Investire in capitale umano è la chiave che permette di aprire le porte sul futuro in un mondo basato sulla conoscenza. I processi di globalizzazione hanno creato l'esigenza di lavoratori altamente qualificati, che possano adattarsi al meglio alle problematiche di un sistema economico dinamico e tecnologico in continua evoluzione. L'istruzione è la risposta alla domanda sempre maggiore di nuove competenze, ma è anche la determinante fondamentale per il benessere individuale e collettivo di un Paese. Quando si parla di scelta di investire in capitale umano si fa riferimento alla sfera privata, analizzando le variabili oggettive e soggettive che possono influenzare in misura più o meno marcata tale decisione. Ciò che forse sfugge in questo ambito è il risvolto sociale: la possibilità di presentarsi sul mercato del lavoro con un bagaglio ricco di conoscenze e competenze non migliora solo le prospettive di vita del singolo, ma quelle dell'intera società. I rendimenti dell'investimento in capitale umano possono quindi andare ben oltre i nostri confini personali, intervenendo e modificando diverse sfaccettature della società quali la probabilità a delinquere, quella di ricorso ai servizi sanitari, ma anche la probabilità di trovarsi meno dipendenti da un sistema di sussidi di disoccupazione. Certo, gli educational mismatch in tema di istruzione, come i problemi della fuga di cervelli e di sottoinquadramento che tipicamente caratterizzano il nostro Paese, possono portarci nella direzione di pensare che sia vano sprecare tempo ed energie per accumulare capitale umano. L'importante, però, è proprio non cadere in errore perché, pur in presenza di queste problematiche, nel lungo periodo il sapere può essere davvero un motore di sviluppo che addirittura può cambiare il nostro futuro, influenzando l'intero sentiero di crescita dell'economia.
L'investimento nel capitale umano: scelte individuali e riflessi sul mercato del lavoro
INZILLO, DEBORA
2012/2013
Abstract
Investire in capitale umano è la chiave che permette di aprire le porte sul futuro in un mondo basato sulla conoscenza. I processi di globalizzazione hanno creato l'esigenza di lavoratori altamente qualificati, che possano adattarsi al meglio alle problematiche di un sistema economico dinamico e tecnologico in continua evoluzione. L'istruzione è la risposta alla domanda sempre maggiore di nuove competenze, ma è anche la determinante fondamentale per il benessere individuale e collettivo di un Paese. Quando si parla di scelta di investire in capitale umano si fa riferimento alla sfera privata, analizzando le variabili oggettive e soggettive che possono influenzare in misura più o meno marcata tale decisione. Ciò che forse sfugge in questo ambito è il risvolto sociale: la possibilità di presentarsi sul mercato del lavoro con un bagaglio ricco di conoscenze e competenze non migliora solo le prospettive di vita del singolo, ma quelle dell'intera società. I rendimenti dell'investimento in capitale umano possono quindi andare ben oltre i nostri confini personali, intervenendo e modificando diverse sfaccettature della società quali la probabilità a delinquere, quella di ricorso ai servizi sanitari, ma anche la probabilità di trovarsi meno dipendenti da un sistema di sussidi di disoccupazione. Certo, gli educational mismatch in tema di istruzione, come i problemi della fuga di cervelli e di sottoinquadramento che tipicamente caratterizzano il nostro Paese, possono portarci nella direzione di pensare che sia vano sprecare tempo ed energie per accumulare capitale umano. L'importante, però, è proprio non cadere in errore perché, pur in presenza di queste problematiche, nel lungo periodo il sapere può essere davvero un motore di sviluppo che addirittura può cambiare il nostro futuro, influenzando l'intero sentiero di crescita dell'economia.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/133925