The work examines the possible relationship between climate change and avalanches. Climate change is occurring unevenly in the Planet and mountainous areas are among the most vulnerable. Although there are no accurate and consistent data, we can say that there is an ongoing increase in global temperatures, accelerated in recent decades. Among the direct consequences of the increase in temperature there are the different distribution and duration of snow cover, a key element of alpine environments, both ecologically and economically. The use of climate models has enabled us to evaluate the reaction of the snowpack to a temperature increase future. The reduction of the thickness of the snow cover and the reduction of the presence of snow cover especially at low altitudes, 1200-1500 m, due to higher average temperatures will have serious consequences especially for ski resorts, which will decrease the operating season and with a different avalanche risk management, the result of a more probable and frequent formation of wet snow avalanches during the winter season, in advance of the current conditions. There is a relationship between climate change and avalanche but it is very complex to establish because of the lack of information. With tools such as the Land Registry Avalanche Region of Valle d'Aosta and the EPA, permanent Enquete sur les avalanches, that record events occurring on Valle d'Aosta and French's Alps, we can establish connections between climatic variables and avalanches. By the analysis of the runout altitude that is the area where the avalanche loses energy, we can determine the type of avalanche and how it originated. Comparing them with changes in air temperature and precipitation it's possible to note similarities in the data sets. We observe a change in trend from the mid-70s, where a series of winters characterized by low runout altitude, followed by a runout altitude increase and a reduction of events. Relevant studies carried out in Aspen, Colorado, where future projections have been made with regard to the quality of the snow and the occurrence of wet snow avalanches. The years are taken as reference 2030 and 2100 and projections were made in relation to different levels of greenhouse gas emissions produced by the IPCC (2007). The results show future increases in temperature of about 2°C by 2030 and 4.8°C by 2100, accompanied by a decrease in average annual precipitation, more pronounced in 2030 than 2100. The formation of wet snow avalanches will occur much earlier, already in 2030, especially at lower altitudes (2200 m asl). The advance will be more pronounced in 2100. The advance of snowmelt and the probable formation of wet snow avalanches, will force to restrict access to certain areas for safety reasons. It is therefore not established a true cause-effect relationship between avalanches and climate change but it is clear that avalanches, being natural phenomena dependent on many variables, are subject to the influence of climate changes, introducing changes both in the composition, more wet snow, both in the space-time.

