In questo lavoro si è cercato di analizzare come la nuova programmazione abbia cercato di raccogliere l'eredità del precedente periodo, consolidando i risultati da questo raggiunti ma cercando al contempo di risolvere le più importanti criticità emerse, contrastando l'aumento del divario di crescita tra i paesi dell'Unione e l'euroscetticismo con un rilancio concreto e determinato della politica di coesione e dei valori sociali. La politica di coesione, proprio per la sua finalità generale di favorire un progresso uniforme e massimamente efficiente, opera trasversalmente in tutti i programmi di intervento e permea dei suoi valori in primo luogo la programmazione di carattere economico che, grazie alla sua ispirazione, non si limita a cercare di produrre solo maggiore ricchezza ed a incrementare i consumi ma cerca di garantire le migliori condizioni di vita ed il maggior benessere possibile per tutti i cittadini dell'Unione, nel presupposto che solo riducendo le disparità di sviluppo tra le diverse aree dell'Unione sia possibile massimizzare l'utilità degli interventi. Ispirata da questi principi e per integrarli nella sua azione l'Unione si è data dei macro obiettivi di indirizzo attraverso dei piani strategici (l'agenda di Lisbona 2000 prima e la strategia Europa 2020). Gli obiettivi posti dall'agenda di Lisbona, seppure implementati in misura differente nei vari Stati ed in modo forse poco coordinato con altre strategie comunitarie quali il ¿Patto di stabilità e Crescita¿ o l'¿Agenda Sociale¿ (con grave riduzione della loro capacità di impatto sulla realtà) hanno preparato il terreno allo sviluppo di azioni comuni a livello di Unione e di singoli Stati, utili a risolvere temi di medio/lungo periodo, hanno spostato l'attenzione della programmazione ad alcune aree specifiche di intervento e priorità (ricerca e sviluppo, investire nelle persone e modernizzare il mercato del lavoro, le PMI, l'energia ed i cambiamenti climatici) ed hanno favorito riforme strutturali che hanno permesso all'Unione di affrontare con più solidità la crisi economica.
I Fondi Strutturali Europei nella nuova strategia 2014/2020. Continuità o innovazione?
VARESIO, LIDIA
2012/2013
Abstract
In questo lavoro si è cercato di analizzare come la nuova programmazione abbia cercato di raccogliere l'eredità del precedente periodo, consolidando i risultati da questo raggiunti ma cercando al contempo di risolvere le più importanti criticità emerse, contrastando l'aumento del divario di crescita tra i paesi dell'Unione e l'euroscetticismo con un rilancio concreto e determinato della politica di coesione e dei valori sociali. La politica di coesione, proprio per la sua finalità generale di favorire un progresso uniforme e massimamente efficiente, opera trasversalmente in tutti i programmi di intervento e permea dei suoi valori in primo luogo la programmazione di carattere economico che, grazie alla sua ispirazione, non si limita a cercare di produrre solo maggiore ricchezza ed a incrementare i consumi ma cerca di garantire le migliori condizioni di vita ed il maggior benessere possibile per tutti i cittadini dell'Unione, nel presupposto che solo riducendo le disparità di sviluppo tra le diverse aree dell'Unione sia possibile massimizzare l'utilità degli interventi. Ispirata da questi principi e per integrarli nella sua azione l'Unione si è data dei macro obiettivi di indirizzo attraverso dei piani strategici (l'agenda di Lisbona 2000 prima e la strategia Europa 2020). Gli obiettivi posti dall'agenda di Lisbona, seppure implementati in misura differente nei vari Stati ed in modo forse poco coordinato con altre strategie comunitarie quali il ¿Patto di stabilità e Crescita¿ o l'¿Agenda Sociale¿ (con grave riduzione della loro capacità di impatto sulla realtà) hanno preparato il terreno allo sviluppo di azioni comuni a livello di Unione e di singoli Stati, utili a risolvere temi di medio/lungo periodo, hanno spostato l'attenzione della programmazione ad alcune aree specifiche di intervento e priorità (ricerca e sviluppo, investire nelle persone e modernizzare il mercato del lavoro, le PMI, l'energia ed i cambiamenti climatici) ed hanno favorito riforme strutturali che hanno permesso all'Unione di affrontare con più solidità la crisi economica.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
117649_tesi_di_diritto_unione_europea_lidia_varesio_arile_2014.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
6.04 MB
Formato
Adobe PDF
|
6.04 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/135175