Introduzione. La sofferenza di un malato terminale può essere affrontata in modo appropriato dall'equipe multidisciplinare delle cure palliative. Questo servizio aiuta i pazienti nella fase finale della loro vita, in quanto il malato è visto nella sua interezza cioè nella dimensione fisica, emozionale, sociale e spirituale. Ciò che distingue le cure palliative è l'importanza data a tutti gli aspetti della vita quotidiana del malato e della sua famiglia, garantendo una qualità di vita il più elevato possibile fino agli ultimi istanti del paziente. Spesso i pazienti possono peggiorare velocemente a causa della comparsa dei sintomi refrattari che peggiorano le condizioni fisiche del malato. Un possibile trattamento ai sintomi refrattari è la sedazione terminale/palliativa. Obiettivi.Gli obiettivi della tesi sono quelli di approfondire il tema della sedazione terminale/palliativa dal punto di vista infermieristico, della relazione con il paziente e i suoi familiari, dei farmaci e dei loro effetti collaterali, della differenza sostanziale con l'eutanasia e il suicidio assistito. Nella mia tesi mi sono soffermata soprattutto su quanto possa essere arduo intraprendere una ¿scelta difficile¿. Materiali e metodi: Per svolgere questa tesi compilativa ho svolto una ricerca bibliografica su internet presso due grosse banche dati molto importanti: Pubmed e CINAHL. In entrambe le banche dati sono stati impostati due filtri: il primo era quello di possedere un'età superiore ai 19 anni, in modo che nella ricerca ci fossero gli articoli con un campione adulto e non pediatrico. Il secondo filtro era quello di prendere articoli pubblicati tra il 2001 e il 2013, in modo che fossero il più recente possibile. Risultati: Dalla ricerca bibliografica sono risultati 45 articoli, tra cui 4 revisioni. I risultati della mia ricerca suggeriscono che la sedazione terminale/palliativa è un ottimo strumento nel momento in cui il paziente presenta i sintomi refrattari oppure una sofferenza esistenziale alla fine della vita. Fondamentale è che la sedazione terminale/palliativa sia eseguita da un team multidisciplinare delle cure palliative adeguatamente formato e preparato. Il farmaco di prima scelta per indurre la sedazione è il Midazolam, mentre il luogo ideale per lasciare la vita è considerato la casa. Conclusioni: Nelle cure palliative la morte è considerata un evento naturale, e come tale si vive la successione degli eventi in modo positivo, sereno e pacifico. Questo è il servizio ideale per intervenire su tutte le dimensioni che compongono la persona, in modo che queste non provochino una esacerbazione dei sintomi fisici con unloro sviluppo inevitabile verso la refrattarietà. La sedazione terminale/palliativa è indicata per i sintomi refrattari perché è un intervento destinato a fornire il comfort al paziente che sta morendo e vivendo una sofferenza refrattaria. Alla fine della vita la morte più essere dolorosa sia per il paziente, ma anche per chi rimane: non ci hanno insegnato che il dolore si può eliminare e palliare. Ecco perché l'intero nucleo familiare deve essere consapevole della malattia e della sua fase, in modo che il malato possa essere informato e possa scegliere il trattamento palliativo più adatto ad esso.
La sedazione farmacologica nelle cure palliative: aspetti asistenziali e relazionali di una "scelta difficile".
AGOSTO, ROBERTA
2012/2013
Abstract
Introduzione. La sofferenza di un malato terminale può essere affrontata in modo appropriato dall'equipe multidisciplinare delle cure palliative. Questo servizio aiuta i pazienti nella fase finale della loro vita, in quanto il malato è visto nella sua interezza cioè nella dimensione fisica, emozionale, sociale e spirituale. Ciò che distingue le cure palliative è l'importanza data a tutti gli aspetti della vita quotidiana del malato e della sua famiglia, garantendo una qualità di vita il più elevato possibile fino agli ultimi istanti del paziente. Spesso i pazienti possono peggiorare velocemente a causa della comparsa dei sintomi refrattari che peggiorano le condizioni fisiche del malato. Un possibile trattamento ai sintomi refrattari è la sedazione terminale/palliativa. Obiettivi.Gli obiettivi della tesi sono quelli di approfondire il tema della sedazione terminale/palliativa dal punto di vista infermieristico, della relazione con il paziente e i suoi familiari, dei farmaci e dei loro effetti collaterali, della differenza sostanziale con l'eutanasia e il suicidio assistito. Nella mia tesi mi sono soffermata soprattutto su quanto possa essere arduo intraprendere una ¿scelta difficile¿. Materiali e metodi: Per svolgere questa tesi compilativa ho svolto una ricerca bibliografica su internet presso due grosse banche dati molto importanti: Pubmed e CINAHL. In entrambe le banche dati sono stati impostati due filtri: il primo era quello di possedere un'età superiore ai 19 anni, in modo che nella ricerca ci fossero gli articoli con un campione adulto e non pediatrico. Il secondo filtro era quello di prendere articoli pubblicati tra il 2001 e il 2013, in modo che fossero il più recente possibile. Risultati: Dalla ricerca bibliografica sono risultati 45 articoli, tra cui 4 revisioni. I risultati della mia ricerca suggeriscono che la sedazione terminale/palliativa è un ottimo strumento nel momento in cui il paziente presenta i sintomi refrattari oppure una sofferenza esistenziale alla fine della vita. Fondamentale è che la sedazione terminale/palliativa sia eseguita da un team multidisciplinare delle cure palliative adeguatamente formato e preparato. Il farmaco di prima scelta per indurre la sedazione è il Midazolam, mentre il luogo ideale per lasciare la vita è considerato la casa. Conclusioni: Nelle cure palliative la morte è considerata un evento naturale, e come tale si vive la successione degli eventi in modo positivo, sereno e pacifico. Questo è il servizio ideale per intervenire su tutte le dimensioni che compongono la persona, in modo che queste non provochino una esacerbazione dei sintomi fisici con unloro sviluppo inevitabile verso la refrattarietà. La sedazione terminale/palliativa è indicata per i sintomi refrattari perché è un intervento destinato a fornire il comfort al paziente che sta morendo e vivendo una sofferenza refrattaria. Alla fine della vita la morte più essere dolorosa sia per il paziente, ma anche per chi rimane: non ci hanno insegnato che il dolore si può eliminare e palliare. Ecco perché l'intero nucleo familiare deve essere consapevole della malattia e della sua fase, in modo che il malato possa essere informato e possa scegliere il trattamento palliativo più adatto ad esso.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/133793