Il termine 'lavoratore scoraggiato' non è solo un eufemismo, un modo di dire coniato dalla crisi attuale, ma indica lo status di oltre un milione e mezzo di inoccupati e disoccupati in Italia, che hanno smesso di cercare un impiego, solo perché senza fiducia nelle azioni di ricerca. Si tratta della cosiddetta 'disoccupazione nascosta', nascosta perché non conteggiata nelle statistiche ufficiali Istat. Infatti i disoccupati e gli inoccupati che non conducono più attivamente azioni di ricerca vengono classificati come 'non appartenenti alla forza lavoro' e quindi non conteggiati nel tasso di disoccupazione. I dati statistici, inoltre, evidenziano che a livello territoriale la percentuale più elevata degli scoraggiati è del sud d'Italia, e classificati per genere la maggior parte sono donne. Il fenomeno comporta non poche conseguenze negative. Sotto il punto di vista psicologico-comportamentale si può notare che lo scoraggiamento si traduce in un atteggiamento di apatia e isolamento sociale; sotto il punto di vista economico-sociale l'effetto 'lavoratore scoraggiato' sembra essere strettamente connesso con l'effetto 'lavoratore aggiunto'. Risulta necessario quindi intraprendere delle politiche di risanamento finalizzate a diminuire il rischio di povertà, incentivare l'imprenditoria dei giovani e delle donne, investire in servizi pubblici, revisionare il sistema attuale degli ammortizzatori sociali.

L'inoccupazione ai tempi della crisi: un quadro sui lavoratori scoraggiati

BERTOLINO, CHIARA
2012/2013

Abstract

Il termine 'lavoratore scoraggiato' non è solo un eufemismo, un modo di dire coniato dalla crisi attuale, ma indica lo status di oltre un milione e mezzo di inoccupati e disoccupati in Italia, che hanno smesso di cercare un impiego, solo perché senza fiducia nelle azioni di ricerca. Si tratta della cosiddetta 'disoccupazione nascosta', nascosta perché non conteggiata nelle statistiche ufficiali Istat. Infatti i disoccupati e gli inoccupati che non conducono più attivamente azioni di ricerca vengono classificati come 'non appartenenti alla forza lavoro' e quindi non conteggiati nel tasso di disoccupazione. I dati statistici, inoltre, evidenziano che a livello territoriale la percentuale più elevata degli scoraggiati è del sud d'Italia, e classificati per genere la maggior parte sono donne. Il fenomeno comporta non poche conseguenze negative. Sotto il punto di vista psicologico-comportamentale si può notare che lo scoraggiamento si traduce in un atteggiamento di apatia e isolamento sociale; sotto il punto di vista economico-sociale l'effetto 'lavoratore scoraggiato' sembra essere strettamente connesso con l'effetto 'lavoratore aggiunto'. Risulta necessario quindi intraprendere delle politiche di risanamento finalizzate a diminuire il rischio di povertà, incentivare l'imprenditoria dei giovani e delle donne, investire in servizi pubblici, revisionare il sistema attuale degli ammortizzatori sociali.
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