Viviamo in un periodo caratterizzato da bufale, notizie false e disinformazione presenti in ogni dove, tutti sono all’erta e in cerca della vera verità. Allo stesso tempo diventa sempre più complicato poter differenziare il vero dal falso. A tal proposito, sono molti i siti e le piattaforme che tentano di arginare il fiume di notizie false che arrivano sui dispositivi di chiunque attraverso il fact-checking e il debunking, due tecniche che permettono di smontare le bufale. Purtroppo, questi non sono totalmente efficaci a causa della rapidissima diffusione dei materiali su internet. A tutto questo si aggiunge il fatto che l’essere umano è un essere incline ad agire in base alle proprie emozioni e si lascia spesso sopraffare dai toni entusiasti o scandalistici di un articolo, invece di andare a ricercare le sue fonti e se sia verificato. La componente psicologica di una persona è fondamentale in questi casi. In base alle situazioni emergono bias, meccanismi e protezioni a livello psicologico che permettono di affrontare le problematiche o, in questo caso, le fake news in modi diversi gli uni dagli altri. Il presente elaborato ha come oggetto l’analisi semiotica, sociologica e in parte psicologica del fenomeno della disinformazione, vale a dire la diffusione di informazioni false o fuorvianti che vengono diffuse sui mezzi di comunicazione. Particolare attenzione è stata data a quelle che sono conosciute comunemente come teorie del complotto, narrazioni che un gruppo si crea dal momento in cui prova sfiducia verso i propri governanti e non ritiene soddisfacenti le giustificazioni che gli vengono fornite su argomenti come vaccini, guerre o politiche.

Fake News e Teorie del Complotto: rifiuto della realtà?

SPAGNOLO, CHANTALL
2021/2022

Abstract

Viviamo in un periodo caratterizzato da bufale, notizie false e disinformazione presenti in ogni dove, tutti sono all’erta e in cerca della vera verità. Allo stesso tempo diventa sempre più complicato poter differenziare il vero dal falso. A tal proposito, sono molti i siti e le piattaforme che tentano di arginare il fiume di notizie false che arrivano sui dispositivi di chiunque attraverso il fact-checking e il debunking, due tecniche che permettono di smontare le bufale. Purtroppo, questi non sono totalmente efficaci a causa della rapidissima diffusione dei materiali su internet. A tutto questo si aggiunge il fatto che l’essere umano è un essere incline ad agire in base alle proprie emozioni e si lascia spesso sopraffare dai toni entusiasti o scandalistici di un articolo, invece di andare a ricercare le sue fonti e se sia verificato. La componente psicologica di una persona è fondamentale in questi casi. In base alle situazioni emergono bias, meccanismi e protezioni a livello psicologico che permettono di affrontare le problematiche o, in questo caso, le fake news in modi diversi gli uni dagli altri. Il presente elaborato ha come oggetto l’analisi semiotica, sociologica e in parte psicologica del fenomeno della disinformazione, vale a dire la diffusione di informazioni false o fuorvianti che vengono diffuse sui mezzi di comunicazione. Particolare attenzione è stata data a quelle che sono conosciute comunemente come teorie del complotto, narrazioni che un gruppo si crea dal momento in cui prova sfiducia verso i propri governanti e non ritiene soddisfacenti le giustificazioni che gli vengono fornite su argomenti come vaccini, guerre o politiche.
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