Questo lavoro di tesi prende ad esame il modo in cui Franco Sacchetti si è servito dei motti nella sua ultima opera, il Trecentonovelle. Partendo dalle caratteristiche del motto e della facezia delineatesi nel XIV secolo, vengono analizzate le svariate intenzioni comunicative che il genere assume nell'opera sacchettiana. Sono approfonditi, poi, i due usi peculiari del motto in Franco Sacchetti: i motti volti esclusivamente al diletto ed i motti che sottintendono una celata componente morale.

«Novellette, e detti piacevoli, e con gran sustanza». Motti e arguzie nel Trecentonovelle di Franco Sacchetti

DI GIACOMO, GIULIA
2012/2013

Abstract

Questo lavoro di tesi prende ad esame il modo in cui Franco Sacchetti si è servito dei motti nella sua ultima opera, il Trecentonovelle. Partendo dalle caratteristiche del motto e della facezia delineatesi nel XIV secolo, vengono analizzate le svariate intenzioni comunicative che il genere assume nell'opera sacchettiana. Sono approfonditi, poi, i due usi peculiari del motto in Franco Sacchetti: i motti volti esclusivamente al diletto ed i motti che sottintendono una celata componente morale.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/134135