The restoration of gold articles presents specific issues related to the conservation history of the objects and to their degradation and the little attention that, until recent years, the history of restoration and conservation theory devoted to this sector, causing the absence of precise indications of method in interventions. The operation performed on the manufactured object of this study, a processional cross of the Valle d'Aosta area from the second half of the fifteenth century, comprehensive of node and made of a wooden internal structure covered with metal sheets, is designed as an instrument of knowledge in respect of the artwork. Before the intervention, was conducted a detailed study of the object characterized by the presence of sheets embossed in the mold: the stylistic and technological research has led to the recognition of the artifacts in the area characterized by a common use of printed sheets and their cataloging, providing also new data on the use of the technique and allowing the recognition of traces of working imprinted by the matrix on the emetal sheets. The study of the conservative informations, conducted by examining the items found on the artifact, allowed the distinction of information generated from repairs which, seen in relation to processing technique and the state of degradation, have led to the identification of some of the formal changes the artifact took place during the different e reparative acts that have characterized the conservation history. The restoration, once cleared the conservation problems of the work and the best methodologies, it is limited to targeted actions and minimal intervention. Therefore was excluded fully dismantle of the article, providing instead only the one related to the areas where there was the need to take action in the internal structure, a choice that affected the subsequent operations. The actions of reconciliation to the stability of the internal support were made both chemically with adhesive applications, and through the creation of internal supports to replace items no longer suitable, while taking into account the possibility of a future exhibition. Decisions regarding cleaning methods were necessarily guided by having executed fully dismantle and assessments of critical issues related to the levels of cleaning of silver disulphide, deciding for a mechanical cleaning performed with a buffer with calcium carbonate, and demineralized water solvents. The intervention ends with replacement, final protection and the creation of a suitable packing.
Il restauro di manufatti di oreficeria presenta problematiche specifiche legate alla storia conservativa degli oggetti e al loro degrado nonché alla poca attenzione che, fino ad anni recenti, la storia del restauro e la teoria della conservazione hanno dedicato a questo settore, determinando l'assenza di precise indicazioni di metodo negli interventi effettuati. L'intervento eseguito sul manufatto oggetto di questo studio, una croce astile d'ambito valdostano risalente alla seconda metà del XV secolo completa di nodo e costituita da una struttura interna lignea ricoperta da lamine metalliche, è stato concepito come strumento di conoscenza nel rispetto dell'opera. Preliminarmente all'intervento è stato condotto uno studio approfondito dell'oggetto caratterizzato dalla presenza di lamine sbalzate a stampo: la ricerca stilistica e tecnologica ha portato alla ricognizione dei manufatti presenti sul territorio caratterizzati dall'impiego comune di lamine stampate e alla loro schedatura, fornendo inoltre nuovi dati sull'utilizzo della tecnica e permettendo il riconoscimento di segni di lavorazione impressi dalle matrici sulle lamine. Lo studio dei dati conservativi, condotto prendendo in esame gli elementi rintracciabili sul manufatto, ha permesso la distinzione dei dati derivanti dalle riparazioni i quali, posti in relazione con tecnica di lavorazione e stato di degrado, hanno portato all'identificazione di parte delle variazioni formali del manufatto avvenute nel corso dei diversi eventi riparativi che ne hanno caratterizzato la storia conservativa. L'intervento di restauro, una volta appurati i problemi conservativi dell'opera e le metodologie migliori, si è limitato ad azioni mirate e di minimo intervento. Pertanto è stato escluso lo smontaggio totale del manufatto, prevedendo invece solo quello relativo alle zone dove si necessitasse di intervenire sulla struttura interna, scelta che ha condizionato le successive operazioni. Le azioni di riconduzione alla stabilità del supporto interno sono avvenute sia per via chimica con applicazioni di adesivi, che tramite la creazione di supporti interni in sostituzione di elementi non più idonei, tenendo conto al contempo della possibilità di una futura fruizione espositiva. Le scelte inerenti i metodi di pulitura sono state necessariamente guidate dal non avere eseguito lo smontaggio totale e dalle valutazioni critiche delle problematiche relative ai livelli di pulitura dell'argento solfurato, attestandosi su una pulitura meccanica eseguita a tampone con carbonato di calcio, acqua demineralizzata e solventi. Il rimontaggio, la protezione finale e la creazione di un imballaggio idoneo sia al trasporto che alla conservazione in deposito terminano l'intervento.
La croce astile di Saint-Denis. Studio, diagnostica e restauro di un arredo liturgico del XV secolo
FACCHINETTI, MARIA
2014/2015
Abstract
Il restauro di manufatti di oreficeria presenta problematiche specifiche legate alla storia conservativa degli oggetti e al loro degrado nonché alla poca attenzione che, fino ad anni recenti, la storia del restauro e la teoria della conservazione hanno dedicato a questo settore, determinando l'assenza di precise indicazioni di metodo negli interventi effettuati. L'intervento eseguito sul manufatto oggetto di questo studio, una croce astile d'ambito valdostano risalente alla seconda metà del XV secolo completa di nodo e costituita da una struttura interna lignea ricoperta da lamine metalliche, è stato concepito come strumento di conoscenza nel rispetto dell'opera. Preliminarmente all'intervento è stato condotto uno studio approfondito dell'oggetto caratterizzato dalla presenza di lamine sbalzate a stampo: la ricerca stilistica e tecnologica ha portato alla ricognizione dei manufatti presenti sul territorio caratterizzati dall'impiego comune di lamine stampate e alla loro schedatura, fornendo inoltre nuovi dati sull'utilizzo della tecnica e permettendo il riconoscimento di segni di lavorazione impressi dalle matrici sulle lamine. Lo studio dei dati conservativi, condotto prendendo in esame gli elementi rintracciabili sul manufatto, ha permesso la distinzione dei dati derivanti dalle riparazioni i quali, posti in relazione con tecnica di lavorazione e stato di degrado, hanno portato all'identificazione di parte delle variazioni formali del manufatto avvenute nel corso dei diversi eventi riparativi che ne hanno caratterizzato la storia conservativa. L'intervento di restauro, una volta appurati i problemi conservativi dell'opera e le metodologie migliori, si è limitato ad azioni mirate e di minimo intervento. Pertanto è stato escluso lo smontaggio totale del manufatto, prevedendo invece solo quello relativo alle zone dove si necessitasse di intervenire sulla struttura interna, scelta che ha condizionato le successive operazioni. Le azioni di riconduzione alla stabilità del supporto interno sono avvenute sia per via chimica con applicazioni di adesivi, che tramite la creazione di supporti interni in sostituzione di elementi non più idonei, tenendo conto al contempo della possibilità di una futura fruizione espositiva. Le scelte inerenti i metodi di pulitura sono state necessariamente guidate dal non avere eseguito lo smontaggio totale e dalle valutazioni critiche delle problematiche relative ai livelli di pulitura dell'argento solfurato, attestandosi su una pulitura meccanica eseguita a tampone con carbonato di calcio, acqua demineralizzata e solventi. Il rimontaggio, la protezione finale e la creazione di un imballaggio idoneo sia al trasporto che alla conservazione in deposito terminano l'intervento.File | Dimensione | Formato | |
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