La tesi si propone di esplicitare i caratteri della legislazione penale simbolica all'interno del nostro ordinamento. Nel primo capitolo essa offre una panoramica su tipi e forme di legislazione simbolica, in particolare connessa ai temi del paternalismo giuridico e del rapporto tra consenso sociale e norma penale. In questa prima parte la tesi ha reso evidenti i vizi da cui è affetta la legislazione simbolica, in particolare rispetto al principio di determinatezza e si è soffermata sui rischi dell'uso di proposizioni declamatorie. L'intento è quello di dimostrare le carenze logico-giuridiche della legislazione simbolica, il suo carattere strumentale rispetto ad esigenze demagogiche e la sua incapacità di rappresentare una risposta punitiva efficace, talvolta alterando le garanzie per il cittadino. Nella seconda parte sono presenti quattro esempi di legislazione penale simbolica con i relativi commenti: si tratta della legge del 20 febbraio 1958 n. 75 (legge Merlin), della La legge del 15 febbraio 1996 n.66 in tema di violenza sessuale, della legge del 9 gennaio 2006 n.7 in tema di mutilazioni genitali femminili e del DDl 54: Modifica all'articolo 3 della legge 13 ottobre 1975 n.654 in tema di negazionismo. Questi esempi rendono evidenti i singoli vizi da cui sono affette le normative in questione, con riguardo al messaggio morale veicolato, alla questione del paternalismo giuridico, alla violazione del principio di determinatezza e ai rischi ad essi connessi. L'intento è quello di dimostrare come, sovente, la legislazione simbolica si riveli inefficace a causa dello scarso tecnicismo giuridico con cui è redatta e dei problemi di interpretazione che devono affrontare i singoli operatori giuridici.

La legislazione simbolica nel diritto penale italiano

VIOLI, SERENA
2014/2015

Abstract

La tesi si propone di esplicitare i caratteri della legislazione penale simbolica all'interno del nostro ordinamento. Nel primo capitolo essa offre una panoramica su tipi e forme di legislazione simbolica, in particolare connessa ai temi del paternalismo giuridico e del rapporto tra consenso sociale e norma penale. In questa prima parte la tesi ha reso evidenti i vizi da cui è affetta la legislazione simbolica, in particolare rispetto al principio di determinatezza e si è soffermata sui rischi dell'uso di proposizioni declamatorie. L'intento è quello di dimostrare le carenze logico-giuridiche della legislazione simbolica, il suo carattere strumentale rispetto ad esigenze demagogiche e la sua incapacità di rappresentare una risposta punitiva efficace, talvolta alterando le garanzie per il cittadino. Nella seconda parte sono presenti quattro esempi di legislazione penale simbolica con i relativi commenti: si tratta della legge del 20 febbraio 1958 n. 75 (legge Merlin), della La legge del 15 febbraio 1996 n.66 in tema di violenza sessuale, della legge del 9 gennaio 2006 n.7 in tema di mutilazioni genitali femminili e del DDl 54: Modifica all'articolo 3 della legge 13 ottobre 1975 n.654 in tema di negazionismo. Questi esempi rendono evidenti i singoli vizi da cui sono affette le normative in questione, con riguardo al messaggio morale veicolato, alla questione del paternalismo giuridico, alla violazione del principio di determinatezza e ai rischi ad essi connessi. L'intento è quello di dimostrare come, sovente, la legislazione simbolica si riveli inefficace a causa dello scarso tecnicismo giuridico con cui è redatta e dei problemi di interpretazione che devono affrontare i singoli operatori giuridici.
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