During this last century the interest in the landscape has increased. The Italian landscape debate had spread especially after the Second World War, when geographers like Renato Biasutti, Lucio Gambi or Denis Cosgrove have participated. In any case, still today we can’t define the landscape in a unique and precise way, due to the continuous intertwining and overlapping of actors acting within. Jurisprudence has modified its definition of landscape several times in the same way as historical geography did; occasionally this definition was influenced by European Conventions and guidelines. So we went from the preservation of so-called “natural beauty” (as we can find in the act n.° 1487/1939), to the landscape as “expressive territory of identity”. We can read this new concept in the Italian Cultural Heritage Code’s article n.° 131. Nowadays almost all of the landscapes are to be considered artificial as a result of alterations caused by humans. But it does not mean that the natural component has been completely lost. It is precisely to protect the nature and the environment of certain landscape – while taking into account the human activities or even the presence of man inside them – that the establishment of natural parks has begun. Also the form and management of parks have undergone many changes over the decades. This essay will try to outline more in depth these issues. Then it will propose the analysis of the Natural Reserve Burcina Park "Felice Piacenza" through these same keys of reading.
Nel corso di quest’ultimo secolo, l’interesse verso il paesaggio è aumentato sempre di più. Per quanto riguarda il contesto italiano, il dibattito sulla questione paesaggistica si è fatto particolarmente acceso a partire dal Secondo Dopoguerra, e ha visto l’intervento di geografi come Renato Biasutti, Lucio Gambi o Denis Cosgrove. Ancora oggi, comunque, non si può definire in modo univoco e preciso il paesaggio, a causa del continuo intrecciarsi e sovrapporsi di attori che agiscono al suo interno. Allo stesso modo della geografia storica, anche la giurisprudenza ha mutato più volte la sua definizione di paesaggio, talvolta influenzata dalle Convenzioni e dalle linee guida europee. Così, si è passati dalla tutela delle cosiddette “bellezze naturali” del paesaggio della legge n. 1487/1939, al paesaggio come “territorio espressivo di identità”, come si può leggere nell’art. 131 del Codice dei Beni Culturali. Oggigiorno quasi la totalità dei paesaggi è da considerarsi artificiale, a seguito dei cambiamenti che l’uomo vi ha apportato. Ma ciò non significa che l’aspetto naturale sia andato completamente perduto, anzi. Proprio per tutelare la natura e l’ambiente di certi paesaggi – pur tenendo conto delle attività antropiche o addirittura della presenza dell’uomo al loro interno – si è cominciato ad istituire i parchi naturali, la cui forma e gestione hanno subito molte modifiche nel corso dei decenni. Nel presente contenuto si cercheranno di delineare più approfonditamente tali questioni, proponendo poi l’analisi della Riserva naturale Parco Burcina “Felice Piacenza” attraverso queste stesse chiavi di lettura.
Il parco come strumento di tutela e valorizzazione del paesaggio: il caso della Riserva naturale speciale del Parco Burcina “Felice Piacenza”
ACQUADRO, ALICE
2020/2021
Abstract
Nel corso di quest’ultimo secolo, l’interesse verso il paesaggio è aumentato sempre di più. Per quanto riguarda il contesto italiano, il dibattito sulla questione paesaggistica si è fatto particolarmente acceso a partire dal Secondo Dopoguerra, e ha visto l’intervento di geografi come Renato Biasutti, Lucio Gambi o Denis Cosgrove. Ancora oggi, comunque, non si può definire in modo univoco e preciso il paesaggio, a causa del continuo intrecciarsi e sovrapporsi di attori che agiscono al suo interno. Allo stesso modo della geografia storica, anche la giurisprudenza ha mutato più volte la sua definizione di paesaggio, talvolta influenzata dalle Convenzioni e dalle linee guida europee. Così, si è passati dalla tutela delle cosiddette “bellezze naturali” del paesaggio della legge n. 1487/1939, al paesaggio come “territorio espressivo di identità”, come si può leggere nell’art. 131 del Codice dei Beni Culturali. Oggigiorno quasi la totalità dei paesaggi è da considerarsi artificiale, a seguito dei cambiamenti che l’uomo vi ha apportato. Ma ciò non significa che l’aspetto naturale sia andato completamente perduto, anzi. Proprio per tutelare la natura e l’ambiente di certi paesaggi – pur tenendo conto delle attività antropiche o addirittura della presenza dell’uomo al loro interno – si è cominciato ad istituire i parchi naturali, la cui forma e gestione hanno subito molte modifiche nel corso dei decenni. Nel presente contenuto si cercheranno di delineare più approfonditamente tali questioni, proponendo poi l’analisi della Riserva naturale Parco Burcina “Felice Piacenza” attraverso queste stesse chiavi di lettura.File | Dimensione | Formato | |
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