La prova finale svolta esamina la possibile relazione tra cambiamenti climatici e valanghe. I cambiamenti climatici si manifestano in maniera non omogenea nel Pianeta e le aree montuose sono tra le più vulnerabili. Sebbene non vi siano dati precisi e uniformi, si può affermare che è in atto un aumento globale delle temperature, accelerato negli ultimi decenni. Tra le dirette conseguenze dell'aumento di temperatura ci sono la diversa distribuzione e durata del manto nevoso, elemento fondamentale degli ambienti alpini, sia dal punto di vista ecologico, sia economico. L'impiego di modelli climatici ha permesso di valutare la reazione del manto nevoso ad un aumento di temperatura futuro. La riduzione dello spessore del manto nevoso e la diminuzione della permanenza della copertura nevosa soprattutto a quote basse, 1200-1500 m, dovuta alle temperature medie più alte avrà conseguenze pesanti sopratutto per le stazioni sciistiche, che vedranno ridursi la stagione operativa e con una differente gestione del rischio valanghivo, conseguenza di una più probabile e frequente formazione di valanghe di neve bagnata nel corso della stagione invernale, in anticipo rispetto alle condizioni attuali. Si può quindi ipotizzare una relazione tra cambiamenti climatici e valanghe ma è molto complesso stabilirla a causa della mancanza di informazioni. Grazie a strumenti come il Catasto delle valanghe della Regione Valle d'Aosta e l' EPA, Enquete permanente sur les avalanches, che registrano gli eventi valanghivi verificatesi sulle Alpi valdostane e francesi, è possibile stabilire delle connessioni tra le variabili climatiche e le valanghe. Dall'analisi delle quote di accumulo, cioè l'area in cui la valanga esaurisce la propria energia, si può dedurre la tipologia di valanga e come si sia originata. Rapportando le quote di accumulo raggiunte alle variazioni di temperatura e precipitazioni è possibile verificare analogie nelle serie di dati. Si osserva una variazione di tendenza a partire dalla metà degli anni '70, dove ad una serie di inverni caratterizzati da quote di accumulo basse, è seguito un innalzamento delle quote di accumulo e una riduzione degli eventi. Rilevanti gli studi effettuati ad Aspen, in Colorado, dove sono state fatte proiezioni future per quanto riguarda la qualità della neve e il verificarsi di valanghe di neve umida. Gli anni presi come riferimento sono il 2030 e il 2100 e le proiezioni sono state fatte in relazione ai diversi livelli di emissioni dei gas serra elaborati dall'IPCC (2007). I risultati mostrano futuri aumenti di temperatura di circa 2° C per il 2030 e di 4,8° C per il 2100 accompagnato da una diminuzione della media delle precipitazioni annue, più accentuata nel 2030 rispetto al 2100. La formazione di valanghe di neve umida si verificherà con notevole anticipo, già nel 2030, soprattutto alle quote più basse (2200 m slm). L'anticipo sarà più marcato nel 2100. L'anticipo della fusione del manto e la probabile formazione di valanghe di neve umida, costringeranno a limitare l'accesso ad alcune aree per motivi di sicurezza. Non viene pertanto stabilita una vera e propria relazione causa-effetto tra valanghe e cambiamenti climatici ma è chiaro che le valanghe, essendo fenomeni naturali dipendenti da molte variabili, subiscono l'influenza dei cambiamenti climatici in atto, presentando mutamenti sia nella composizione, neve più umida, sia nella collocazione spazio-temporale.

