In seguito all'avvento della crisi economica globale nel 2006, molte delle politiche elaborate a livello nazionale ed internazionale al fine di favorire la ripresa economica dei territori considerano l'innovazione come un fattore strategico su cui far leva per aumentare la produttività e sostenere la competitività degli stati e, in quest'ottica, mirano ad incrementare l'attività innovativa, non soltanto incentivandola a livello delle singole imprese, ma, in taluni casi, anche attraverso la creazione dei cosiddetti "distretti innovativi" o "tecnologici". Per comprendere il ruolo che queste particolari forme di agglomerazione di attività innovativa rivestono nello stimolare lo sviluppo e la crescita economica dei territori e, soprattutto, nel far fronte alle difficoltà poste dall'attuale recessione internazionale, nel presente lavoro si prenderà in considerazione il caso del polo tecnologico di Cambridge (uno dei cluster innovativi più competitivi a livello globale), ponendo particolare attenzione agli effetti che la crisi ha provocato sulla sua economia e sulla sua attività e confrontandoli con le ripercussioni riscontrate a livello nazionale e all'interno di imprese specializzate in attività di tipo tradizionale. Sulla base dell'analisi condotta e di dati recenti si cercherà di comprendere quali sono, presumibilmente, le prospettive future per il cluster inglese e se il modello del distretto innovativo, su cui si sono concentrati molti degli sforzi del mondo politico negli ultimi anni, possa essere effettivamente considerato (almeno nel caso di Cambridge) un valido strumento per favorire la ripresa dei territori nell'attuale contesto economico.

Cluster Innovativi e Crisi Globale: quale futuro per il "Cambridge Effect"?

CASTELLO, ALESSANDRA
2011/2012

Abstract

In seguito all'avvento della crisi economica globale nel 2006, molte delle politiche elaborate a livello nazionale ed internazionale al fine di favorire la ripresa economica dei territori considerano l'innovazione come un fattore strategico su cui far leva per aumentare la produttività e sostenere la competitività degli stati e, in quest'ottica, mirano ad incrementare l'attività innovativa, non soltanto incentivandola a livello delle singole imprese, ma, in taluni casi, anche attraverso la creazione dei cosiddetti "distretti innovativi" o "tecnologici". Per comprendere il ruolo che queste particolari forme di agglomerazione di attività innovativa rivestono nello stimolare lo sviluppo e la crescita economica dei territori e, soprattutto, nel far fronte alle difficoltà poste dall'attuale recessione internazionale, nel presente lavoro si prenderà in considerazione il caso del polo tecnologico di Cambridge (uno dei cluster innovativi più competitivi a livello globale), ponendo particolare attenzione agli effetti che la crisi ha provocato sulla sua economia e sulla sua attività e confrontandoli con le ripercussioni riscontrate a livello nazionale e all'interno di imprese specializzate in attività di tipo tradizionale. Sulla base dell'analisi condotta e di dati recenti si cercherà di comprendere quali sono, presumibilmente, le prospettive future per il cluster inglese e se il modello del distretto innovativo, su cui si sono concentrati molti degli sforzi del mondo politico negli ultimi anni, possa essere effettivamente considerato (almeno nel caso di Cambridge) un valido strumento per favorire la ripresa dei territori nell'attuale contesto economico.
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