L'obiettivo di questa dissertazione è stato quello di esporre, basandosi su un criterio cronologico, il mutamento della condizione del piccolo imprenditore a partire dalla figura del commerciante presente nel Codice di Commercio, datato 1882, fino a giungere ad una riflessione sulla situazione attuale e sulla figura dell'imprenditore ¿che non fallisce¿. La trattazione, seppur sintetica, è incentrata sul confronto tra le norme contenute nel codice civile, e soprattutto l'art. 2083, e quelle contenute invece nell'art. 1 della l. fall. L'economia italiana sta attraversando una grave crisi economica che ha messo e sta mettendo a dura prova le piccole imprese, realtà tutt'altro che isolata nel nostro Paese: queste, infatti, rappresentano una buona percentuale della totalità delle imprese italiane, molto più che in altri Paesi europei, ma a differenza di questi ultimi, ove le imprese hanno un livello tecnologico medio-alto, sono concentrate soprattutto nel settore dell'artigianato, e forse anche per questo motivo risentono maggiormente della concorrenza e della crisi stessa. L'esclusione dal fallimento è certamente essenziale per evitare che una procedura così complessa si abbatta su un'impresa il cui dissesto ha un ridotto impatto sull'economia, ma, a parere di chi scrive, sarebbe auspicabile che il legislatore si preoccupi anche di ricercare una procedura più adatta di quella di composizione delle crisi da sovraindebitamento, e che, soprattutto, cerchi un sistema per permettere la sopravvivenza delle piccole imprese esistenti e ne incentivi la nascita di nuove; questo potrebbe essere infatti un modo per permettere all'economia italiana di ripartire, partendo da ciò che ne è sempre stato alla base: la piccola impresa.

Piccolo Imprenditore e Fallimento

POMPILIO, CLAUDIA
2012/2013

Abstract

L'obiettivo di questa dissertazione è stato quello di esporre, basandosi su un criterio cronologico, il mutamento della condizione del piccolo imprenditore a partire dalla figura del commerciante presente nel Codice di Commercio, datato 1882, fino a giungere ad una riflessione sulla situazione attuale e sulla figura dell'imprenditore ¿che non fallisce¿. La trattazione, seppur sintetica, è incentrata sul confronto tra le norme contenute nel codice civile, e soprattutto l'art. 2083, e quelle contenute invece nell'art. 1 della l. fall. L'economia italiana sta attraversando una grave crisi economica che ha messo e sta mettendo a dura prova le piccole imprese, realtà tutt'altro che isolata nel nostro Paese: queste, infatti, rappresentano una buona percentuale della totalità delle imprese italiane, molto più che in altri Paesi europei, ma a differenza di questi ultimi, ove le imprese hanno un livello tecnologico medio-alto, sono concentrate soprattutto nel settore dell'artigianato, e forse anche per questo motivo risentono maggiormente della concorrenza e della crisi stessa. L'esclusione dal fallimento è certamente essenziale per evitare che una procedura così complessa si abbatta su un'impresa il cui dissesto ha un ridotto impatto sull'economia, ma, a parere di chi scrive, sarebbe auspicabile che il legislatore si preoccupi anche di ricercare una procedura più adatta di quella di composizione delle crisi da sovraindebitamento, e che, soprattutto, cerchi un sistema per permettere la sopravvivenza delle piccole imprese esistenti e ne incentivi la nascita di nuove; questo potrebbe essere infatti un modo per permettere all'economia italiana di ripartire, partendo da ciò che ne è sempre stato alla base: la piccola impresa.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/135274