Kiwifruit are climacteric fruit which can be successfully stored at 0°C for 4 to 6 months but which soften markedly when exposed to even minute concentrations of ethylene (Arpaia et al., 1987; Mitchell, 1990). Kiwifruit handlers and researchers have focused on ways of maintaining firmness during storage primarily through rigorous low temperature (0°C) management, ethylene exclusion and use of controlled atmospheres. During cold storage and ripening, kiwifruit undergo biochemical changes including conversion of starch to sugar, changes in cell wall constituents and production of characteristic volatiles which lead to the taste, texture and aroma desired by consumers. However, kiwifruit stored at 0°C for less than 4-6 month may reach consumers while still not ¿ready to eat¿. Such fruit lack the quality characteristics consumers demand and if eaten, may discourage consumers from purchasing kiwifruit until later in the season. In 1997, Crisosto et al. developed a protocol for firm kiwifruit using short exposures (6-12 h) to 100 ppm ethylene at low (0°C) temperatures. Because application of exogenous ethylene requires special facilities, kiwifruit ripening at terminal markets can compete with commodities such as banana and tomato for ripening equipment. However, Crisosto et al. (1997) also found that the ripening rate of kiwifruit preconditioned with ethylene at the shipping point can be managed by subsequent storage temperature. The present study investigated how ripening of kiwifruit is affected by ethylene concentration and fruit temperature prior to, during and after ethylene preconditioning. To study cold storage and maturity affects on ripening of preconditioned kiwifruit, harvests were taken during the 2011 seasons from commercial vineyards in Piedmont (Italy). Quality evaluations included measurements of flesh firmness, soluble solids concentration (SSC) and titratable acidity before and after ethylene preconditioning. To assure good flavor of kiwifruit when ripe, we recommend picking them when they reach at least a minimum of 6.5% SSC measured in the field or 11,5% SSC after the accelerated ripening test. Flesh firmness is the best indicator of kiwifruit ripening and predictor of shelf life. Fruit that measures 3-2 kg/cm2 flesh firmness is ripe and ¿ready-to-eat¿. Ethylene applied at 100 ppm by using the "shot system" for 24 hours within a 0°to 20°C temperature range will induce ripening as indicated by uniform kiwifruit softening and starch conversion into sugars. The temperature setting during treatment and shipment should be adjusted according to the anticipated consumption schedule. To prevent softening due to delayed shipments, apply ethylene to cold kiwifruit. Cold kiwifruit treated at near 0°C and maintained at that temperature may be held up to 3 days. These kiwifruit will reach a firmness of about 3 kg/cm2 in 2 to 3 days after being transferred to 20°C. If until now preconditioning protocols with ethylene were used only by the operators of the sector in California these initial experiments have shown that application of ethylene if managed in a controlled way can also affect the post-harvest of the supply chain of the Italian kiwi fruits and be the key to promoting its marketing.
I kiwi sono frutti climaterici che possono essere correttamente conservati a 0 ° C per 4 a 6 mesi. Durante tale periodo si può assistere ad un rapido rammollimento della polpa soprattutto a seguito dell' esposizione, anche per pochi minuti a basse concentrazioni di etilene (Arpaia et al, 1987; Mitchell, 1990). Per tale motivo sia la ricerca sia il comparto tecnico dei magazzini ortofrutticoli si sono, negli anni, particolarmente concentrati sullo studio ed individuazione di metodologie e tecnologie ottimali per mantenere elevati i livelli della consistenza della polpa dei frutti durante la conservazione. Durante la conservazione avvengono, all'interno dei frutti, modificazioni biochimiche tra cui la conversione di amido in zucchero, l'idrolisi delle pareti cellulari e la produzione di sostanze volatili caratteristiche che dovrebbero portare i frutti ad avere la consistenza, il gusto e l'aroma desiderato dai consumatori.‬ ‪Tuttavia, in alcuni casi, i kiwi possono raggiungere il consumatore, quando non sono ancora "ready to eat" , disattendendo le aspettative degli stessi e scoraggiandone l'acquisto. Per tale motivo Crisosto et al. (1997) hanno proposto l'uso dell'etilene per la maturazione controllata del kiwi, protocolli ampiamente diffusi tra i frutticoltori in California grazie alla capillare opera di divulgazione scientifica attuata dal servizio di Extension Service dell' Università di Davis (California) attraverso la Newsletter 'Central Valley Postharvest'. Ad oggi però al di fuori del contesto statunitense non ci sono esperienze relative al precondizionamento del kiwi con etilene, nonostante spesso anche il consumatore europeo lamenti una non adeguatezza della consistenza della polpa dei frutti di kiwi presenti sui banchi di vendita. L'obiettivo di questa lavoro è stato quello di pretrattare prima della distribuzione frutti di kiwi della cv Hayward con 4 differenti concentrazioni di C2H4 in 2 differenti condizioni ambientali e di verificare l'efficacia dei trattamenti monitorando i principali parametri qualitativi, con particolare riferimento alla consistenza della polpa. I frutti sono stati posti a differenti regimi termici nel breve periodo al fine di ottenere un prodotto che dopo 120 giorni di conservazione in atmosfera controllata (ULO) e 1 settimana di shelf-life fosse in linea con gli standard desiderati. Le prove sono state condotte su unità controllate di frutti (pallet bag) con sistema chiuso ( shot system) e sistema aperto (lavaggio con etilene). Le prove sono state svolte nel magazzino ortofrutticolo di Agrifrutta srl nel comune di Peveragno (CN) nel mese di gennaio e febbraio 2010. I rilievi sui frutti hanno riguardato la consistenza della polpa, gli zuccheri totali e l'acidità titolabile.Se fin'ora protocolli di precondizionamento con etilene sono stati utilizzati solo da operatori della filiera del settore californiano queste prime esperienze condotte in un magazzino tipico della realtà operativa ortofrutticola hanno mostrato come applicazioni di etilene se gestite in maniera controllata possano interessare anche la filiera post raccolta italiana del kiwi ed esserne la chiave per la valorizzazione della sua commercializzazione.
