Maize is grown in Italy in areas with large variability of production, mainly related to the level of soil fertility and water availability. My literature review focuses on the agronomic perspective for maize grown in marginal areas. These areas are different from those intensive ones since they are characterized by shallow soil poor in organic matter (OM) and not irrigated. This reduces the competitiveness of maize cultivation in these areas. We analyzed the possible agronomic strategies to ensure the economic efficiency and fertility of soils planted with maize. The profitability of maize crop decreased as a result of the rising cost of inputs. In order to contain the production costs it is necessary to focus on low input strategies. In dry areas the enhancement of the input provided is limited and depends on rainfall. Recently, new tools have been refined to predict which will be the production of maize grain, and the probability to obtain the expected minimum production according to the availability of water at the beginning of the cycle. From some surveys carried out in cereal farms in Piedmont, it was highlighted that the gap between irrigated maize production in vocated areas and non-irrigated land in marginal areas is higher than 40%. In addition to water availability, the productivity gap increases if zootechnical activities are abandoned. The low-input strategies highlighted in the literature are turning to conservation tillage, supply of biomass and crop rotation. The replacement of plowing with conservative techniques does not appear to influence the productivity of maize. These techniques slow down the mineralization of the organic matter in the soil, ensuring the maintenance of its content. Another applicable technique is green manure: this provides for the sowing of a crop with the aim of burying it. The adoption of crop rotation prevents the occurrence of the effect of monoculture, that requires the increase of the inputs to maintain productivity. The positive effect of rotation is evident when this includes legume species, such as alfalfa. Another possible source of OM available on the market relates to the use of manure, compost from urban solid waste and sewage sludge. These biomasses have some drawbacks that limit their use. For manure, transport is the most critical phase of the whole chain. The use of compost and sewage sludge presents problems related to the risk of the presence of pollutants. The economic analysis of the cultivation costs evidences that the application of conservation tillage determines a decrease in production costs by more than 10%. The proper use of the production factors leads to a greater environmental sustainability. This is linked to a pollution prevention related to excessive use of chemical inputs and energy and an attempt to increase the amount of OM. The development of low-input cropping systems aims not only to the interests of economic and productive of the farmers, but also to the community.

Il mais in Italia è coltivato in aree con ampia variabilità produttiva, prevalentemente legata al livello di fertilità del suolo e alla disponibilità idrica. L'analisi bibliografica svolta verte sulle prospettive agronomiche delle aree maidicole marginali. Queste si distinguono da quelle vocate poiché sono caratterizzate da suoli poco profondi, poveri di sostanza organica (s.o.) e non irrigui. Ciò riduce la competitività delle aziende maidicole in queste condizioni. Sono state analizzate le possibili strategie agronomiche per garantire l'efficienza economica e la fertilità dei suoli coltivati a mais. La redditività della coltura del mais è diminuita a seguito della crescita del costo dei fattori produttivi. Per poter contenere il costo di produzione è necessario puntare su strategie a basso input. Nelle aree in asciutta la valorizzazione degli input forniti è limitata e dipende dalla piovosità. Recentemente, sono stati perfezionati strumenti per prevedere quale sarà la produzione del mais da granella, e la probabilità di ottenere la produzione minima attesa in base alla disponibilità idrica all'inizio del ciclo. Da alcuni rilevamenti svolti in aziende cerealicole in Piemonte, il divario produttivo evidenziato tra mais irriguo in aree vocate e non irriguo in aree marginali è superiore al 40%. Oltre alla disponibilità idrica, il divario produttivo cresce se vi è la riduzione del contenuto di s.o. del suolo, a causa dell'abbandono dell'attività zootecnica. Le strategie a basso input evidenziate nella ricerca bibliografica si rivolgono a: lavorazioni conservative, apporto di biomasse e rotazione colturale. La sostituzione dell'aratura con tecniche conservative non risulta influenzare la produttività del mais. Queste tecniche rallentano la mineralizzazione della s.o., garantendone il mantenimento del suo contenuto. Altra tecnica applicabile è il sovescio: questo prevede la semina di una coltura con l'obiettivo di interrarla. L'adozione di rotazioni colturali evita il verificarsi dell'effetto della monocoltura: la stanchezza del terreno. Questa richiede l'aumento degli input per mantenere la produttività. L'effetto positivo della rotazione è evidente quando questa include più specie tra cui leguminose, quale l'erba medica. Altra possibile fonte di s.o. reperibile sul mercato riguarda l'impiego dei reflui zootecnici, compost da RSU e fanghi di depurazione. Queste biomasse presentano alcuni svantaggi che ne limitano l'uso. Per i reflui zootecnici il trasporto è la fase più critica del cantiere. L'impiego di compost e di fanghi di depurazione presenta problemi legati al rischio della presenza di inquinanti. Dall'analisi economica dei costi colturali, emerge che l'applicazione di tecniche di lavorazione conservative portano una diminuzione del costo di produzione unitario di oltre il 10%, con un aumento della redditività per ettaro del 27%. Il corretto uso dei mezzi produttivi determina una maggior sostenibilità ambientale: da un lato si evitano inquinamenti legati all'utilizzo eccessivo di input chimici ed energetici, mentre dall'altro, con il tentativo di aumentare il contenuto di s.o. si sequestra CO2 dall'atmosfera. Lo sviluppo di sistemi colturali a basso input non mira solo agli interessi economico-produttivi degli agricoltori, ma anche a quelli della collettività.

