Nel corso del Novecento, i filosofi del linguaggio (in particolare Frege, Russell e Meinong) si sono interrogati su quello che dovesse essere il riferimento linguistico dei personaggi letterari e fantasiosi inesistenti. Da una parte, Frege e Russell hanno fronteggiato la questione proponendo strategie linguistiche, dall'altra Meinong è autore della famosa concezione secondo la quale gli oggetti inesistenti sono correlati di insiemi di proprietà che non creano problema nello studio linguistico degli enunciati. Poiché parafrasi e soluzioni prettamente linguistiche sono apparse però inadatte a risolvere il problema, più recentemente il dibattito si è spostato sul piano ontologico, alla ricerca del tipo di entità rappresentata da tali oggetti. In linea di massima, rispetto questo problema i filosofi si dividono in antirealisti (ovvero, credono che tale tipo di entità non esista) e realisti (al contrario, sostenitori dell'esistenza degli oggetti fittizi). In particolare, fra questi ultimi si è fatto avanti il filone teorico creazionista (la cui capofila è Amie Thomasson), secondo il quale queste entità sono artefatti astratti creati dagli autori delle opere. Anche questa teoria presenta, però, numerosi problemi: la filosofia analitica deve quindi scoprire se è possibile emendare il creazionismo o se bisogna prestare maggiore attenzione a visioni o antirealiste o realiste platoniste (gli oggetti fittizi esistono ma necessariamente).

Creare il fittizio

MURONI, MARTA
2011/2012

Abstract

Nel corso del Novecento, i filosofi del linguaggio (in particolare Frege, Russell e Meinong) si sono interrogati su quello che dovesse essere il riferimento linguistico dei personaggi letterari e fantasiosi inesistenti. Da una parte, Frege e Russell hanno fronteggiato la questione proponendo strategie linguistiche, dall'altra Meinong è autore della famosa concezione secondo la quale gli oggetti inesistenti sono correlati di insiemi di proprietà che non creano problema nello studio linguistico degli enunciati. Poiché parafrasi e soluzioni prettamente linguistiche sono apparse però inadatte a risolvere il problema, più recentemente il dibattito si è spostato sul piano ontologico, alla ricerca del tipo di entità rappresentata da tali oggetti. In linea di massima, rispetto questo problema i filosofi si dividono in antirealisti (ovvero, credono che tale tipo di entità non esista) e realisti (al contrario, sostenitori dell'esistenza degli oggetti fittizi). In particolare, fra questi ultimi si è fatto avanti il filone teorico creazionista (la cui capofila è Amie Thomasson), secondo il quale queste entità sono artefatti astratti creati dagli autori delle opere. Anche questa teoria presenta, però, numerosi problemi: la filosofia analitica deve quindi scoprire se è possibile emendare il creazionismo o se bisogna prestare maggiore attenzione a visioni o antirealiste o realiste platoniste (gli oggetti fittizi esistono ma necessariamente).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/134483