Giunta al terzo anno di carriera accademica ho deciso di impostare il mio tirocinio e il mio lavoro di tesi su una particolare tipologia di archivi: quella degli archivi di genere, soffermandomi maggiormente sugli archivi femminili. Lo scopo di questo lavoro è quello di mettere in luce il rapporto che sussiste tra la figura femminile e la volontà di conservare il proprio archivio personale. Inizialmente mi soffermerò sulla storia, le caratteristiche e le tematiche riguardanti gli archivi prodotti da personalità femminili. Metterò in luce, in modo particolare, la scarsa presenza di questi nei nostri Archivi di Stato e Istituti, l'interesse sempre maggiore nei loro confronti nato verso la fine del secolo scorso, il pudore e la riservatezza che caratterizzano la maggior parte di essi e il concetto di privacy che è strettamente collegato a questo tema. Seguirà un breve rimando al prezioso contributo che la rete informatica riesce a dare alla ricerca. Mi piacerebbe inoltre offrire un quadro abbastanza preciso dei siti internet che al giorno d'oggi si impegnano a favorire la fruizione di un gran numero di archivi femminili e a trattare di queste tematiche. Nella seconda parte del mio percorso mi concentrerò sull'attività svoltasi durante il tirocinio presso l'Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea «Giorgio Agosti» di Torino. Un'esperienza che mi ha aiutata a mettere in pratica ciò che avevo studiato sugli archivi e sulla storia. Grazie a questo stage ho potuto apprendere il legame profondo che si instaura tra archivio e ricerca storiografica, ma anche le numerose difficoltà che l'archivista deve affrontare nell'applicare il metodo storico all'ordinamento delle carte, rendendo nel modo più chiaro possibile le connessioni e i rapporti che vanno a costituire il vincolo originario delle carte. Mi è stato possibile familiarizzare con scaffalature, faldoni, buste e fascicoli ma anche utilizzare il software di descrizione archivistica ARCHOS, studiato appositamente per valorizzare archivi storici. In questo progetto di tesi parlerò di tutti questi temi in modo approfondito soffermandomi anche sulla possibile definizione di ¿archivio arricchito¿. I tre fondi affidatimi sono tre archivi di donne, diversissimi tra loro e le cui carte coprono quasi tutto il secolo appena trascorso. Se un fondo è composto soprattutto da materiale politico prodotto durante il secondo conflitto mondiale in Piemonte, l'altro è costituito da un epistolario molto intenso e personale tra madre e figlia e l'ultimo da materiale di propaganda elettorale di una donna politicamente molto attiva. Sono archivi che fanno sorgere riflessioni sull'importanza del conservare ma anche sulla volontà di tramandare. Di tutti e tre inserirò, nel terzo capitolo, una prima descrizione basandomi sugli standard internazionali di ISAD (G) e di ISAAR (CPF) in modo da fornire un quadro generale ma piuttosto completo del lavoro effettuato sia a livello di fondo archivistico sia a livello di soggetto produttore. Nel quarto e ultimo capitolo sarà presente a titolo esemplificativo l'inventario di uno dei tre fondi con la struttura data durante il riordino, una descrizione analitica dei fascicoli presenti e una nota biografica sulla madre del soggetto produttore.

Gli archivi di genere. I fondi «Marisa Sacco», «Aurora Benna» e «Piera Egidi Bouchard» conservati presso l'Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea «Giorgio Agosti» di Torino.

FERRANDO, LINDA
2011/2012

Abstract

Giunta al terzo anno di carriera accademica ho deciso di impostare il mio tirocinio e il mio lavoro di tesi su una particolare tipologia di archivi: quella degli archivi di genere, soffermandomi maggiormente sugli archivi femminili. Lo scopo di questo lavoro è quello di mettere in luce il rapporto che sussiste tra la figura femminile e la volontà di conservare il proprio archivio personale. Inizialmente mi soffermerò sulla storia, le caratteristiche e le tematiche riguardanti gli archivi prodotti da personalità femminili. Metterò in luce, in modo particolare, la scarsa presenza di questi nei nostri Archivi di Stato e Istituti, l'interesse sempre maggiore nei loro confronti nato verso la fine del secolo scorso, il pudore e la riservatezza che caratterizzano la maggior parte di essi e il concetto di privacy che è strettamente collegato a questo tema. Seguirà un breve rimando al prezioso contributo che la rete informatica riesce a dare alla ricerca. Mi piacerebbe inoltre offrire un quadro abbastanza preciso dei siti internet che al giorno d'oggi si impegnano a favorire la fruizione di un gran numero di archivi femminili e a trattare di queste tematiche. Nella seconda parte del mio percorso mi concentrerò sull'attività svoltasi durante il tirocinio presso l'Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea «Giorgio Agosti» di Torino. Un'esperienza che mi ha aiutata a mettere in pratica ciò che avevo studiato sugli archivi e sulla storia. Grazie a questo stage ho potuto apprendere il legame profondo che si instaura tra archivio e ricerca storiografica, ma anche le numerose difficoltà che l'archivista deve affrontare nell'applicare il metodo storico all'ordinamento delle carte, rendendo nel modo più chiaro possibile le connessioni e i rapporti che vanno a costituire il vincolo originario delle carte. Mi è stato possibile familiarizzare con scaffalature, faldoni, buste e fascicoli ma anche utilizzare il software di descrizione archivistica ARCHOS, studiato appositamente per valorizzare archivi storici. In questo progetto di tesi parlerò di tutti questi temi in modo approfondito soffermandomi anche sulla possibile definizione di ¿archivio arricchito¿. I tre fondi affidatimi sono tre archivi di donne, diversissimi tra loro e le cui carte coprono quasi tutto il secolo appena trascorso. Se un fondo è composto soprattutto da materiale politico prodotto durante il secondo conflitto mondiale in Piemonte, l'altro è costituito da un epistolario molto intenso e personale tra madre e figlia e l'ultimo da materiale di propaganda elettorale di una donna politicamente molto attiva. Sono archivi che fanno sorgere riflessioni sull'importanza del conservare ma anche sulla volontà di tramandare. Di tutti e tre inserirò, nel terzo capitolo, una prima descrizione basandomi sugli standard internazionali di ISAD (G) e di ISAAR (CPF) in modo da fornire un quadro generale ma piuttosto completo del lavoro effettuato sia a livello di fondo archivistico sia a livello di soggetto produttore. Nel quarto e ultimo capitolo sarà presente a titolo esemplificativo l'inventario di uno dei tre fondi con la struttura data durante il riordino, una descrizione analitica dei fascicoli presenti e una nota biografica sulla madre del soggetto produttore.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/133626