The present dissertation analyses the Fiftieth Anniversary of Italian Unity through time press. On the occasion, Italy organized some world's fair in the three capital cities: the International Expo of Work and Industries in Turin, the Portrait Exhibition in Florence and the International Expo of Contemporary Art in Rome. This anniversary was an important chance to show world the great Italian progress in every fields (arts, industry, technology, science, tourism etc.) and celebrate the first fifty years of unitary life. But he national enthusiasm was ruined by some controversies: the Socialist Party asserts that Italy wasn't a real unit country because there were great difference (especially economic) between various areas and classes of society yet; the Catholic Church hadn't accepted the Unity and considered the Rome choice for the celebration an outrage by the government; the republicans, instead, denied the monarchy legitimacy. My dissertation is divided in five chapter: chapter one analyses the historical background of 1911; chapter two is dedicated to ceremonies, Risorgimento's heroes ¿ Garibaldi, Mazzini, Cavour and King Vittorio Emanuel II ¿ commemorations and their effects on national identity construction; instead, in the last two chapters the Fiftieth Anniversary is narrated through time press: the daily newspapers La Stampa and Corriere della Sera, the socialist Avanti! and Grido del Popolo, the catholic Il Momento and L'Osservatore Romano; the illustrated magazines Illustrazione Italiana and Domenica del Corriere.

La presente tesi si propone di analizzare le celebrazioni del Cinquantenario dell'Unità d'Italia attraverso la stampa del tempo. Si tratta di una ricorrenza particolarmente significativa perché costituì il primo, grande, evento che il nostro Paese ospitò dopo l'unificazione e che gli permise di mostrare al mondo i grandi risultati raggiunti in ogni ambito, dall'economia alla cultura. Per l'occasione, infatti, nelle cosiddette tre capitali ¿ Torino, Firenze e Roma ¿ si organizzarono alcune manifestazioni commemorative di ampio respiro: la Mostra del Ritratto a Firenze, l'Esposizione Internazionale di Arte Contemporanea a Roma e l'Esposizione Internazionale delle Industrie e del Lavoro a Torino. Le cerimonie durarono circa nove mesi e vissero il proprio culmine a marzo, in corrispondenze dell'anniversario della proclamazione del Regno d'Italia (il 17, giorno d'inaugurazione delle feste torinesi) e della legge che spostò la Capitale a Roma (il 27, quando si aprì la rassegna romana). Nel clima di entusiasmo e rinnovato patriottismo che circondò il Cinquantenario non mancarono però le polemiche: la Chiesa, che mai aveva accettato la Breccia di Porta Pia, vide come un affronto dello Stato la scelta di designare Roma come una delle sedi dei festeggiamenti; i socialisti, invece, denunciarono l'incompiutezza dell'unità che si stava celebrando, poiché ancora troppe erano le differenze tra Nord e Sud, città e campagna, borghesia e proletariato; i repubblicani, infine, rivendicarono l'illegittimità della monarchia, organizzando anche una contro-manifestazione di protesta durante l'inaugurazione del Vittoriano (il 4 giugno, festa nazionale dello Statuto). Il presente lavoro si suddivide in quattro capitoli con l'intento di approfondire l'evento in tutte le sue sfumature. Nel primo, è analizzato il contesto storico del Cinquantenario: il 1911 costituì, infatti, un anno particolarmente importante nella storia del nostro Paese poiché vi furono anche l'insediamento del quarto governo Giolitti e soprattutto la spedizione militare in Libia. Proprio l'impresa coloniale venne accolta con grande euforia dal popolo, che la interpretò come la prova tangibile del ritorno dell'Italia nel novero delle grandi potenze europee. Il secondo capitolo si concentra sulle principali cerimonie che furono organizzate nelle cosiddette tre capitali, con particolare riferimento all'esposizione di Torino. Si analizza, inoltre, l'intento del governo di rafforzare il senso (allora piuttosto debole) di identità nazionale attraverso le suddette cerimonie e la costante rievocazione dell'epopea risorgimentale e dei suoi protagonisti ¿ Cavour, Garibaldi, Mazzini e Vittorio Emanuele II -, che costituivano quel terreno di storia comune indispensabile affinché gli italiani si sentissero parte della stessa patria. Infine, negli ultimi due capitoli il Cinquantenario è narrato attraverso le pagine (e le immagini) di alcuni fra i più importanti giornali dell'epoca, di diverso schieramento o tipologia: i quotidiani La Stampa e Corriere della Sera, L'Osservatore Romano ed Il Momento, Avanti! e Grido del Popolo; le riviste illustrate Domenica del Corriere ed Illustrazione Italiana. Ciascuno di questi periodici raccontò la ricorrenza secondo differenti modalità e punti di vista: da quelli che si soffermarono sulla grandiosità delle rassegne e l'entusiasmo popolare, sino alle feroci critiche della stampa cattolica e socialista, che reputava l'Unità una menzogna d'Italia.

