La presente tesi ha come finalità l’analisi della teoria della ricezione, teoria del secondo Novecento che rivoluzionò i metodi della storia e della critica letteraria. L'obiettivo principale è quello di mostrare come il significato di un'opera letteraria non sia un tesoro contenuto nello scrigno del testo, qualcosa di isolabile e analizzabile in virtù della sua inequivocabilità, ma di come il significato venga piuttosto costruito da una continua cooperazione tra testo e lettore e su come quest'ultimo sia agente fondante nella produzione del significato stesso. Tale cooperazione avviene nell'atto fondamentale della lettura, che, in quanto processo comunicativo, produce significato solo ed esclusivamente a partire dal contributo sia dell'emittente (il testo), sia del destinatario (il lettore). Si vuole dimostrare che interpretare un’opera non significa tanto scovare il messaggio nascosto tra le righe, quanto produrre un possibile significato del testo attualizzando le istruzioni in esso contenute. Punto fondamentale della tesi è inoltre quello di provare come un simile approccio non coincida affatto con l’ammettere che tutte le interpretazioni siano necessariamente giuste: riconoscere il processo della lettura come infinitamente produttivo significa sì accogliere l’esistenza di infinite interpretazioni potenziali, ma non che tutte queste siano accettabili.
La Teoria della Ricezione: dalla Scuola di Costanza a Umberto Eco
FIORINDO, CAROLA
2020/2021
Abstract
La presente tesi ha come finalità l’analisi della teoria della ricezione, teoria del secondo Novecento che rivoluzionò i metodi della storia e della critica letteraria. L'obiettivo principale è quello di mostrare come il significato di un'opera letteraria non sia un tesoro contenuto nello scrigno del testo, qualcosa di isolabile e analizzabile in virtù della sua inequivocabilità, ma di come il significato venga piuttosto costruito da una continua cooperazione tra testo e lettore e su come quest'ultimo sia agente fondante nella produzione del significato stesso. Tale cooperazione avviene nell'atto fondamentale della lettura, che, in quanto processo comunicativo, produce significato solo ed esclusivamente a partire dal contributo sia dell'emittente (il testo), sia del destinatario (il lettore). Si vuole dimostrare che interpretare un’opera non significa tanto scovare il messaggio nascosto tra le righe, quanto produrre un possibile significato del testo attualizzando le istruzioni in esso contenute. Punto fondamentale della tesi è inoltre quello di provare come un simile approccio non coincida affatto con l’ammettere che tutte le interpretazioni siano necessariamente giuste: riconoscere il processo della lettura come infinitamente produttivo significa sì accogliere l’esistenza di infinite interpretazioni potenziali, ma non che tutte queste siano accettabili.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/135542