Cambiamenti climatici e valanghe

RICHIARDONE, ILARIA
2012/2013

Abstract

La prova finale svolta esamina la possibile relazione tra cambiamenti climatici e valanghe. I cambiamenti climatici si manifestano in maniera non omogenea nel Pianeta e le aree montuose sono tra le più vulnerabili. Sebbene non vi siano dati precisi e uniformi, si può affermare che è in atto un aumento globale delle temperature, accelerato negli ultimi decenni. Tra le dirette conseguenze dell'aumento di temperatura ci sono la diversa distribuzione e durata del manto nevoso, elemento fondamentale degli ambienti alpini, sia dal punto di vista ecologico, sia economico. L'impiego di modelli climatici ha permesso di valutare la reazione del manto nevoso ad un aumento di temperatura futuro. La riduzione dello spessore del manto nevoso e la diminuzione della permanenza della copertura nevosa soprattutto a quote basse, 1200-1500 m, dovuta alle temperature medie più alte avrà conseguenze pesanti sopratutto per le stazioni sciistiche, che vedranno ridursi la stagione operativa e con una differente gestione del rischio valanghivo, conseguenza di una più probabile e frequente formazione di valanghe di neve bagnata nel corso della stagione invernale, in anticipo rispetto alle condizioni attuali. Si può quindi ipotizzare una relazione tra cambiamenti climatici e valanghe ma è molto complesso stabilirla a causa della mancanza di informazioni. Grazie a strumenti come il Catasto delle valanghe della Regione Valle d'Aosta e l' EPA, Enquete permanente sur les avalanches, che registrano gli eventi valanghivi verificatesi sulle Alpi valdostane e francesi, è possibile stabilire delle connessioni tra le variabili climatiche e le valanghe. Dall'analisi delle quote di accumulo, cioè l'area in cui la valanga esaurisce la propria energia, si può dedurre la tipologia di valanga e come si sia originata. Rapportando le quote di accumulo raggiunte alle variazioni di temperatura e precipitazioni è possibile verificare analogie nelle serie di dati. Si osserva una variazione di tendenza a partire dalla metà degli anni '70, dove ad una serie di inverni caratterizzati da quote di accumulo basse, è seguito un innalzamento delle quote di accumulo e una riduzione degli eventi. Rilevanti gli studi effettuati ad Aspen, in Colorado, dove sono state fatte proiezioni future per quanto riguarda la qualità della neve e il verificarsi di valanghe di neve umida. Gli anni presi come riferimento sono il 2030 e il 2100 e le proiezioni sono state fatte in relazione ai diversi livelli di emissioni dei gas serra elaborati dall'IPCC (2007). I risultati mostrano futuri aumenti di temperatura di circa 2° C per il 2030 e di 4,8° C per il 2100 accompagnato da una diminuzione della media delle precipitazioni annue, più accentuata nel 2030 rispetto al 2100. La formazione di valanghe di neve umida si verificherà con notevole anticipo, già nel 2030, soprattutto alle quote più basse (2200 m slm). L'anticipo sarà più marcato nel 2100. L'anticipo della fusione del manto e la probabile formazione di valanghe di neve umida, costringeranno a limitare l'accesso ad alcune aree per motivi di sicurezza. Non viene pertanto stabilita una vera e propria relazione causa-effetto tra valanghe e cambiamenti climatici ma è chiaro che le valanghe, essendo fenomeni naturali dipendenti da molte variabili, subiscono l'influenza dei cambiamenti climatici in atto, presentando mutamenti sia nella composizione, neve più umida, sia nella collocazione spazio-temporale.
ITA
The work examines the possible relationship between climate change and avalanches. Climate change is occurring unevenly in the Planet and mountainous areas are among the most vulnerable. Although there are no accurate and consistent data, we can say that there is an ongoing increase in global temperatures, accelerated in recent decades. Among the direct consequences of the increase in temperature there are the different distribution and duration of snow cover, a key element of alpine environments, both ecologically and economically. The use of climate models has enabled us to evaluate the reaction of the snowpack to a temperature increase future. The reduction of the thickness of the snow cover and the reduction of the presence of snow cover especially at low altitudes, 1200-1500 m, due to higher average temperatures will have serious consequences especially for ski resorts, which will decrease the operating season and with a different avalanche risk management, the result of a more probable and frequent formation of wet snow avalanches during the winter season, in advance of the current conditions. There is a relationship between climate change and avalanche but it is very complex to establish because of the lack of information. With tools such as the Land Registry Avalanche Region of Valle d'Aosta and the EPA, permanent Enquete sur les avalanches, that record events occurring on Valle d'Aosta and French's Alps, we can establish connections between climatic variables and avalanches. By the analysis of the runout altitude that is the area where the avalanche loses energy, we can determine the type of avalanche and how it originated. Comparing them with changes in air temperature and precipitation it's possible to note similarities in the data sets. We observe a change in trend from the mid-70s, where a series of winters characterized by low runout altitude, followed by a runout altitude increase and a reduction of events. Relevant studies carried out in Aspen, Colorado, where future projections have been made with regard to the quality of the snow and the occurrence of wet snow avalanches. The years are taken as reference 2030 and 2100 and projections were made in relation to different levels of greenhouse gas emissions produced by the IPCC (2007). The results show future increases in temperature of about 2°C by 2030 and 4.8°C by 2100, accompanied by a decrease in average annual precipitation, more pronounced in 2030 than 2100. The formation of wet snow avalanches will occur much earlier, already in 2030, especially at lower altitudes (2200 m asl). The advance will be more pronounced in 2100. The advance of snowmelt and the probable formation of wet snow avalanches, will force to restrict access to certain areas for safety reasons. It is therefore not established a true cause-effect relationship between avalanches and climate change but it is clear that avalanches, being natural phenomena dependent on many variables, are subject to the influence of climate changes, introducing changes both in the composition, more wet snow, both in the space-time.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/134944