Le persone che annualmente si sottopongono ad intervento di posizionamento di un defibrillatore cardiaco impiantato (ICD) sono in aumento. I dati forniti dall'Associazione Italiana Aritmologia e Cardiostimolazione relativi all'anno 2011 è di oltre 17.000 dispositivi. In un'età dove il progresso biomedico è in continua evoluzione quali sono gli impatti sul paziente? E le posizioni bioetiche rispetto ad un dispositivo che diventa un vero e proprio ¿salva-vita¿? Il dibattito che nasce riguarda la possibilità di disattivare l'ICD, sia in situazioni di malattia terminale, sia quando è la persona a manifestare questo desiderio. Che posizione hanno gli operatori sanitari? Un studio condotto nel 2010 coinvolge 47 centri, evidenza il fatto che il 62% dei medici è favorevole alla disattivazione. Ciò sembrerebbe ragionevole anche in mancanza di leggi chiare. Il portatore di ICD viene messo sempre in prima linea, ma ragionevolmente il campione ha considerato la possibilità di ottenere un'autorizzazione dai familiari o assumersi la responsabilità. Solo nel 4% dei centri che hanno partecipato allo studio viene fornita tale informazione e in 4 occasioni l'ICD è stato disattivato. Il vero problema è quello di iniziare la discussione circa la possibilità di disattivare il defibrillatore. Questi hanno evidenziato la carenza di linee guida e le possibili ripercussioni medico-legali che un tale atto comporterebbe. Un'analisi condotta nei tre ospedali dell'ASL To3 della regione (Rivoli, Pinerolo e Orbassano) ha voluto considerare quale fosse la posizione dei nostri operatori in merito all'informazione fornita ai pazienti portatori di ICD circa la possibilità di disattivare il dispositivo e indagare se favorevoli. Il campione di 38 persone (36 infermieri e 2 medici) opera nei reparti di: Cardiologia/UTIC, Elettrofisiologia, Emodinamica e Ambulatorio di Cardiologia. Dall'analisi emerge che l'82% degli intervistati (N=31) ritiene opportuno informare il paziente prima del posizionamento dell'ICD. I restanti(N=7) non credono di dover informare la persona. L'87% del campione è favorevole a disattivare l'ICD dopo il consenso dell'assistito. Tra le possibili situazioni emerge prevalentemente la malattia oncologica e lo scompenso cardiaco terminale. 2 operatori hanno manifestato la volontà a disattivare l'ICD in qualsiasi momento, purchè venga chiesto dal portatore. E' stato infine chiesto quale fosse la correlazione tra assenza di linee guida/non disattivazione dell'ICD e tra assenza di leggi chiare/non disattivazione di ICD. Per la prima 14 operatori hanno assegnato un punteggio pari a 10, mentre 2 un punteggio pari a 0. 29 hanno dato un punteggio superiore o uguale a 7/10. Circa la carenza di leggi 2 operatori non ritengono che la causa sia questa (0/10), mentre 16 hanno dato un punteggio di 10/10; 29 di loro un punteggio maggiore o uguale a 7/10. Concludendo emerge che nella nostra realtà gli operatori intervistati sarebbero favorevoli ad informare il paziente prima dell'impianto del dispositivo. Il grosso problema è l'assenza di linee guida e la non tutela legislativa che porta alla non informare il paziente prima dell'impianto di ICD, circa la possibilità di disattivare il device.. Sarebbe tuttavia importante estendere la ricerca ad un campione più numeroso che coinvolga più figure mediche, ma soprattutto valutare quello che le persone portatrici di ICD pensano in merito a questa opportunità.
Aspetti bioetici in merito all'informazione fornita ai pazienti portatori di ICD
PETULLÀ, CRISTIAN
2011/2012
Abstract
Le persone che annualmente si sottopongono ad intervento di posizionamento di un defibrillatore cardiaco impiantato (ICD) sono in aumento. I dati forniti dall'Associazione Italiana Aritmologia e Cardiostimolazione relativi all'anno 2011 è di oltre 17.000 dispositivi. In un'età dove il progresso biomedico è in continua evoluzione quali sono gli impatti sul paziente? E le posizioni bioetiche rispetto ad un dispositivo che diventa un vero e proprio ¿salva-vita¿? Il dibattito che nasce riguarda la possibilità di disattivare l'ICD, sia in situazioni di malattia terminale, sia quando è la persona a manifestare questo desiderio. Che posizione hanno gli operatori sanitari? Un studio condotto nel 2010 coinvolge 47 centri, evidenza il fatto che il 62% dei medici è favorevole alla disattivazione. Ciò sembrerebbe ragionevole anche in mancanza di leggi chiare. Il portatore di ICD viene messo sempre in prima linea, ma ragionevolmente il campione ha considerato la possibilità di ottenere un'autorizzazione dai familiari o assumersi la responsabilità. Solo nel 4% dei centri che hanno partecipato allo studio viene fornita tale informazione e in 4 occasioni l'ICD è stato disattivato. Il vero problema è quello di iniziare la discussione circa la possibilità di disattivare il defibrillatore. Questi hanno evidenziato la carenza di linee guida e le possibili ripercussioni medico-legali che un tale atto comporterebbe. Un'analisi condotta nei tre ospedali dell'ASL To3 della regione (Rivoli, Pinerolo e Orbassano) ha voluto considerare quale fosse la posizione dei nostri operatori in merito all'informazione fornita ai pazienti portatori di ICD circa la possibilità di disattivare il dispositivo e indagare se favorevoli. Il campione di 38 persone (36 infermieri e 2 medici) opera nei reparti di: Cardiologia/UTIC, Elettrofisiologia, Emodinamica e Ambulatorio di Cardiologia. Dall'analisi emerge che l'82% degli intervistati (N=31) ritiene opportuno informare il paziente prima del posizionamento dell'ICD. I restanti(N=7) non credono di dover informare la persona. L'87% del campione è favorevole a disattivare l'ICD dopo il consenso dell'assistito. Tra le possibili situazioni emerge prevalentemente la malattia oncologica e lo scompenso cardiaco terminale. 2 operatori hanno manifestato la volontà a disattivare l'ICD in qualsiasi momento, purchè venga chiesto dal portatore. E' stato infine chiesto quale fosse la correlazione tra assenza di linee guida/non disattivazione dell'ICD e tra assenza di leggi chiare/non disattivazione di ICD. Per la prima 14 operatori hanno assegnato un punteggio pari a 10, mentre 2 un punteggio pari a 0. 29 hanno dato un punteggio superiore o uguale a 7/10. Circa la carenza di leggi 2 operatori non ritengono che la causa sia questa (0/10), mentre 16 hanno dato un punteggio di 10/10; 29 di loro un punteggio maggiore o uguale a 7/10. Concludendo emerge che nella nostra realtà gli operatori intervistati sarebbero favorevoli ad informare il paziente prima dell'impianto del dispositivo. Il grosso problema è l'assenza di linee guida e la non tutela legislativa che porta alla non informare il paziente prima dell'impianto di ICD, circa la possibilità di disattivare il device.. Sarebbe tuttavia importante estendere la ricerca ad un campione più numeroso che coinvolga più figure mediche, ma soprattutto valutare quello che le persone portatrici di ICD pensano in merito a questa opportunità.File | Dimensione | Formato | |
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