Lo studio del teatro in un determinato periodo storico si fonda per la gran parte sulle fonti scritte che lo studioso ha a disposizione. Per quanto riguarda il teatro medievale, già questa si pone come una prima sfida: i documenti riguardanti il teatro medievale nei primi secoli del Medioevo, in particolare prima dell'XI secolo, sono esigui se non inesistenti. Queste considerazioni stanno alla base dello studio sul teatro medievale ed in particolare sulle sue origini: un tema complesso e articolato, che ha prodotto un susseguirsi di ipotesi, ognuna delle quali è il risultato di metodologie di studio differenti, che rispecchiano le ideologie e le caratteristiche dei diversi periodi storici e delle relative scuole di pensiero, oltre che i percorsi individuali di singoli ingegni. Sulla base di queste differenti teorie e approcci metodologici sono nati numerosi saggi che, succedendosi e completandosi a vicenda, hanno tentato di restituire all'uomo moderno una panoramica quanto più possibile fedele dei meccanismi di spettacolarità propri all'uomo medievale e delle esigenze antropologiche da cui questi meccanismi nascono. Obiettivo del saggio è quello di analizzare in modo critico e comparativo alcuni saggi italiani che trattano della teatralità e in particolare degli sviluppi del teatro nel Medioevo. Senza la pretesa di aver selezionato i testi più importanti o quelli risolutivi, l'impegno è quello di dar spazio a quegli studiosi che meglio di altri hanno rispecchiato la loro epoca e la loro scuola di pensiero, costituendo così degli snodi concettuali nello sviluppo della questione. La panoramica si sviluppa da Alessandro D'Ancona e il metodo positivistico della prima filologia romanza in Italia, attraverso le ¿rivoluzioni¿ che al tema hanno apportato l'avvento delle scienze sociali, come si può notare nel saggio di Paolo Toschi, e un diverso peso dei documenti letterari a favore di nuove testimonianze, meno autorevoli, ma più vicine allo spirito teatrale medievale, come nell'apporto di Vincenzo DeBartholomaeis. Con gli studi di Cesare Molinari e Luigi Allegri, figli di queste nuove scienze, un'importanza seme maggiore viene accordata al personaggio e alla professione del giullare e lo studio del teatro medievale e del suo sviluppo assume nuove prospettive. Infine, Johann Drumbl, propone un ritorno ai primordi della questione, con l'apporto settecentesco di Ludovico Antonio Muratori, e un nuovo metodo di approccio al tema, più elastico e attento ai particolari, poi sviluppato dagli studiosi dell'ultimo millennio. Questi sono alcuni passaggi di un percorso lungo e complesso, di cui certamente non si può scrivere la parola fine; un dibattito fatto di critiche e innovazioni che, nei suoi sviluppi, ha cercato di dare risposta ad alcune fondamentali problematiche. La questione che sta alla base degli studi presi in considerazione è infatti quella di identificare cosa si intenda con ¿teatro medievale¿. A questa si affianca naturalmente il quesito sulle origini di tale teatro: dove, ma soprattutto ¿se¿ si possa individuare una nascita di quel fenomeno di teatralità che gli studiosi hanno individuato all'interno del Medioevo. Il saggio si svilupperà cercando di individuare come ogni autore, in modo diverso e caratteristico, risponda a queste domande e come le sue risposte e i metodi utilizzati per raggiungerle abbiano condizionato gli studi successivi.

Il nodo concettuale e storiografico "teatro medievale" attraverso alcuni dei più importanti studi di area italiana

CORINO, GIULIA
2011/2012

Abstract

Lo studio del teatro in un determinato periodo storico si fonda per la gran parte sulle fonti scritte che lo studioso ha a disposizione. Per quanto riguarda il teatro medievale, già questa si pone come una prima sfida: i documenti riguardanti il teatro medievale nei primi secoli del Medioevo, in particolare prima dell'XI secolo, sono esigui se non inesistenti. Queste considerazioni stanno alla base dello studio sul teatro medievale ed in particolare sulle sue origini: un tema complesso e articolato, che ha prodotto un susseguirsi di ipotesi, ognuna delle quali è il risultato di metodologie di studio differenti, che rispecchiano le ideologie e le caratteristiche dei diversi periodi storici e delle relative scuole di pensiero, oltre che i percorsi individuali di singoli ingegni. Sulla base di queste differenti teorie e approcci metodologici sono nati numerosi saggi che, succedendosi e completandosi a vicenda, hanno tentato di restituire all'uomo moderno una panoramica quanto più possibile fedele dei meccanismi di spettacolarità propri all'uomo medievale e delle esigenze antropologiche da cui questi meccanismi nascono. Obiettivo del saggio è quello di analizzare in modo critico e comparativo alcuni saggi italiani che trattano della teatralità e in particolare degli sviluppi del teatro nel Medioevo. Senza la pretesa di aver selezionato i testi più importanti o quelli risolutivi, l'impegno è quello di dar spazio a quegli studiosi che meglio di altri hanno rispecchiato la loro epoca e la loro scuola di pensiero, costituendo così degli snodi concettuali nello sviluppo della questione. La panoramica si sviluppa da Alessandro D'Ancona e il metodo positivistico della prima filologia romanza in Italia, attraverso le ¿rivoluzioni¿ che al tema hanno apportato l'avvento delle scienze sociali, come si può notare nel saggio di Paolo Toschi, e un diverso peso dei documenti letterari a favore di nuove testimonianze, meno autorevoli, ma più vicine allo spirito teatrale medievale, come nell'apporto di Vincenzo DeBartholomaeis. Con gli studi di Cesare Molinari e Luigi Allegri, figli di queste nuove scienze, un'importanza seme maggiore viene accordata al personaggio e alla professione del giullare e lo studio del teatro medievale e del suo sviluppo assume nuove prospettive. Infine, Johann Drumbl, propone un ritorno ai primordi della questione, con l'apporto settecentesco di Ludovico Antonio Muratori, e un nuovo metodo di approccio al tema, più elastico e attento ai particolari, poi sviluppato dagli studiosi dell'ultimo millennio. Questi sono alcuni passaggi di un percorso lungo e complesso, di cui certamente non si può scrivere la parola fine; un dibattito fatto di critiche e innovazioni che, nei suoi sviluppi, ha cercato di dare risposta ad alcune fondamentali problematiche. La questione che sta alla base degli studi presi in considerazione è infatti quella di identificare cosa si intenda con ¿teatro medievale¿. A questa si affianca naturalmente il quesito sulle origini di tale teatro: dove, ma soprattutto ¿se¿ si possa individuare una nascita di quel fenomeno di teatralità che gli studiosi hanno individuato all'interno del Medioevo. Il saggio si svilupperà cercando di individuare come ogni autore, in modo diverso e caratteristico, risponda a queste domande e come le sue risposte e i metodi utilizzati per raggiungerle abbiano condizionato gli studi successivi.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/135342