Effetto della gestione agronomica sulla produttività del mais in sistemi colturali a basso input

CAMINO, ERMES
2011/2012

Abstract

Il mais in Italia è coltivato in aree con ampia variabilità produttiva, prevalentemente legata al livello di fertilità del suolo e alla disponibilità idrica. L'analisi bibliografica svolta verte sulle prospettive agronomiche delle aree maidicole marginali. Queste si distinguono da quelle vocate poiché sono caratterizzate da suoli poco profondi, poveri di sostanza organica (s.o.) e non irrigui. Ciò riduce la competitività delle aziende maidicole in queste condizioni. Sono state analizzate le possibili strategie agronomiche per garantire l'efficienza economica e la fertilità dei suoli coltivati a mais. La redditività della coltura del mais è diminuita a seguito della crescita del costo dei fattori produttivi. Per poter contenere il costo di produzione è necessario puntare su strategie a basso input. Nelle aree in asciutta la valorizzazione degli input forniti è limitata e dipende dalla piovosità. Recentemente, sono stati perfezionati strumenti per prevedere quale sarà la produzione del mais da granella, e la probabilità di ottenere la produzione minima attesa in base alla disponibilità idrica all'inizio del ciclo. Da alcuni rilevamenti svolti in aziende cerealicole in Piemonte, il divario produttivo evidenziato tra mais irriguo in aree vocate e non irriguo in aree marginali è superiore al 40%. Oltre alla disponibilità idrica, il divario produttivo cresce se vi è la riduzione del contenuto di s.o. del suolo, a causa dell'abbandono dell'attività zootecnica. Le strategie a basso input evidenziate nella ricerca bibliografica si rivolgono a: lavorazioni conservative, apporto di biomasse e rotazione colturale. La sostituzione dell'aratura con tecniche conservative non risulta influenzare la produttività del mais. Queste tecniche rallentano la mineralizzazione della s.o., garantendone il mantenimento del suo contenuto. Altra tecnica applicabile è il sovescio: questo prevede la semina di una coltura con l'obiettivo di interrarla. L'adozione di rotazioni colturali evita il verificarsi dell'effetto della monocoltura: la stanchezza del terreno. Questa richiede l'aumento degli input per mantenere la produttività. L'effetto positivo della rotazione è evidente quando questa include più specie tra cui leguminose, quale l'erba medica. Altra possibile fonte di s.o. reperibile sul mercato riguarda l'impiego dei reflui zootecnici, compost da RSU e fanghi di depurazione. Queste biomasse presentano alcuni svantaggi che ne limitano l'uso. Per i reflui zootecnici il trasporto è la fase più critica del cantiere. L'impiego di compost e di fanghi di depurazione presenta problemi legati al rischio della presenza di inquinanti. Dall'analisi economica dei costi colturali, emerge che l'applicazione di tecniche di lavorazione conservative portano una diminuzione del costo di produzione unitario di oltre il 10%, con un aumento della redditività per ettaro del 27%. Il corretto uso dei mezzi produttivi determina una maggior sostenibilità ambientale: da un lato si evitano inquinamenti legati all'utilizzo eccessivo di input chimici ed energetici, mentre dall'altro, con il tentativo di aumentare il contenuto di s.o. si sequestra CO2 dall'atmosfera. Lo sviluppo di sistemi colturali a basso input non mira solo agli interessi economico-produttivi degli agricoltori, ma anche a quelli della collettività.
ITA
Maize is grown in Italy in areas with large variability of production, mainly related to the level of soil fertility and water availability. My literature review focuses on the agronomic perspective for maize grown in marginal areas. These areas are different from those intensive ones since they are characterized by shallow soil poor in organic matter (OM) and not irrigated. This reduces the competitiveness of maize cultivation in these areas. We analyzed the possible agronomic strategies to ensure the economic efficiency and fertility of soils planted with maize. The profitability of maize crop decreased as a result of the rising cost of inputs. In order to contain the production costs it is necessary to focus on low input strategies. In dry areas the enhancement of the input provided is limited and depends on rainfall. Recently, new tools have been refined to predict which will be the production of maize grain, and the probability to obtain the expected minimum production according to the availability of water at the beginning of the cycle. From some surveys carried out in cereal farms in Piedmont, it was highlighted that the gap between irrigated maize production in vocated areas and non-irrigated land in marginal areas is higher than 40%. In addition to water availability, the productivity gap increases if zootechnical activities are abandoned. The low-input strategies highlighted in the literature are turning to conservation tillage, supply of biomass and crop rotation. The replacement of plowing with conservative techniques does not appear to influence the productivity of maize. These techniques slow down the mineralization of the organic matter in the soil, ensuring the maintenance of its content. Another applicable technique is green manure: this provides for the sowing of a crop with the aim of burying it. The adoption of crop rotation prevents the occurrence of the effect of monoculture, that requires the increase of the inputs to maintain productivity. The positive effect of rotation is evident when this includes legume species, such as alfalfa. Another possible source of OM available on the market relates to the use of manure, compost from urban solid waste and sewage sludge. These biomasses have some drawbacks that limit their use. For manure, transport is the most critical phase of the whole chain. The use of compost and sewage sludge presents problems related to the risk of the presence of pollutants. The economic analysis of the cultivation costs evidences that the application of conservation tillage determines a decrease in production costs by more than 10%. The proper use of the production factors leads to a greater environmental sustainability. This is linked to a pollution prevention related to excessive use of chemical inputs and energy and an attempt to increase the amount of OM. The development of low-input cropping systems aims not only to the interests of economic and productive of the farmers, but also to the community.
IMPORT DA TESIONLINE
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
718249_camino_ermes_relazione_finale.pdf

non disponibili

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 1.22 MB
Formato Adobe PDF
1.22 MB Adobe PDF

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/135187