La relazione ha preso in esame i principali fattori che incidono sulla probabilità di schianto di una pianta soffermandosi in particolare sul sistema suolo-radici e sulla presenza di carie del fusto e marciumi radicali dovuti a patogeni fungini. Scopo dell'elaborato è stato, infatti, quello di analizzare, prendendo in considerazione tre casi studio, se e in quale misura la presenza di funghi cariogeni influisca sulla stabilità meccanica delle piante. Sono state analizzate le principali forze che agiscono su una pianta e che possono portare allo schianto, ovvero la forza del vento che agisce orizzontalmente provocando un'oscillazione e la forza di gravità che agisce nel momento in cui la pianta oscilla attorno all'asse verticale. Ne consegue che la probabilità che si verifichi uno schianto è strettamente correlata alle caratteristiche strutturali della pianta, quali ampiezza della chioma, flessibilità, forma e diametro del fusto, le quali essendo a loro volta correlate all'altezza della pianta, ne determinano lo spostamento rispetto all'asse centrale. La probabilità di schianto è anche correlata alla profondità dell'apparato radicale. Particolare attenzione è stata posta alle caratteristiche del suolo che possono influenzare la distribuzione delle radici e la loro capacità di ancoraggio. Una maggiore capacità drenante del suolo è correlata ad una maggiore resistenza della pianta allo schianto. In un suolo sabbioso, specialmente se non caratterizzato da deficit idrici, si ha un maggiore sviluppo radicale e un miglior ancoraggio della pianta. Riguardo ai funghi agenti di carie sono stati esaminati due studi riguardanti gli effetti di Heterobasidion annosum sulla stabilità di Pseudotsuga menziesii e di Picea abies. Nonostante i due studi presentino alcune differenze metodologiche è stato osservato come i risultati ottenuti, espressi come perdita percentuale di stabilità, risultino molto simili (intorno al 33%), soprattutto per quanto riguarda piante di piccolo diametro. Il terzo caso studio preso in esame si differenzia dagli altri due per quanto attiene agli obiettivi. Esso infatti non si è occupato di determinare sperimentalmente la perdita di stabilità di una singola pianta infetta da un determinato patogeno, bensì di determinare come la dimensione e la posizione di una carie generica influiscano sulla stabilità indipendentemente dalla specie ospite e patogena. Il confronto con gli altri studi non è quindi pertinente. Risulta però evidente, anche in quest'ultimo caso, come la presenza di carie, in particolare carie di grandi dimensioni abbia un effetto diretto sulla perdita di stabilità della pianta. In conclusione vi è una correlazione diretta tra la presenza di carie e una minore resistenza della pianta all'azione del vento. Sarebbero auspicabili ulteriori studi disegnati per quantificare la perdita di resistenza in funzione della specie fungina, della specie ospite, delle dimensioni della carie e della sua localizzazione.
Effetti a breve e lungo termine dell'azione del vento sulla stabilità meccanica di alberi sani e alberi affetti da malattie di origine biotica
MOMO, EVELYN JOAN
2014/2015
Abstract
La relazione ha preso in esame i principali fattori che incidono sulla probabilità di schianto di una pianta soffermandosi in particolare sul sistema suolo-radici e sulla presenza di carie del fusto e marciumi radicali dovuti a patogeni fungini. Scopo dell'elaborato è stato, infatti, quello di analizzare, prendendo in considerazione tre casi studio, se e in quale misura la presenza di funghi cariogeni influisca sulla stabilità meccanica delle piante. Sono state analizzate le principali forze che agiscono su una pianta e che possono portare allo schianto, ovvero la forza del vento che agisce orizzontalmente provocando un'oscillazione e la forza di gravità che agisce nel momento in cui la pianta oscilla attorno all'asse verticale. Ne consegue che la probabilità che si verifichi uno schianto è strettamente correlata alle caratteristiche strutturali della pianta, quali ampiezza della chioma, flessibilità, forma e diametro del fusto, le quali essendo a loro volta correlate all'altezza della pianta, ne determinano lo spostamento rispetto all'asse centrale. La probabilità di schianto è anche correlata alla profondità dell'apparato radicale. Particolare attenzione è stata posta alle caratteristiche del suolo che possono influenzare la distribuzione delle radici e la loro capacità di ancoraggio. Una maggiore capacità drenante del suolo è correlata ad una maggiore resistenza della pianta allo schianto. In un suolo sabbioso, specialmente se non caratterizzato da deficit idrici, si ha un maggiore sviluppo radicale e un miglior ancoraggio della pianta. Riguardo ai funghi agenti di carie sono stati esaminati due studi riguardanti gli effetti di Heterobasidion annosum sulla stabilità di Pseudotsuga menziesii e di Picea abies. Nonostante i due studi presentino alcune differenze metodologiche è stato osservato come i risultati ottenuti, espressi come perdita percentuale di stabilità, risultino molto simili (intorno al 33%), soprattutto per quanto riguarda piante di piccolo diametro. Il terzo caso studio preso in esame si differenzia dagli altri due per quanto attiene agli obiettivi. Esso infatti non si è occupato di determinare sperimentalmente la perdita di stabilità di una singola pianta infetta da un determinato patogeno, bensì di determinare come la dimensione e la posizione di una carie generica influiscano sulla stabilità indipendentemente dalla specie ospite e patogena. Il confronto con gli altri studi non è quindi pertinente. Risulta però evidente, anche in quest'ultimo caso, come la presenza di carie, in particolare carie di grandi dimensioni abbia un effetto diretto sulla perdita di stabilità della pianta. In conclusione vi è una correlazione diretta tra la presenza di carie e una minore resistenza della pianta all'azione del vento. Sarebbero auspicabili ulteriori studi disegnati per quantificare la perdita di resistenza in funzione della specie fungina, della specie ospite, delle dimensioni della carie e della sua localizzazione.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/13377