La tesi in questione mette in evidenza la figura professionale dell'attore cinematografico in rapporto alla rivoluzione del cinema digitale e i suoi più recenti sviluppi. Pertanto, attraverso quattro capitoli viene approfondito il rapporto dell'attore con: ambiente (set ed effetti speciali, digital compositing); cattura digitale del movimento (Motion Capture); cattura digitale della performance e creazione di un personaggio virtuale (Performance Capture e Synthespian); training attoriale funzionale al tipo di pratica recitativa presa in analisi. Scopo ultimo della ricerca è una riflessione su come il mestiere dell'attore cinematografico sia cambiato negli ultimi anni e quali premesse per il futuro siano state introdotte dalle tecnologie del cinema digitale e dell'informatica. Riguardo il rapporto con il set e le scenografie, partendo da una ricostruzione storica delle tecniche analogiche di cancellazione e sostituzione degli sfondi (mascherini e Chroma Key), si è giunti ad analizzare come la tecnologia del digital compositing consenta, grazie al computer, di accedere a tali effetti speciali con estrema facilità e costi relativamente contenuti. Come esempio del passaggio da tecnologie analogiche a pratiche digitali è stato utilizzato "Forrest Gump" di Robert Zemeckis, unito ad alcune riflessioni di Lev Manovich circa la nuova immagine cinematografica digitale. Attraverso l'analisi della svolta digitale del regista Robert Rodriguez sono stati messi in rilievo i primi mutamenti importanti nella pratica recitativa, derivati dall'abbandono dell'utilizzo della pellicola filmica e dal sostanziale incremento di effetti speciali da aggiungere in post-produzione. È stato pertanto sottolineato il rapporto dell'attore cinematografico con set che prevedono l'assenza di elementi determinanti per la scena, che sarebbero stati aggiunti in fase di post-produzione. L'utilizzo in cinematografia di una sempre più sofisticata computer grafica 3D ha condotto, tra le altre cose, ad un tipo di film-making del tutto originale, in cui tutte le ambientazioni sono create al computer, tramite la tecnica detta GreenScreen. A riguardo, sono state prese in analisi opere come "Sin City" o "300". Nel secondo capitolo si indaga sulla ricerca, da parte del cinema d'animazione 3D, di maggior realismo nelle interpretazioni dei propri personaggi digitali, in particolare per ciò che concerne il loro movimento. La tecnica presa in esame è quella del Motion Capture, esaminando alcuni precursori, fino al primo caso: "Final Fantasy". Si è dunque sviluppata una parentesi dedicata al capturing nel settore videoludico. Nel terzo capitolo l'argomento principale diventa l'attore virtuale, in particolare allorché tale figura assurge al rango di Synthespian, e la tecnica del Performance Capture. Allo scopo sono stati analizzati film come "King Kong", "L'alba del pianeta delle scimmie", le opere d'animazione di R. Zemeckis, "Avatar" di J. Cameron e "Il curioso caso di Benjamin Button" di D. Fincher. Nell'ultimo capitolo si analizza la storia e l'utilizzo di alcune tecniche di base della preparazione attoriale, particolarmente atte alla recitazione nelle condizioni prese in analisi. Concludono la tesi alcune riflessioni su possibili sviluppi futuri della recitazione per il cinema digitale.

Digital Acting: il lavoro dell'attore cinematografico nell'era digitale

RUBINO, FILIPPO
2012/2013

Abstract

La tesi in questione mette in evidenza la figura professionale dell'attore cinematografico in rapporto alla rivoluzione del cinema digitale e i suoi più recenti sviluppi. Pertanto, attraverso quattro capitoli viene approfondito il rapporto dell'attore con: ambiente (set ed effetti speciali, digital compositing); cattura digitale del movimento (Motion Capture); cattura digitale della performance e creazione di un personaggio virtuale (Performance Capture e Synthespian); training attoriale funzionale al tipo di pratica recitativa presa in analisi. Scopo ultimo della ricerca è una riflessione su come il mestiere dell'attore cinematografico sia cambiato negli ultimi anni e quali premesse per il futuro siano state introdotte dalle tecnologie del cinema digitale e dell'informatica. Riguardo il rapporto con il set e le scenografie, partendo da una ricostruzione storica delle tecniche analogiche di cancellazione e sostituzione degli sfondi (mascherini e Chroma Key), si è giunti ad analizzare come la tecnologia del digital compositing consenta, grazie al computer, di accedere a tali effetti speciali con estrema facilità e costi relativamente contenuti. Come esempio del passaggio da tecnologie analogiche a pratiche digitali è stato utilizzato "Forrest Gump" di Robert Zemeckis, unito ad alcune riflessioni di Lev Manovich circa la nuova immagine cinematografica digitale. Attraverso l'analisi della svolta digitale del regista Robert Rodriguez sono stati messi in rilievo i primi mutamenti importanti nella pratica recitativa, derivati dall'abbandono dell'utilizzo della pellicola filmica e dal sostanziale incremento di effetti speciali da aggiungere in post-produzione. È stato pertanto sottolineato il rapporto dell'attore cinematografico con set che prevedono l'assenza di elementi determinanti per la scena, che sarebbero stati aggiunti in fase di post-produzione. L'utilizzo in cinematografia di una sempre più sofisticata computer grafica 3D ha condotto, tra le altre cose, ad un tipo di film-making del tutto originale, in cui tutte le ambientazioni sono create al computer, tramite la tecnica detta GreenScreen. A riguardo, sono state prese in analisi opere come "Sin City" o "300". Nel secondo capitolo si indaga sulla ricerca, da parte del cinema d'animazione 3D, di maggior realismo nelle interpretazioni dei propri personaggi digitali, in particolare per ciò che concerne il loro movimento. La tecnica presa in esame è quella del Motion Capture, esaminando alcuni precursori, fino al primo caso: "Final Fantasy". Si è dunque sviluppata una parentesi dedicata al capturing nel settore videoludico. Nel terzo capitolo l'argomento principale diventa l'attore virtuale, in particolare allorché tale figura assurge al rango di Synthespian, e la tecnica del Performance Capture. Allo scopo sono stati analizzati film come "King Kong", "L'alba del pianeta delle scimmie", le opere d'animazione di R. Zemeckis, "Avatar" di J. Cameron e "Il curioso caso di Benjamin Button" di D. Fincher. Nell'ultimo capitolo si analizza la storia e l'utilizzo di alcune tecniche di base della preparazione attoriale, particolarmente atte alla recitazione nelle condizioni prese in analisi. Concludono la tesi alcune riflessioni su possibili sviluppi futuri della recitazione per il cinema digitale.
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