Le celebrazioni del Cinquantenario dell'Unità d'Italia attraverso la stampa del tempo

CAMPEOTTO, VALENTINA
2011/2012

Abstract

La presente tesi si propone di analizzare le celebrazioni del Cinquantenario dell'Unità d'Italia attraverso la stampa del tempo. Si tratta di una ricorrenza particolarmente significativa perché costituì il primo, grande, evento che il nostro Paese ospitò dopo l'unificazione e che gli permise di mostrare al mondo i grandi risultati raggiunti in ogni ambito, dall'economia alla cultura. Per l'occasione, infatti, nelle cosiddette tre capitali ¿ Torino, Firenze e Roma ¿ si organizzarono alcune manifestazioni commemorative di ampio respiro: la Mostra del Ritratto a Firenze, l'Esposizione Internazionale di Arte Contemporanea a Roma e l'Esposizione Internazionale delle Industrie e del Lavoro a Torino. Le cerimonie durarono circa nove mesi e vissero il proprio culmine a marzo, in corrispondenze dell'anniversario della proclamazione del Regno d'Italia (il 17, giorno d'inaugurazione delle feste torinesi) e della legge che spostò la Capitale a Roma (il 27, quando si aprì la rassegna romana). Nel clima di entusiasmo e rinnovato patriottismo che circondò il Cinquantenario non mancarono però le polemiche: la Chiesa, che mai aveva accettato la Breccia di Porta Pia, vide come un affronto dello Stato la scelta di designare Roma come una delle sedi dei festeggiamenti; i socialisti, invece, denunciarono l'incompiutezza dell'unità che si stava celebrando, poiché ancora troppe erano le differenze tra Nord e Sud, città e campagna, borghesia e proletariato; i repubblicani, infine, rivendicarono l'illegittimità della monarchia, organizzando anche una contro-manifestazione di protesta durante l'inaugurazione del Vittoriano (il 4 giugno, festa nazionale dello Statuto). Il presente lavoro si suddivide in quattro capitoli con l'intento di approfondire l'evento in tutte le sue sfumature. Nel primo, è analizzato il contesto storico del Cinquantenario: il 1911 costituì, infatti, un anno particolarmente importante nella storia del nostro Paese poiché vi furono anche l'insediamento del quarto governo Giolitti e soprattutto la spedizione militare in Libia. Proprio l'impresa coloniale venne accolta con grande euforia dal popolo, che la interpretò come la prova tangibile del ritorno dell'Italia nel novero delle grandi potenze europee. Il secondo capitolo si concentra sulle principali cerimonie che furono organizzate nelle cosiddette tre capitali, con particolare riferimento all'esposizione di Torino. Si analizza, inoltre, l'intento del governo di rafforzare il senso (allora piuttosto debole) di identità nazionale attraverso le suddette cerimonie e la costante rievocazione dell'epopea risorgimentale e dei suoi protagonisti ¿ Cavour, Garibaldi, Mazzini e Vittorio Emanuele II -, che costituivano quel terreno di storia comune indispensabile affinché gli italiani si sentissero parte della stessa patria. Infine, negli ultimi due capitoli il Cinquantenario è narrato attraverso le pagine (e le immagini) di alcuni fra i più importanti giornali dell'epoca, di diverso schieramento o tipologia: i quotidiani La Stampa e Corriere della Sera, L'Osservatore Romano ed Il Momento, Avanti! e Grido del Popolo; le riviste illustrate Domenica del Corriere ed Illustrazione Italiana. Ciascuno di questi periodici raccontò la ricorrenza secondo differenti modalità e punti di vista: da quelli che si soffermarono sulla grandiosità delle rassegne e l'entusiasmo popolare, sino alle feroci critiche della stampa cattolica e socialista, che reputava l'Unità una menzogna d'Italia.
ITA
The present dissertation analyses the Fiftieth Anniversary of Italian Unity through time press. On the occasion, Italy organized some world's fair in the three capital cities: the International Expo of Work and Industries in Turin, the Portrait Exhibition in Florence and the International Expo of Contemporary Art in Rome. This anniversary was an important chance to show world the great Italian progress in every fields (arts, industry, technology, science, tourism etc.) and celebrate the first fifty years of unitary life. But he national enthusiasm was ruined by some controversies: the Socialist Party asserts that Italy wasn't a real unit country because there were great difference (especially economic) between various areas and classes of society yet; the Catholic Church hadn't accepted the Unity and considered the Rome choice for the celebration an outrage by the government; the republicans, instead, denied the monarchy legitimacy. My dissertation is divided in five chapter: chapter one analyses the historical background of 1911; chapter two is dedicated to ceremonies, Risorgimento's heroes ¿ Garibaldi, Mazzini, Cavour and King Vittorio Emanuel II ¿ commemorations and their effects on national identity construction; instead, in the last two chapters the Fiftieth Anniversary is narrated through time press: the daily newspapers La Stampa and Corriere della Sera, the socialist Avanti! and Grido del Popolo, the catholic Il Momento and L'Osservatore Romano; the illustrated magazines Illustrazione Italiana and Domenica del Corriere.
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