La riforma del diritto societario, avviata nel luglio del 1998 con la costituzione della Commissione Mirone, ha condotto all'emanazione della legge delega numero 366/2001. Questo decreto legislativo riforma il modo di operare delle imprese poiché prevede una revisione dei gruppi societari e tre nuovi modelli di corporate governance. Tramite l' analisi di questi modelli societari, possiamo capire le regole e i processi con cui si prendono le decisioni in un'azienda, le modalità con cui vengono decisi gli obiettivi aziendali, nonché i mezzi per il raggiungimento e la misurazione dei risultati raggiunti. Sostanzialmente fino al 2003 si aveva una sola configurazione di corporate governance per tutte le società , identificato sotto il modello tradizionale che comprendeva: l' assemblea dei soci, il Consiglio di Amministrazione, il Collegio Sindacale e una società di revisione. Con la riforma vengono introdotti altri due modelli di provenienza anglosassone: il monistico ed il dualistico. In Italia, in casi davvero rarissimi è stato adottato il monistico e questo perché non è molto accettato dal collegio sindacale, in quanto i sindaci vedono depotenziata la loro autonomia di controllo rispetto al tradizionale. Il sistema dualistico è invece adatto per quelle società che presentano un elevato numero di azionisti perché il Consiglio di Sorveglianza è in grado di tutelare più incisivamente i loro interessi. Nonostante la riforma, quindi, il sistema tradizionale continua ad essere il modello maggiormente adottato dalle imprese italiane. Con la riformulazione dell'articolo 2381 del codice civile si fa riferimento all'obbligo posto a carico degli amministratori ¿di agire in modo informato¿. Questo perché fino al 2003, anno della riforma, esistevano consiglieri con delega e consiglieri senza delega. I primi erano amministratori attivi che svolgevano l'attività d'impresa, mentre i secondi erano considerati figure passive, in quanto partecipavano alle deliberazioni, esprimevano opinioni e poi verificavano ex-post che quanto deliberato venisse messo in pratica. Questi amministratori non potevano essere accusati, perché avevano una carenza di informazioni e quindi non erano nelle condizioni per poter agire. Quindi, con la riforma del diritto societario, le società e gli enti rispondono per la violazione dei principi di corretta gestione societaria e sono direttamente responsabili nei confronti dei soci e dei creditori per le lesioni cagionate all'integrità del patrimonio della società. Vi è quindi l'obbligo da parte di sindaci e amministratori di agire in modo informato, altrimenti potranno essere accusati per i danni recati all'azienda per via di tale mancanza. In un secondo momento analizzerò la corporate governance di Geox s.p.a, azienda italiana produttrice di scarpe e abbigliamento sportivo. Un' azienda che è al primo posto in Italia nel comparto del lifestyle-casual. Geox fonda la propria struttura di Corporate Governance sui principi indicati nel Codice di Autodisciplina delle società elaborato dalla Borsa italiana ed approvato nel marzo 2006. La Geox S.p.a. segue il modello tradizionale poiché risulta essere composta da un Consiglio di amministrazione e un Collegio Sindacale che svolgono le loro funzioni separatamente. La società comprende anche dei comitati, costituiti per migliorare la funzionalità e l'attività di gestione e controllo. Risulta per cui molto importante lo scambio di informazioni tra i diversi organi che compongono la società.

I NUOVI MODELLI SOCIETARI E LA CORPORATE GOVERNANCE IN GEOX s.p.a.

BORRELLI, FRANCESCA
2013/2014

Abstract

La riforma del diritto societario, avviata nel luglio del 1998 con la costituzione della Commissione Mirone, ha condotto all'emanazione della legge delega numero 366/2001. Questo decreto legislativo riforma il modo di operare delle imprese poiché prevede una revisione dei gruppi societari e tre nuovi modelli di corporate governance. Tramite l' analisi di questi modelli societari, possiamo capire le regole e i processi con cui si prendono le decisioni in un'azienda, le modalità con cui vengono decisi gli obiettivi aziendali, nonché i mezzi per il raggiungimento e la misurazione dei risultati raggiunti. Sostanzialmente fino al 2003 si aveva una sola configurazione di corporate governance per tutte le società , identificato sotto il modello tradizionale che comprendeva: l' assemblea dei soci, il Consiglio di Amministrazione, il Collegio Sindacale e una società di revisione. Con la riforma vengono introdotti altri due modelli di provenienza anglosassone: il monistico ed il dualistico. In Italia, in casi davvero rarissimi è stato adottato il monistico e questo perché non è molto accettato dal collegio sindacale, in quanto i sindaci vedono depotenziata la loro autonomia di controllo rispetto al tradizionale. Il sistema dualistico è invece adatto per quelle società che presentano un elevato numero di azionisti perché il Consiglio di Sorveglianza è in grado di tutelare più incisivamente i loro interessi. Nonostante la riforma, quindi, il sistema tradizionale continua ad essere il modello maggiormente adottato dalle imprese italiane. Con la riformulazione dell'articolo 2381 del codice civile si fa riferimento all'obbligo posto a carico degli amministratori ¿di agire in modo informato¿. Questo perché fino al 2003, anno della riforma, esistevano consiglieri con delega e consiglieri senza delega. I primi erano amministratori attivi che svolgevano l'attività d'impresa, mentre i secondi erano considerati figure passive, in quanto partecipavano alle deliberazioni, esprimevano opinioni e poi verificavano ex-post che quanto deliberato venisse messo in pratica. Questi amministratori non potevano essere accusati, perché avevano una carenza di informazioni e quindi non erano nelle condizioni per poter agire. Quindi, con la riforma del diritto societario, le società e gli enti rispondono per la violazione dei principi di corretta gestione societaria e sono direttamente responsabili nei confronti dei soci e dei creditori per le lesioni cagionate all'integrità del patrimonio della società. Vi è quindi l'obbligo da parte di sindaci e amministratori di agire in modo informato, altrimenti potranno essere accusati per i danni recati all'azienda per via di tale mancanza. In un secondo momento analizzerò la corporate governance di Geox s.p.a, azienda italiana produttrice di scarpe e abbigliamento sportivo. Un' azienda che è al primo posto in Italia nel comparto del lifestyle-casual. Geox fonda la propria struttura di Corporate Governance sui principi indicati nel Codice di Autodisciplina delle società elaborato dalla Borsa italiana ed approvato nel marzo 2006. La Geox S.p.a. segue il modello tradizionale poiché risulta essere composta da un Consiglio di amministrazione e un Collegio Sindacale che svolgono le loro funzioni separatamente. La società comprende anche dei comitati, costituiti per migliorare la funzionalità e l'attività di gestione e controllo. Risulta per cui molto importante lo scambio di informazioni tra i diversi organi che compongono la società.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/134350