Le ambizioni che spinsero Mussolini all’entrata dell’Italia nel secondo conflitto mondiale erano sostanzialmente due: in primo luogo, la conquista di un ruolo di potere in Europa e la possibilità di sedersi al tavolo dei vincitori poco prima che venisse concordato un armistizio con i francesi; in secondo luogo, ma di importanza prioritaria, le mire espansionistiche in Africa, dove il Duce ambiva alla creazione di un nuovo impero romano, motivo per cui intraprese la campagna d’Africa. Il presente studio si pone l’obiettivo di analizzare il rapporto che intercorse tra il Comando italiano, responsabile dell’inizio della guerra in Africa e delle operazioni militari, e il Comando tedesco affidato al feldmaresciallo Erwin Rommel. In particolare intende chiarire quali premesse abbia avuto questo rapporto, che tipo di dinamiche instaurò e quanto fu determinante nel cambiamento nel ruolo dell’Italia nella seconda guerra mondiale. Nell’immaginario comune la guerra in Africa è essenzialmente connessa al ruolo dei tedeschi; in effetti fu proprio dal momento in cui intervenne l’esercito tedesco che l’Italia perse il controllo nella gestione, seppur fallimentare fino a quel momento, della Campagna d’Africa, dovendo cedere il passo agli alleati tedeschi. Si metterà in evidenza anche come la disfatta delle truppe italiane sul fronte dell’Africa Settentrionale fu un insuccesso dal punto di vista strategico e le conseguenti ripercussioni per il Regno d’Italia. Il capitolo I è volto a delineare la situazione in Nord Africa negli anni Quaranta. In particolare ne spiega il contesto geopolitico, come risultato dell’esito della prima guerra mondiale e delle guerre coloniali intraprese dall’Europa negli anni precedenti; Il capitolo II è volto a spiegare i motivi che spinsero il Duce a iniziare la campagna d’Africa, le condizioni delle milizie italiane, i protagonisti e i momenti di snodo di tale campagna, con particolare attenzione per l’intervento delle truppe tedesche a sostegno degli italiani; Il capitolo III è focalizzato sui rapporti tra il comando italiano e quello tedesco; entra nel dettaglio delle figure dei comandanti e delle dinamiche che si istaurarono tra gli eserciti, mutando il ruolo dell’Italia nel secondo conflitto mondiale. Le conclusioni mettono in luce i punti salienti e determinati di tutto il lavoro.
I RAPPORTI TRA COMANDO MILITARE ITALIANO E TEDESCO NELLA BATTAGLIA DI EL ALAMEIN
UCCELLI, VITTORIO SALVATORE
2021/2022
Abstract
Le ambizioni che spinsero Mussolini all’entrata dell’Italia nel secondo conflitto mondiale erano sostanzialmente due: in primo luogo, la conquista di un ruolo di potere in Europa e la possibilità di sedersi al tavolo dei vincitori poco prima che venisse concordato un armistizio con i francesi; in secondo luogo, ma di importanza prioritaria, le mire espansionistiche in Africa, dove il Duce ambiva alla creazione di un nuovo impero romano, motivo per cui intraprese la campagna d’Africa. Il presente studio si pone l’obiettivo di analizzare il rapporto che intercorse tra il Comando italiano, responsabile dell’inizio della guerra in Africa e delle operazioni militari, e il Comando tedesco affidato al feldmaresciallo Erwin Rommel. In particolare intende chiarire quali premesse abbia avuto questo rapporto, che tipo di dinamiche instaurò e quanto fu determinante nel cambiamento nel ruolo dell’Italia nella seconda guerra mondiale. Nell’immaginario comune la guerra in Africa è essenzialmente connessa al ruolo dei tedeschi; in effetti fu proprio dal momento in cui intervenne l’esercito tedesco che l’Italia perse il controllo nella gestione, seppur fallimentare fino a quel momento, della Campagna d’Africa, dovendo cedere il passo agli alleati tedeschi. Si metterà in evidenza anche come la disfatta delle truppe italiane sul fronte dell’Africa Settentrionale fu un insuccesso dal punto di vista strategico e le conseguenti ripercussioni per il Regno d’Italia. Il capitolo I è volto a delineare la situazione in Nord Africa negli anni Quaranta. In particolare ne spiega il contesto geopolitico, come risultato dell’esito della prima guerra mondiale e delle guerre coloniali intraprese dall’Europa negli anni precedenti; Il capitolo II è volto a spiegare i motivi che spinsero il Duce a iniziare la campagna d’Africa, le condizioni delle milizie italiane, i protagonisti e i momenti di snodo di tale campagna, con particolare attenzione per l’intervento delle truppe tedesche a sostegno degli italiani; Il capitolo III è focalizzato sui rapporti tra il comando italiano e quello tedesco; entra nel dettaglio delle figure dei comandanti e delle dinamiche che si istaurarono tra gli eserciti, mutando il ruolo dell’Italia nel secondo conflitto mondiale. Le conclusioni mettono in luce i punti salienti e determinati di tutto il lavoro.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/135099