Futile introduzione 'di riscaldamento' sull'uso e la fortuna in filosofia di due note metafore: luci ed ombre, verità come disvelamento. Duplice scopo dell'operazione è di squalificarle e di dichiarare che, se mai nel lavoro a seguire capitasse di servirsi della prima, non lo si farà mai attribuendole un ruolo sostanziale o ermeneutico-fondamentale. Annotazione preliminare: Rousseau ha la pessima abitudine di non definire l'oggetto del suo discorrere; analisi degli effetti di questa perniciosa omissione sui giudizi critici, dunque anche sul nostro lavoro. Il Discorso sulle scienze e sulle arti: rilievo dell'insistenza dei suoi temi nei successivi scritti del filosofo. Considerazione generale (che poi troverà riscontro in molti casi particolari): il parere dello scrittore oscilla e muta radicalmente perfino su questioni di primaria importanza. Proviamo ad assicurare che non ci serviremo delle sue esitazioni per attaccarlo, e tuttavia nel volgere di poco scoviamo diverse ragioni più o meno pretestuose per non mantenere la parola data. Come disse C. Wolff 'i critici sono cani che abbaiano alla luna', e quando la prosopopea di Selene è nientemeno che il barboncino travestito da satellite chiamato J.-J. Rousseau ci si accorge subito che ringhiare è fin troppo facile e piacevole; eppure per qualche paragrafo ci limitiamo ad ustolare contro le latrate sviste del ginevrino. Consci che sarebbe troppo comodo e triviale continuare in tal modo, proviamo quindi, estrapolando diversi passi dal suo scritto, a farne a brani i ragionamenti. Prescindendo da labili tacce d'incoerenza o contraddizione, crediamo di riuscirci marcando la netta discontinuità tra strumenti e conseguenze d'uso, nonché appellandoci alla responsabilità individuale, cioè al riconoscimento della presenza in ogni uomo di uno spirito critico vivo ed operante. Tenendo ferma questa linea guida affrontiamo i temi 'classici' del Rousseau: la genuinità e l'ipocrisia, i vizi e la virtù, l'uomo della natura e l'uomo dell'uomo; discettiamo sul lusso, la curiosità, la cultura libresca, lo scetticismo, il socratismo, l'ignoranza calcolata, i paradossi del necessario, dell'essenziale, del naturale, l'aporia del regresso mandevilliano, la felicità, il pensiero e il sentimento, la verità e la vita, l'ordine e la libertà, l'oppressione della dipendenza e l'autarchia della solitudine, l'astronomia, l'eloquenza, la geometria, la fisica, l'orgoglio e la morale, la ricerca e l'acquietamento, l'amor patrio, i programmi scolastici, la pedagogia, la filosofia e i filosofi, l'innocenza e la povertà, il lume interire ec.ec. Emergendo a fatica da tutta questa entusiasmante e farraginosa rapsodia di grandi temi, nutriamo infine la consapevolezza che sarebbe sciocco e inopportuno tentare di tracciare un bilancio complessivo od anche solo riassuntivo di un discorso così ricco di spunti e sfaccettature: la sua lettura non si esaurisce sotto le algide mannaie notomizzatrici dell'analisi e della sintesi, ma si amplia, integra ed articola in ogni concreta esperienza di vita.
Lumi di tenebra
DICHIRICO, DIEGO
2011/2012
Abstract
Futile introduzione 'di riscaldamento' sull'uso e la fortuna in filosofia di due note metafore: luci ed ombre, verità come disvelamento. Duplice scopo dell'operazione è di squalificarle e di dichiarare che, se mai nel lavoro a seguire capitasse di servirsi della prima, non lo si farà mai attribuendole un ruolo sostanziale o ermeneutico-fondamentale. Annotazione preliminare: Rousseau ha la pessima abitudine di non definire l'oggetto del suo discorrere; analisi degli effetti di questa perniciosa omissione sui giudizi critici, dunque anche sul nostro lavoro. Il Discorso sulle scienze e sulle arti: rilievo dell'insistenza dei suoi temi nei successivi scritti del filosofo. Considerazione generale (che poi troverà riscontro in molti casi particolari): il parere dello scrittore oscilla e muta radicalmente perfino su questioni di primaria importanza. Proviamo ad assicurare che non ci serviremo delle sue esitazioni per attaccarlo, e tuttavia nel volgere di poco scoviamo diverse ragioni più o meno pretestuose per non mantenere la parola data. Come disse C. Wolff 'i critici sono cani che abbaiano alla luna', e quando la prosopopea di Selene è nientemeno che il barboncino travestito da satellite chiamato J.-J. Rousseau ci si accorge subito che ringhiare è fin troppo facile e piacevole; eppure per qualche paragrafo ci limitiamo ad ustolare contro le latrate sviste del ginevrino. Consci che sarebbe troppo comodo e triviale continuare in tal modo, proviamo quindi, estrapolando diversi passi dal suo scritto, a farne a brani i ragionamenti. Prescindendo da labili tacce d'incoerenza o contraddizione, crediamo di riuscirci marcando la netta discontinuità tra strumenti e conseguenze d'uso, nonché appellandoci alla responsabilità individuale, cioè al riconoscimento della presenza in ogni uomo di uno spirito critico vivo ed operante. Tenendo ferma questa linea guida affrontiamo i temi 'classici' del Rousseau: la genuinità e l'ipocrisia, i vizi e la virtù, l'uomo della natura e l'uomo dell'uomo; discettiamo sul lusso, la curiosità, la cultura libresca, lo scetticismo, il socratismo, l'ignoranza calcolata, i paradossi del necessario, dell'essenziale, del naturale, l'aporia del regresso mandevilliano, la felicità, il pensiero e il sentimento, la verità e la vita, l'ordine e la libertà, l'oppressione della dipendenza e l'autarchia della solitudine, l'astronomia, l'eloquenza, la geometria, la fisica, l'orgoglio e la morale, la ricerca e l'acquietamento, l'amor patrio, i programmi scolastici, la pedagogia, la filosofia e i filosofi, l'innocenza e la povertà, il lume interire ec.ec. Emergendo a fatica da tutta questa entusiasmante e farraginosa rapsodia di grandi temi, nutriamo infine la consapevolezza che sarebbe sciocco e inopportuno tentare di tracciare un bilancio complessivo od anche solo riassuntivo di un discorso così ricco di spunti e sfaccettature: la sua lettura non si esaurisce sotto le algide mannaie notomizzatrici dell'analisi e della sintesi, ma si amplia, integra ed articola in ogni concreta esperienza di vita.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/135327