR sul liquido amniotico prelevato con amniocentesi che consente di individuare il DNA del parassita. I programmi di prevenzione sono quindi essenziali e dovrebbero essere conosciuti da tutta la popolazione.
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