PRIME ESPERIENZE DI MATURAZIONE CONTROLLATA DI KIWI PIEMONTESE
IAFFALDANO, NOEMI
2011/2012
Abstract
I kiwi sono frutti climaterici che possono essere correttamente conservati a 0 ° C per 4 a 6 mesi. Durante tale periodo si può assistere ad un rapido rammollimento della polpa soprattutto a seguito dell' esposizione, anche per pochi minuti a basse concentrazioni di etilene (Arpaia et al, 1987; Mitchell, 1990). Per tale motivo sia la ricerca sia il comparto tecnico dei magazzini ortofrutticoli si sono, negli anni, particolarmente concentrati sullo studio ed individuazione di metodologie e tecnologie ottimali per mantenere elevati i livelli della consistenza della polpa dei frutti durante la conservazione. Durante la conservazione avvengono, all'interno dei frutti, modificazioni biochimiche tra cui la conversione di amido in zucchero, l'idrolisi delle pareti cellulari e la produzione di sostanze volatili caratteristiche che dovrebbero portare i frutti ad avere la consistenza, il gusto e l'aroma desiderato dai consumatori. Tuttavia, in alcuni casi, i kiwi possono raggiungere il consumatore, quando non sono ancora "ready to eat" , disattendendo le aspettative degli stessi e scoraggiandone l'acquisto. Per tale motivo Crisosto et al. (1997) hanno proposto l'uso dell'etilene per la maturazione controllata del kiwi, protocolli ampiamente diffusi tra i frutticoltori in California grazie alla capillare opera di divulgazione scientifica attuata dal servizio di Extension Service dell' Università di Davis (California) attraverso la Newsletter 'Central Valley Postharvest'. Ad oggi però al di fuori del contesto statunitense non ci sono esperienze relative al precondizionamento del kiwi con etilene, nonostante spesso anche il consumatore europeo lamenti una non adeguatezza della consistenza della polpa dei frutti di kiwi presenti sui banchi di vendita. L'obiettivo di questa lavoro è stato quello di pretrattare prima della distribuzione frutti di kiwi della cv Hayward con 4 differenti concentrazioni di C2H4 in 2 differenti condizioni ambientali e di verificare l'efficacia dei trattamenti monitorando i principali parametri qualitativi, con particolare riferimento alla consistenza della polpa. I frutti sono stati posti a differenti regimi termici nel breve periodo al fine di ottenere un prodotto che dopo 120 giorni di conservazione in atmosfera controllata (ULO) e 1 settimana di shelf-life fosse in linea con gli standard desiderati. Le prove sono state condotte su unità controllate di frutti (pallet bag) con sistema chiuso ( shot system) e sistema aperto (lavaggio con etilene). Le prove sono state svolte nel magazzino ortofrutticolo di Agrifrutta srl nel comune di Peveragno (CN) nel mese di gennaio e febbraio 2010. I rilievi sui frutti hanno riguardato la consistenza della polpa, gli zuccheri totali e l'acidità titolabile.Se fin'ora protocolli di precondizionamento con etilene sono stati utilizzati solo da operatori della filiera del settore californiano queste prime esperienze condotte in un magazzino tipico della realtà operativa ortofrutticola hanno mostrato come applicazioni di etilene se gestite in maniera controllata possano interessare anche la filiera post raccolta italiana del kiwi ed esserne la chiave per la valorizzazione della sua commercializzazione.File | Dimensione | Formato | |
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