Il Mondo è in rapido cambiamento ed è tempo per l’Europa di scegliere che tipo di attore internazionale vuole essere. Fin dall’insediamento del 45° Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, nel Vecchio Continente si è instaurato un clima di crescente insicurezza: gli USA infatti sono proiettati verso la regione Indo-pacifica e in un progressivo allontanamento dagli storici alleati europei. Nel frattempo il colosso russo è alle porte e a partire dall’aprile del 2014 con la crisi delle Crimea, ha dimostrato agli occidentali che i confini possono cambiare e che si può ancora condurre una guerra simmetrica in vecchio stile. Ulteriori crisi hanno aumentato il senso di insicurezza europeo, crisi tra l’altro in cui la stessa Unione Europea non è riuscita a far sentire il suo peso o a dare risposte concrete. In primis la questione libica, il conflitto in Siria e in Nagorno Karabakh, in cui Russia e Turchia sono stati i veri protagonisti non lasciando spazio all’Unione Europea. Il ritiro dall’Afghanistan dopo oltre vent’anni di conflitto, deciso in modo unilaterale dagli Stati Uniti. Infine, ma non ultime, la pandemia globale da COVID-19 e l’economia aggressiva cinese con l’accumulo di infrastrutture strategiche sparse per il mondo. L’Europa oggi si trova all’interno di una sfida in cui gli attori globali, soprattutto gli Stati Uniti, decidono di affidarsi ad una strategia più realista in cui gli interessi geopolitici prevalgono. L’UE deve esser capace di definire i suoi obiettivi ( o meglio il suo Livello di Ambizione ), mantenere l’unità dei suoi membri e di essere una sola voce in politica estera. In questo clima infatti, sul banco di Bruxelles è tornato a far parlare di sé un argomento delicato: l’Autonomia Strategica Europea. Il concetto è tutt’altro che chiaro e univoco, ricordiamo che l’Unione Europea è una confederazione di stati sovrani, molto diversi tra loro, con visioni ed interessi completamente diversi, ma può essere la locuzione può essere definita come «la capacità istituzionale di pianificare e condurre in maniera indipendente operazioni militari in tutto lo specchio dei conflitti (incluse le operazioni militari ad alta intensità) e di sviluppare e produrre autonomamente le relative capacità di difesa con la minima, se non totalmente nulla, assistenza da parte degli Stati Uniti» .
VERSO l'AUTONOMIA STRATEGICA EUROPEA
DE GIUSEPPE, GABRIELE
2021/2022
Abstract
Il Mondo è in rapido cambiamento ed è tempo per l’Europa di scegliere che tipo di attore internazionale vuole essere. Fin dall’insediamento del 45° Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, nel Vecchio Continente si è instaurato un clima di crescente insicurezza: gli USA infatti sono proiettati verso la regione Indo-pacifica e in un progressivo allontanamento dagli storici alleati europei. Nel frattempo il colosso russo è alle porte e a partire dall’aprile del 2014 con la crisi delle Crimea, ha dimostrato agli occidentali che i confini possono cambiare e che si può ancora condurre una guerra simmetrica in vecchio stile. Ulteriori crisi hanno aumentato il senso di insicurezza europeo, crisi tra l’altro in cui la stessa Unione Europea non è riuscita a far sentire il suo peso o a dare risposte concrete. In primis la questione libica, il conflitto in Siria e in Nagorno Karabakh, in cui Russia e Turchia sono stati i veri protagonisti non lasciando spazio all’Unione Europea. Il ritiro dall’Afghanistan dopo oltre vent’anni di conflitto, deciso in modo unilaterale dagli Stati Uniti. Infine, ma non ultime, la pandemia globale da COVID-19 e l’economia aggressiva cinese con l’accumulo di infrastrutture strategiche sparse per il mondo. L’Europa oggi si trova all’interno di una sfida in cui gli attori globali, soprattutto gli Stati Uniti, decidono di affidarsi ad una strategia più realista in cui gli interessi geopolitici prevalgono. L’UE deve esser capace di definire i suoi obiettivi ( o meglio il suo Livello di Ambizione ), mantenere l’unità dei suoi membri e di essere una sola voce in politica estera. In questo clima infatti, sul banco di Bruxelles è tornato a far parlare di sé un argomento delicato: l’Autonomia Strategica Europea. Il concetto è tutt’altro che chiaro e univoco, ricordiamo che l’Unione Europea è una confederazione di stati sovrani, molto diversi tra loro, con visioni ed interessi completamente diversi, ma può essere la locuzione può essere definita come «la capacità istituzionale di pianificare e condurre in maniera indipendente operazioni militari in tutto lo specchio dei conflitti (incluse le operazioni militari ad alta intensità) e di sviluppare e produrre autonomamente le relative capacità di difesa con la minima, se non totalmente nulla, assistenza da parte degli Stati Uniti» .File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
1035879_sten.degiuseppegabriele-tesi.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
549.79 kB
Formato
Adobe PDF
|
549.79 kB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/133406